Il mondo delle criptovalute americane potrebbe essere sul punto di vivere una rivoluzione fiscale senza precedenti. Mentre il Congresso si prepara a votare sul mastodontico "Big Beautiful Bill" del presidente Trump, un pacchetto di riconciliazione di oltre mille pagine che rappresenta il cuore dell'agenda economica repubblicana, la senatrice Cynthia Lummis ha lanciato una battaglia cruciale per inserire emendamenti che potrebbero cambiare radicalmente il panorama tributario degli asset digitali. La finestra temporale è ristretta: i legislatori si sono imposti una scadenza venerdì per approvare misure che potrebbero determinare se gli Stati Uniti diventeranno davvero la "superpotenza mondiale di Bitcoin e crypto".
La doppia tassazione che strangola il settore
Al centro della proposta di Lummis c'è la risoluzione di quello che l'industria considera un paradosso fiscale insostenibile. Attualmente, chi partecipa alle attività di staking e mining si trova intrappolato in un sistema di doppia imposizione: viene tassato sia nel momento in cui riceve le ricompense, sia quando decide di vendere quegli stessi asset. È come se un agricoltore dovesse pagare le tasse sia al momento del raccolto che alla vendita dei prodotti, una situazione che scoraggia la partecipazione e limita la crescita del settore.
L'emendamento proposto dalla senatrice del Wyoming prevede un cambiamento fondamentale nell'approccio fiscale, spostando il momento dell'imposizione dalla ricezione delle ricompense al punto di vendita effettiva. Questa modifica eliminerebbe quella che i sostenitori dell'industria definiscono una "barriera fiscale obsoleta" che ha frenato sia l'uso quotidiano che la detenzione a lungo termine degli asset digitali.
Piccole transazioni, grande impatto
Ma la battaglia di Lummis non si ferma alla questione della doppia tassazione. La proposta include una soglia de minimis di 300 dollari per le singole transazioni in criptovalute, con un tetto annuale di 5.000 dollari per l'attività totale esente da tasse. In pratica, chi utilizza Bitcoin o altre crypto per acquisti quotidiani sotto questa soglia non dovrebbe preoccuparsi delle implicazioni fiscali, un cambiamento che potrebbe trasformare le criptovalute da strumenti speculativi a mezzi di pagamento realmente utilizzabili.
I documenti condivisi dall'ufficio di Lummis con i media specializzati rivelano un approccio comprensivo che affronta anche questioni più tecniche come il trattamento fiscale dei prestiti in crypto, le vendite wash e le donazioni benefiche. L'obiettivo dichiarato è rimuovere quelle barriere normative che hanno impedito agli Stati Uniti di realizzare appieno il proprio potenziale nel settore degli asset digitali.
L'alleanza trasversale dei sostenitori
Il supporto per l'emendamento attraversa le linee tradizionali dell'industria cripto. Dal Bitcoin Policy Institute al Solana Policy Institute, dalle figure di spicco come Michael Saylor ai gruppi di advocacy come The Digital Chamber, si è formata una coalizione insolita ma determinata. Matthew Pines, direttore esecutivo del Bitcoin Policy Institute, ha esortato i cittadini a contattare i repubblicani della Commissione Finanze del Senato, sottolineando come un'esenzione de minimis possa "ridurre gli oneri burocratici, promuovendo una compliance equa e l'adozione quotidiana".
Kristin Smith, presidente del Solana Policy Institute, vede nell'emendamento un'opportunità per "sbloccare la crescita domestica e creare posti di lavoro" attraverso la chiarificazione delle politiche fiscali sullo staking. Per The Digital Chamber, si tratta di una "correzione attesa da tempo" che allineerebbe finalmente la politica fiscale con la realtà economica del settore.
La corsa contro il tempo politico
Nonostante il sostegno diffuso, il destino dell'emendamento rimane incerto. Il Senato deve votare su numerose proposte di modifica al disegno di legge di riconciliazione nel corso della settimana, e Trump avrebbe fatto pressioni sui legislatori per approvare la versione finale entro il 5 luglio. Anche se dovesse passare al Senato, il Big Beautiful Bill richiederebbe comunque l'approvazione della Camera prima di raggiungere la scrivania presidenziale.
La storia recente non è incoraggiante: l'anno scorso, i legislatori Wiley Nickel e Drew Ferguson avevano introdotto una misura simile riguardante la tassazione delle ricompense di staking, ma non era riuscita ad avanzare attraverso la Commissione Ways and Means della Camera. Tuttavia, il contesto politico attuale, con un'amministrazione Trump favorevole alle crypto e una maggioranza repubblicana, potrebbe offrire condizioni più favorevoli per questo tentativo ambizioso di riforma fiscale nel settore degli asset digitali.