L'estate del 2024 si preannuncia come un periodo cruciale per Bitcoin, con il terzo trimestre che storicamente rappresenta una fase di consolidamento e potenziali turbolenze per la criptovaluta più capitalizzata al mondo. Mentre gli investitori si preparano ad affrontare i mesi estivi, tradizionalmente caratterizzati da volumi ridotti e liquidità limitata, diversi analisti lanciano segnali di allerta che potrebbero cambiare le sorti del mercato. La chiusura del secondo trimestre ha lasciato interrogativi aperti sulla capacità di Bitcoin di mantenere i livelli raggiunti, con una resistenza chiave che continua a respingere i tentativi di breakout definitivo.
La battaglia per i 108.000 dollari
Il livello di 108.000 dollari si è trasformato in una vera e propria linea del Piave per Bitcoin, respingendo per la terza volta consecutive i tentativi di superamento. La criptovaluta ha chiuso il secondo trimestre intorno ai 107.140 dollari, registrando il massimo mensile di chiusura nella sua storia, ma l'inizio di luglio ha portato con sé un ritracciamento verso i 105.000 dollari. Questo movimento ha toccato un minimo settimanale di 105.623 dollari, innescando il dibattito tra gli esperti sulla solidità del trend rialzista.
L'analista Rekt Capital ha identificato questo pullback come parte di un post-breakout retest in corso, un fenomeno tecnico che potrebbe effettivamente rafforzare le basi per una nuova gamba rialzista. La chiave di lettura risiede nella capacità di Bitcoin di mantenere la soglia critica dei 104.400 dollari, un livello che determinerà se la criptovaluta potrà avviare quella che viene definita la "seconda Discovery Uptrend".
Segnali di pericolo dal passato
Negli ultimi 40 giorni, Bitcoin è riuscito a rompere due trend ribassisti di breve termine, ma la resistenza del trend discendente a sei settimane continua a rappresentare un ostacolo insormontabile. Questa situazione ha spinto Sjuul di AltCryptoGems a lanciare un avvertimento diretto: "È fondamentale che i tori intervengano rapidamente" per evitare un crollo più significativo. Il range di supporto cruciale tra 106.000 e 104.000 dollari rappresenta l'ultimo baluardo prima di una potenziale caduta verso i 101.000-102.000 dollari.
La situazione si complica ulteriormente considerando i dati storici sul comportamento di Bitcoin durante i mesi estivi. Come sottolinea Daan Crypto Trades, il terzo trimestre rappresenta tradizionalmente il periodo più lento per Bitcoin ed Ethereum, con attività, volumi e liquidità che tendono a diminuire sensibilmente durante la stagione estiva. Questo fenomeno, ben noto agli operatori del mercato, aggiunge un elemento di cautela alle previsioni per i prossimi mesi.
L'indicatore che ha previsto tutti i crolli
Ma è l'allarme lanciato dall'analista Ali Martinez a catturare maggiormente l'attenzione degli investitori. Il Tom Demark Sequential, un indicatore tecnico che secondo Martinez ha predetto "ogni grande crollo di Bitcoin", ha appena emesso un segnale di vendita nel timeframe trimestrale. Questo stesso segnale è apparso nel 2015 e nel 2018, precedendo ritracements superiori al 75% e 85% rispettivamente. Se la storia dovesse ripetersi, Bitcoin potrebbe scendere fino ai 40.000 dollari nel corso di questo trimestre.
La gravità di questa previsione non può essere sottovalutata, considerando che un crollo di tale portata riporterebbe Bitcoin a livelli non visti da oltre due anni. Tuttavia, è importante ricordare che i mercati delle criptovalute sono notoriamente volatili e che i pattern storici, pur fornendo indicazioni preziose, non garantiscono necessariamente una ripetizione degli eventi passati.
Strategie di navigazione in acque agitate
In questo contesto di incertezza, gli analisti suggeriscono un approccio cauto e paziente. Daan Crypto Trades raccomanda di osservare attentamente le conferme direzionali prima di prendere posizioni significative, mentre Bitcoin continua a consolidare all'interno del suo range attuale e del canale discendente. Al momento della stesura, Bitcoin viene scambiato a 105.901 dollari, registrando un calo dell'1,16% nel timeframe giornaliero, un movimento che riflette l'incertezza prevalente nel mercato.