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Bitcoin potrebbe crollare a 70k dollari

Tempo di lettura 4 min
Malik Johnson
Di Malik Johnson
Bitcoin potrebbe crollare a 70k dollari

L'analisi tecnica basata sulle onde di Elliott torna prepotentemente al centro del dibattito tra gli investitori in criptovalute, questa volta con un messaggio che va controcorrente rispetto all'ottimismo diffuso. Jon Glover, analista specializzato in questa metodologia e Chief Investment Officer di Ledn, ha lanciato un avvertimento che sta facendo discutere: il mercato rialzista del bitcoin iniziato nel 2023 potrebbe essere già concluso. La sua previsione indica un possibile crollo verso quota 70.000 dollari, con un trend ribassista che potrebbe estendersi fino alla fine del 2026.

Glover ha consolidato la propria reputazione nel settore grazie a previsioni che si sono rivelate accurate in passato. La sua ultima analisi si basa sul completamento di quello che definisce un movimento ascendente in cinque onde, seguito da un'inversione di tendenza. Dal picco di 126.000 dollari raggiunto di recente, bitcoin ha registrato una discesa fino a 104.000 dollari, un segnale che secondo l'esperto confermerebbe l'inizio di una fase ribassista strutturale. Con i prezzi attualmente intorno ai 108.000 dollari, una caduta verso i livelli indicati rappresenterebbe un calo superiore al 35%.

La teoria delle onde di Elliott, sviluppata nel 1938 dall'economista Ralph Nelson Elliott, si fonda sull'idea che la psicologia collettiva degli investitori si muova secondo cicli prevedibili. Questi cicli formano una struttura a cinque onde nella direzione del trend principale: tre onde impulsive e due correttive. Nel caso specifico del bitcoin, la sequenza rialzista sarebbe partita alla fine del 2022, quando le quotazioni erano inferiori ai 20.000 dollari, per culminare con la quinta onda che ha toccato il massimo storico oltre i 126.000 dollari all'inizio di questo mese.

Il mercato rialzista del bitcoin è finito

Originariamente, le stime di Glover prevedevano che la quinta onda potesse portare i prezzi tra 140.000 e 150.000 dollari entro fine anno. Questa previsione era stata formulata ad agosto, in un momento in cui crescevano le preoccupazioni ribassiste dopo un brusco calo da 120.000 a 112.000 dollari. Nonostante l'impennata successiva, lo slancio si è arrestato oltre quota 125.000 dollari, spingendo l'analista a rivedere la propria prospettiva. La mancata tenuta sopra quel livello ha indebolito lo scenario rialzista, e il successivo crollo a 105.000 dollari della scorsa settimana ha confermato la rottura del trend.

L'esperto non esclude completamente la possibilità di un nuovo test dei massimi storici attorno ai 124.000 dollari, o persino di un leggero superamento di tale soglia. Tuttavia, il quadro generale è ora orientato al ribasso, il che significa che è più probabile vedere prezzi inferiori nei prossimi mesi piuttosto che nuovi record. La rottura sotto i 108.000 dollari rappresenta per Glover il segnale definitivo che ha portato alla sua dichiarazione netta: il bull run è terminato.

Questa prospettiva ribassista trova una certa coerenza con il comportamento storico del bitcoin, che tende a raggiungere picchi di prezzo circa 18 mesi dopo ogni evento di halving, per poi entrare in una fase di mercato orso. L'halving più recente si è verificato nell'aprile 2024, rendendo plausibile dal punto di vista temporale l'ipotesi di un'inversione di tendenza in questo periodo. Il dimezzamento della ricompensa per i miner rappresenta un evento ciclico fondamentale nell'economia del bitcoin, e i pattern che ne seguono sono oggetto di studio approfondito da parte degli analisti.

A supporto di questa visione pessimistica, i dati forniti da Amberdata mostrano che le opzioni put quotate su Deribit, strumenti utilizzati per proteggersi dai ribassi, vengono scambiate a un premio rispetto alle opzioni call fino alla scadenza di settembre 2026. Questo indica che una parte consistente degli operatori si sta posizionando in previsione di rischi al ribasso che potrebbero protrarsi per tutto il prossimo anno e oltre. Il mercato delle opzioni offre spesso anticipazioni preziose sui movimenti futuri, poiché riflette le aspettative e le strategie di copertura degli investitori più sofisticati.

La teoria delle onde di Elliott rimane uno strumento controverso nel mondo dell'analisi tecnica, apprezzato da alcuni per la sua capacità di identificare pattern ciclici e criticato da altri per la sua natura soggettiva nell'interpretazione delle onde. Nel contesto volatile delle criptovalute, dove fattori macroeconomici, regolamentari e tecnologici si intrecciano in modo complesso, qualsiasi previsione a lungo termine comporta margini di incertezza elevati. Tuttavia, le chiamate precise di Glover in passato hanno guadagnato credibilità nel settore, rendendo la sua attuale analisi ribassista un elemento da considerare con attenzione.

Gli investitori si trovano quindi davanti a uno scenario potenzialmente impegnativo. Se la previsione si rivelasse corretta, ci troveremmo di fronte a un mercato orso prolungato che potrebbe durare fino alla fine del 2026, con prezzi oscillanti tra 70.000 e 80.000 dollari o addirittura inferiori. Questa prospettiva contrasta nettamente con il consenso rialzista che aveva caratterizzato gran parte dell'ultimo periodo, quando molti analisti prevedevano nuovi massimi ben oltre i 130.000 dollari. Il dibattito resta aperto, ma la rottura di livelli tecnici chiave e i segnali dal mercato delle opzioni suggeriscono che la prudenza potrebbe essere la strategia più saggia per i prossimi mesi.

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