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Il settore dei fondi dedicati alle criptovalute sta attraversando una fase di profonda riflessione, con segnali contrastanti che emergono dal mercato. Mentre alcuni analisti mettono in guardia da possibili sopravvalutazioni, i grandi investitori continuano a puntare con decisione su Ethereum, vedendo nel recente crollo dei prezzi un'opportunità d'acquisto piuttosto che un segnale d'allarme. La frenesia intorno alle cosiddette digital asset treasuries, le società che accumulano criptovalute nei propri bilanci, sembra stia rallentando, ma non per tutti.
Tom Lee, lo stratega veterano di Fundstrat, ha compiuto una mossa che ha sorpreso molti osservatori: subito dopo il violento ribasso registrato lo scorso weekend sui mercati delle criptovalute, ha acquistato 1,5 miliardi di dollari in Ether. Non si è trattato di un gesto isolato. La società mineraria BitMine Immersion Technologies ha replicato esattamente la stessa strategia, accumulando nel corso di una settimana ben 379.271 ETH per un controvalore analogo.
Le operazioni di BitMine, documentate dai dati on-chain di Arkham Intelligence, si sono concentrate in tre momenti precisi: un primo acquisto massiccio di oltre 202.000 ETH immediatamente dopo le liquidazioni di mercato, seguito da altri due interventi nei giorni successivi. L'account di monitoraggio "BMNR Bullz" ha confermato l'attività costante dei wallet collegati all'azienda, sebbene BitMine non abbia ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Con questa serie di acquisizioni, BitMine è diventata il maggiore detentore di tesoreria di Ether al mondo, possedendo ora oltre 3 milioni di ETH, pari al 2,5% dell'intera offerta circolante. Il valore complessivo delle sue partecipazioni si aggira intorno agli 11,7 miliardi di dollari. L'azienda aveva iniziato ad accumulare la criptovaluta già ai primi di luglio, quando i prezzi si aggiravano intorno ai 2.500 dollari, con l'obiettivo dichiarato di arrivare a controllare il 5% di tutto l'Ether in circolazione.
Durante una conversazione con Cathie Wood, amministratrice delegata di ARK Invest, Lee ha proposto un paragone storico suggestivo per spiegare la sua visione sul futuro di Ethereum. Ha paragonato il potenziale della seconda criptovaluta per capitalizzazione alla transizione che Wall Street visse dopo il 1971, quando gli investimenti passarono dall'oro ai mercati azionari. Secondo Lee, Ether potrebbe superare Bitcoin nello stesso modo in cui le azioni hanno sostituito il metallo prezioso come principale riserva di valore.
Tuttavia, lo stesso Lee non nasconde le preoccupazioni che stanno emergendo nel settore delle digital asset treasuries. Molte di queste società stanno ora scambiando a prezzi inferiori al loro valore patrimoniale netto, un segnale che gli investitori cominciano a scontare i rischi di una possibile bolla speculativa. "Se questa non è già una bolla scoppiata... come si manifesterebbe altrimenti?" si è chiesto Lee durante un'intervista con Fortune.
Anche le analisi di 10x Research confermano questa tendenza, evidenziando che aziende come Metaplanet e Strategy stanno negoziando al livello o addirittura sotto il loro NAV. Nonostante questo quadro preoccupante, gli esperti ritengono che le società con solida capitalizzazione e gestione esperta potrebbero comunque distinguersi positivamente nella prossima fase del ciclo di mercato. Nel frattempo, si registra un'altra importante novità: Li Lin, fondatore dell'exchange Huobi, avrebbe raccolto un miliardo di dollari per lanciare un fondo di tesoreria dedicato specificamente a Ethereum, confermando l'interesse crescente verso questa criptovaluta da parte dei grandi capitali asiatici.