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Bitfarms in crisi: margini in calo dopo l'halving

Tempo di lettura 4 min
Chiara Ferraro
Di Chiara Ferraro
Bitfarms in crisi: margini in calo dopo l'halving

Nel panorama del mining di Bitcoin, la crescita dei ricavi non è più sufficiente a garantire la profittabilità. Bitfarms, uno dei principali player del settore, ha recentemente pubblicato i risultati finanziari del primo trimestre 2025, rivelando una realtà complessa che rispecchia le nuove sfide del settore dopo l'halving di Bitcoin dell'aprile 2024. Nonostante un aumento dei ricavi del 33% su base annua, raggiungendo i 67 milioni di dollari, l'azienda ha dovuto affrontare un drastico calo dei margini di profitto, evidenziando come l'intero settore stia attraversando una fase di profonda trasformazione.

L'halving e il suo impatto devastante sui costi di produzione

Il dato più allarmante emerso dal report trimestrale riguarda l'impennata dei costi di produzione. Il costo totale per produrre un singolo Bitcoin è schizzato a 72.300 dollari, quasi triplicato rispetto ai 27.900 dollari dello stesso periodo dell'anno precedente. Ancora più significativo è l'aumento del costo diretto di produzione, passato da 18.400 a ben 47.800 dollari. Questi numeri si traducono in un margine lordo di mining precipitato al 43%, con un crollo di 20 punti percentuali rispetto al 63% registrato nel primo trimestre 2024.

L'halving di Bitcoin, evento programmato che dimezza la ricompensa per ogni blocco minato, ha quindi mostrato appieno i suoi effetti sui bilanci delle aziende di mining. L'efficienza operativa non è più sufficiente a compensare la ridotta ricompensa in cryptocurrency, costringendo le aziende a riconsiderare i propri modelli di business.

Innovazione tecnologica: una corsa contro il tempo

Per fronteggiare questo scenario, Bitfarms ha concentrato i propri sforzi sul miglioramento dell'efficienza operativa. La potenza di calcolo (hashrate) è triplicata, passando da 6,5 EH/s a marzo 2024 a 19,5 EH/s a marzo 2025. Parallelamente, l'efficienza energetica ha registrato un miglioramento del 44%, scendendo da 34 a 19 watt per terahash. L'ottimizzazione tecnologica rappresenta una delle principali strategie per sopravvivere nel nuovo contesto post-halving.

La capacità operativa complessiva dell'azienda è aumentata da 240 a 461 megawatt, segno di una significativa espansione infrastrutturale. Tuttavia, questi progressi tecnici non sono stati sufficienti a controbilanciare l'impatto dell'halving sui margini di profitto, dimostrando come il settore stia affrontando una sfida strutturale più che congiunturale.

La corsa all'efficienza è diventata una questione di sopravvivenza, non più solo di competitività.

La diversificazione come strategia di adattamento

Di fronte a margini in contrazione, Bitfarms sta seguendo una tendenza comune tra le aziende di mining: la diversificazione verso il settore dell'high-performance computing (HPC). Durante il trimestre, l'azienda ha ottenuto un finanziamento privato di 300 milioni di dollari da una divisione del Gruppo Macquarie per sviluppare il proprio progetto HPC presso il sito di Panther Creek in Pennsylvania.

Questa mossa strategica riflette la necessità di trovare nuove fonti di reddito in un momento in cui il mining di Bitcoin diventa meno redditizio. Non è un caso isolato: altre aziende del settore, come Hut 8 Corp., stanno affrontando difficoltà simili. Quest'ultima ha registrato un calo di ricavi superiore al 50% nel primo trimestre dell'anno, arrivando a registrare perdite significative che l'amministratore delegato Asher Genoot ha direttamente collegato all'halving.

Riorganizzazione degli asset e visione futura

Il report trimestrale di Bitfarms evidenzia anche importanti movimenti strategici nella gestione degli asset. L'azienda ha venduto la struttura di Yguazu in Paraguay e ha acquisito Stronghold Digital Mining, aggiungendo due campus energetici in Pennsylvania al proprio portafoglio. Queste operazioni riflettono una riorganizzazione geografica e strutturale, con un'attenzione crescente verso il mercato statunitense.

Attualmente, l'azienda dispone di una pipeline energetica totale di circa 1,4 gigawatt, con l'80% di questa capacità concentrata negli Stati Uniti. Questa redistribuzione territoriale suggerisce un riorientamento strategico verso aree geografiche con condizioni più favorevoli in termini di regolamentazione e costi energetici.

Un settore in profonda trasformazione

Il caso Bitfarms è emblematico di un'industria che sta attraversando una fase di rapida evoluzione. L'era dei facili profitti nel mining di cryptocurrency sembra ormai tramontata, lasciando spazio a un modello di business più complesso che richiede diversificazione, efficienza estrema e una continua ottimizzazione dei costi.

Le aziende che riusciranno a sopravvivere saranno probabilmente quelle capaci di trasformarsi da semplici minatori di Bitcoin a operatori tecnologici versatili, con un'offerta diversificata di servizi di calcolo ad alte prestazioni. La resilienza diventa dunque la qualità fondamentale per navigare in questo nuovo scenario, caratterizzato da margini ridotti ma ancora significative opportunità di crescita per chi saprà coglierle con strategie innovative.

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