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Bitcoin rompe con il Nasdaq: nessuno l'aveva previsto

Tempo di lettura 4 min
Chiara Ferraro
Di Chiara Ferraro
Bitcoin rompe con il Nasdaq: nessuno l'aveva previsto

Il mercato delle criptovalute sta attraversando una fase di particolare complessità, con Bitcoin che nella scorsa settimana ha mostrato un comportamento anomalo rispetto ai tradizionali asset di riferimento. Mentre l'oro rifugio è balzato del 4,85% e l'indice tecnologico Nasdaq 100 ha guadagnato l'1,34%, la principale criptovaluta ha registrato un calo del 2,09%, mettendo in discussione la sua classificazione come asset speculativo o bene rifugio. Questo disallineamento rappresenta un segnale preoccupante per gli investitori che hanno sempre considerato Bitcoin fortemente correlato ai mercati azionari tecnologici.

La rottura della correlazione tra Bitcoin e il Nasdaq si è manifestata in modo netto a partire dal 15 ottobre scorso, quando alle 9 del mattino UTC i due asset hanno iniziato a divergere drasticamente. Fino a quel momento, entrambi si erano mossi all'unisono, trainati dalle dichiarazioni ottimistiche del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che aveva lasciato intendere la possibilità di un taglio dei tassi di interesse nella riunione di ottobre e una potenziale conclusione del programma di Quantitative Tightening. Da quel punto di svolta, però, il Nasdaq ha chiuso la settimana con un rialzo dello 0,44%, mentre Bitcoin è precipitato del 3,71%.

Gli analisti on-chain attribuiscono questa divergenza agli effetti persistenti del crollo del 10 ottobre, quando il mercato crypto ha subito liquidazioni per oltre 19 miliardi di dollari in un singolo giorno. L'evento ha diffuso un clima di paura che ancora oggi condiziona le dinamiche di prezzo. TeddyVision, analista di CryptoQuant, ha individuato due tendenze distinte esaminando la media mobile a 30 giorni dei flussi netti di stablecoin verso gli exchange: mentre gli afflussi di USDC sulle piattaforme spot (utilizzate per acquisti reali) sono diminuiti, quelli di USDT sugli exchange di derivati (impiegati come garanzia per operazioni speculative) sono aumentati.

La leva speculativa, non la domanda reale, ha alimentato i recenti rialzi

Questa analisi suggerisce che i recenti aumenti di prezzo di Bitcoin non siano stati sostenuti da acquisti organici, ma piuttosto da esposizioni sintetiche create attraverso contratti derivati e rotazioni di capitali legati agli ETF. La leva finanziaria speculativa avrebbe quindi gonfiato artificialmente i prezzi, e il crollo del 10 ottobre avrebbe istantaneamente eliminato questa pressione d'acquisto, spiegando perché Bitcoin non sia riuscito a recuperare insieme al Nasdaq nelle sedute successive.

Nel fine settimana si è registrato un timido recupero, con Bitcoin che ha superato quota 108.000 dollari per la prima volta dopo il crollo. Tuttavia, per una ripresa convincente che riallinei la criptovaluta con il trend positivo dei mercati azionari, sarà fondamentale l'evoluzione della guerra tariffaria tra Stati Uniti e Cina, il fattore che inizialmente aveva provocato il crollo da 122.000 a 100.000 dollari. Il presidente Donald Trump ha dichiarato venerdì di non ritenere "sostenibile" il dazio del 100% sulla Cina, lasciando intendere che si tratti di una tattica negoziale per ottenere concessioni sulle esportazioni di terre rare.

Il segretario al Tesoro Scott Besent è atteso questa settimana in Malaysia per colloqui tecnici con il vice premier cinese He Lifeng. Questi incontri preparatori dovrebbero gettare le basi per un possibile vertice bilaterale durante il meeting APEC del 31 ottobre in Corea del Sud, a Gyeongju. Il clima appare cautamente ottimista, anche se i mercati rimangono in attesa di segnali concreti di distensione.

Nonostante le difficoltà di Bitcoin, il sentiment generale degli investitori crypto rimane sorprendentemente resiliente. La prova più evidente arriva dalla performance delle altcoin, che hanno recuperato più velocemente della criptovaluta principale: mentre BTC è sceso del 2%, Ethereum ha guadagnato il 5,96% e Solana addirittura il 7,12% nello stesso periodo. Questo fenomeno indica che gli investitori continuano a cercare opportunità nel settore, spostando liquidità verso asset a minore capitalizzazione.

La settimana in corso si preannuncia cruciale anche sul fronte macroeconomico. Venerdì verrà pubblicato il dato sull'inflazione CPI, ritardato a causa dello shutdown del governo statunitense, insieme agli indici PMI manifatturiero e dei servizi e alle aspettative sull'inflazione dell'Università del Michigan. Questi indicatori economici potrebbero fornire nuovi spunti alla Federal Reserve e influenzare significativamente le prossime mosse di tutti gli asset rischiosi, Bitcoin incluso.

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