Il panorama delle criptovalute indiane si trova nuovamente al centro di una battaglia legale che coinvolge due dei principali exchange del paese. Sumit Gupta, amministratore delegato di CoinDCX, ha respinto categoricamente le accuse mosse da WazirX secondo cui i fondi degli utenti sarebbero stati trasferiti presso un'entità lituana non registrata presso l'unità di intelligence finanziaria indiana. La controversia emerge mentre WazirX cerca di ottenere l'approvazione per un piano di ristrutturazione dalla Corte Suprema di Singapore, dopo il devastante hack che ha colpito la piattaforma esattamente un anno fa.
La difesa di CoinDCX contro le accuse di WazirX
Secondo quanto riportato da Aditya Singh, co-fondatore di Crypto India, WazirX avrebbe depositato un affidavit nei procedimenti presso la Corte Suprema di Singapore sostenendo che CoinDCX deteneva i fondi crypto dei propri utenti presso un'entità lituana non registrata presso la Financial Intelligence Unit (FIU) indiana fino al febbraio 2025. Questa affermazione, se confermata, contraddirebbe le dichiarazioni precedenti rilasciate dal CEO di CoinDCX nell'aprile 2024.
Gupta ha risposto immediatamente alle accuse attraverso i social media, chiarendo che "tutti i fondi INR e crypto degli utenti indiani su CoinDCX sono sempre stati, e continuano ad essere, detenuti da Neblio Technologies, la nostra entità registrata FIU-IND, in piena conformità con tutte le leggi indiane".
Il timing sospetto e la modifica dei termini di utilizzo
La data del febbraio 2025 citata da WazirX nel suo affidavit coincide con l'aggiornamento dei Termini di Utilizzo di CoinDCX per nominare Neblio Technologies come parte contraente formale. WazirX sostiene che l'exchange abbia riportato i fondi presso l'entità registrata FUI-India intorno al marzo 2025.
Tuttavia, secondo la versione di Gupta, i fondi erano sempre stati presso Neblio Technologies e l'aggiornamento dei Termini di Utilizzo rappresentava semplicemente una misura per rafforzare la trasparenza. "Abbiamo fatto questo proattivamente affinché gli utenti di CoinDCX non affrontino mai sfide come quelle viste durante l'episodio WazirX", ha spiegato il CEO.
L'ombra del hack da 234,9 milioni di dollari
La controversia attuale si inserisce nel contesto del devastante attacco informatico che ha colpito WazirX esattamente un anno fa. L'hack ha causato perdite per 234,9 milioni di dollari, rappresentando quasi la metà delle riserve totali della piattaforma. L'exchange ha immediatamente sospeso le operazioni, mantenendo bloccati depositi e prelievi da allora.
Zettai PTE LTD, la società madre di WazirX, sta cercando l'approvazione per un piano di ristrutturazione dalla Corte Suprema di Singapore. Tuttavia, il 4 giugno la corte ha rifiutato di approvare la proposta, infliggendo un duro colpo agli sforzi di recupero dell'azienda.
Le prossime battaglie legali
L'azienda ha successivamente presentato una richiesta per ulteriori argomentazioni, che la corte ha accettato. La prossima udienza è programmata per il 15 luglio e dovrebbe includere la discussione delle accuse mosse contro CoinDCX.
Gupta ha concluso la sua dichiarazione invitando a non cadere nella disinformazione e ribadendo l'impegno di CoinDCX verso la sicurezza degli utenti, la trasparenza e la conformità normativa. La battaglia legale evidenzia le sfide che il settore crypto indiano deve affrontare per garantire la fiducia degli investitori e la stabilità del mercato.
Nel frattempo, il mercato delle criptovalute continua la sua corsa rialzista, con Bitcoin che ha toccato un nuovo massimo storico intorno ai 123.000 dollari prima di ritracciare leggermente a 121.900 dollari, mantenendo comunque un guadagno superiore al 12% sulla settimana.