La nuova configurazione dei mercati finanziari sta ridisegnando gli equilibri tra valute e asset digitali in un contesto di crescente sfiducia verso l'economia americana. Gli investitori internazionali sembrano abbandonare progressivamente i titoli statunitensi per rifugiarsi in alternative come Bitcoin, euro e oro, delineando quello che gli analisti definiscono ormai apertamente come un fenomeno di "vendita dell'America". Questa dinamica si manifesta in modo particolarmente evidente attraverso l'analisi degli strumenti derivati, che mostrano una crescente propensione al rialzo per Bitcoin ed euro, nonostante il contemporaneo tracollo di Wall Street.
Il linguaggio delle opzioni rivela il sentiment del mercato
I risk reversal - indicatori che misurano la differenza di prezzo tra opzioni call e put - stanno inviando segnali significativi. Quelli legati al Bitcoin, sia a breve che a medio termine, hanno registrato valori leggermente positivi, invertendo una tendenza che vedeva una costante preferenza per le opzioni put. Questo cambiamento indica una rinnovata fiducia nella criptovaluta maggiore, nonostante il contesto di instabilità dei mercati tradizionali.
Parallelamente, anche il risk reversal dell'EUR/USD a un mese è tornato in territorio positivo, segnalando una maggiore domanda di opzioni call sulla coppia euro-dollaro. Secondo i dati analizzati da Jens Nordvig, fondatore e CEO di Exante Data Inc., questo fenomeno riflette aspettative di ulteriore apprezzamento dell'euro rispetto al biglietto verde.
Chi acquista un'opzione call è implicitamente ottimista sull'andamento futuro dell'asset sottostante, mentre chi si orienta verso le put cerca protezione o specula su possibili ribassi. La crescente preferenza per le call su Bitcoin ed euro suggerisce quindi un'aspettativa di ulteriore debolezza del dollaro nel prossimo futuro.
La fuga dai mercati americani
Il quadro macroeconomico statunitense appare sempre più preoccupante. Il Dow Jones ha subito un crollo di oltre 700 punti in una sola seduta, accumulando una perdita mensile superiore al 9%. Contemporaneamente, l'indice del dollaro è precipitato ai minimi degli ultimi tre anni, toccando quota 98 e perdendo il 10% nell'arco di un trimestre.
I rendimenti dei Treasury a lungo termine sono in rialzo, con il tasso trentennale che ha guadagnato oltre cinque punti base raggiungendo il 4,90%. Questo sell-off generalizzato degli asset americani riflette la crescente incertezza politica legata alla guerra commerciale avviata dal presidente Donald Trump e alle voci sulla possibile rimozione del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.
Nordvig ha sintetizzato efficacemente la situazione attuale sul suo profilo X: "È il momento per molti investitori di fare un passo indietro e ripensare le proprie strategie".
I rifugi alternativi in un mondo multipolare
Mentre gli investitori abbandonano i tradizionali asset americani, cercano rifugio in alternative che stanno registrando performance notevoli. Bitcoin ha superato la soglia degli 88.000 dollari, mentre l'euro si è apprezzato fino a 1,1575 dollari, livello che non si vedeva dal novembre 2021.
Ancora più impressionante è la performance dell'oro, che ha infranto ogni record storico superando i 3.400 dollari l'oncia per poi spingersi fino a 3.495 dollari. Questi movimenti suggeriscono una vera e propria ridistribuzione globale dei capitali, con un progressivo allontanamento dal modello centrato sugli Stati Uniti.
La simultanea forza di asset tradizionalmente decorrelati come Bitcoin, euro e oro, rappresenta un fenomeno raro nei mercati finanziari e segnala un possibile cambiamento strutturale negli equilibri economici globali. Gli analisti interpretano questa configurazione come l'emergere di un nuovo paradigma multipolare, in cui l'egemonia finanziaria americana appare sempre più in discussione.