Un campione dell'NBA che ha investito in bitcoin nel 2016 si ritrova oggi con un tesoro digitale inaccessibile, trasformando quello che dovrebbe essere un problema tecnico in una delle strategie di investimento più redditizie della storia dello sport. Kevin Durant, stella dei Phoenix Suns, non riesce da anni ad accedere al suo account Coinbase contenente criptovalute acquistate quando la moneta digitale valeva una frazione del prezzo attuale. Il risultato? Un guadagno involontario che supera l'11.000% del valore iniziale.
L'investimento nato per caso
La storia inizia nel 2016, quando Durant militava nei Golden State Warriors e partecipò insieme al suo agente Rich Kleiman a una cena con i compagni di squadra. Durante quella serata, la parola "bitcoin" risuonò così spesso nelle conversazioni che i due decisero di approfondire l'argomento. "Ho sentito la parola 'bitcoin' 25 volte in una sera, e il giorno dopo abbiamo iniziato a investire", ha raccontato Kleiman durante la conferenza Game Plan di CNBC a Los Angeles.
All'epoca, il bitcoin oscillava tra i 360 e i 1.000 dollari, una cifra che oggi appare quasi simbolica considerando che la criptovaluta ha superato i 116.000 dollari. Durant, leggenda olimpica statunitense che nella prossima stagione vestirà la maglia degli Houston Rockets, aveva intuito le potenzialità di quello che allora era ancora considerato un investimento di nicchia.
Quando l'errore diventa fortuna
Quello che dovrebbe rappresentare un incubo per qualsiasi investitore si è trasformato nel caso di Durant in una benedizione mascherata. L'impossibilità di accedere al proprio portafoglio digitale ha infatti impedito qualsiasi vendita impulsiva durante le fluttuazioni del mercato. "Non siamo ancora riusciti a rintracciare le informazioni del suo account Coinbase, quindi non abbiamo mai venduto nulla, e questo bitcoin è alle stelle", ha spiegato Kleiman con evidente soddisfazione.
L'agente ha chiarito che si tratta di un "errore dell'utente dalla nostra parte" che persiste da alcuni anni, ma ha anche sottolineato come questo inconveniente tecnico abbia paradossalmente protetto l'investimento dalle tentazioni di realizzo anticipato. La strategia dell'hodling forzato - termine che nel mondo crypto indica il mantenimento a lungo termine delle posizioni - si è rivelata vincente oltre ogni aspettativa.
Oltre l'investimento personale
Il legame tra Durant e il mondo delle criptovalute non si limita al suo portafoglio personale. Attraverso la società Thirty Five Ventures, il giocatore e il suo agente sono diventati investitori di Coinbase Global, la principale piattaforma di trading di criptovalute negli Stati Uniti. Nel 2021 hanno siglato un accordo pluriennale per promuovere la piattaforma, includendo la creazione di contenuti sui digital asset per Boardroom, il sito web di sport e intrattenimento di Durant.
"Coinbase è stata una risorsa preziosa per far crescere la nostra attività", ha dichiarato Kleiman, evidenziando come la partnership vada ben oltre il semplice endorsement. La collaborazione rappresenta un esempio di come gli atleti di alto livello stiano diversificando i propri investimenti verso settori tecnologici innovativi, anticipando tendenze che solo successivamente vengono adottate dal grande pubblico.
La risposta di Coinbase
Dal canto suo, Coinbase ha fatto sapere attraverso un portavoce di disporre di strumenti self-service all'interno della propria app per il reset delle password, oltre a un team di supporto attivo 24 ore su 24 per gestire le richieste di recupero account. Kleiman ha confermato di essere già in contatto diretto con il team Coinbase per risolvere la questione, precisando che questo ha reso possibile scherzare pubblicamente sulla situazione durante la conferenza.
La vicenda di Durant illumina un aspetto spesso trascurato degli investimenti in criptovalute: l'importanza della sicurezza digitale e della gestione delle credenziali d'accesso. Mentre molti investitori si concentrano sulle strategie di trading e sull'analisi tecnica, il caso del campione NBA dimostra come talvolta l'impossibilità di agire possa rivelarsi la strategia più proficua di tutte.