Il mondo del venture capital crypto e tech si prepara a un nuovo capitolo: Tiger Global, il colosso degli investimenti che ha letteralmente infiammato il mercato durante l'esplosione del 2020-2021, sta raccogliendo un nuovo fondo da 2,2 miliardi di dollari. La notizia arriva con un'ammissione sorprendente da parte della società: serve maggiore umiltà e cautela, un riconoscimento implicito che l'attuale boom dell'intelligenza artificiale potrebbe replicare gli eccessi di valutazione visti nel ciclo precedente, quando startup crypto e tech venivano finanziate a ritmi insostenibili.
Secondo una lettera inviata ai potenziali limited partner e ottenuta da CNBC, Tiger Global sta strutturando il veicolo denominato Private Investment Partners 17 (PIP 17) con un approccio radicalmente diverso rispetto alla strategia "spray and pray" che aveva caratterizzato il fondo PIP 15 del 2021. Quest'ultimo aveva raccolto la cifra monstre di 12,7 miliardi di dollari, pompando liquidità nelle startup a velocità vertiginosa e valutazioni di picco che oggi appaiono insostenibili.
Per comprendere l'impatto di Tiger Global sul mercato crypto e tech, basta guardare ai numeri del 2021: 315 startup finanziate in un solo anno, secondo i dati PitchBook, alimentando guerre di offerte tra venture capitalist che hanno gonfiato artificialmente le valutazioni anche di progetti non provati. Questo fenomeno ha toccato duramente l'ecosistema crypto, dove numerosi protocolli DeFi e piattaforme NFT hanno ricevuto investimenti stratosferici per poi collassare quando i tassi di interesse sono saliti e la liquidità si è prosciugata.
Il crash del mercato venture nel 2022-2023 ha costretto Tiger Global a una riorganizzazione interna significativa. John Curtius, investitore prolifico della società, ha lasciato per avviare il proprio fondo, mentre Scott Shleifer è passato a un ruolo consultivo. Il leggendario fondatore Chase Coleman ha assunto un controllo più diretto delle operazioni, segnalando un cambio di rotta strategico che riflette le lezioni apprese durante il periodo di eccessi.
Il fondo PIP 16, lanciato nel 2024 con una dotazione di 2,2 miliardi di dollari, ha rappresentato il primo test di questo approccio più disciplinato. I risultati finora sono stati impressionanti: concentrandosi su investimenti AI di alto profilo come OpenAI, Waymo e Databricks, il fondo ha generato guadagni sulla carta del 33%, secondo quanto riportato nella lettera agli investitori. Questa performance sta ora giustificando la raccolta del nuovo fondo PIP 17 con dimensioni identiche.
Tuttavia, la parte più significativa della comunicazione di Tiger Global riguarda il riconoscimento esplicito dei rischi attuali. La lettera agli investitori ammette che concentrarsi sull'AI richiede "umiltà" perché le valutazioni sono elevate e spesso non supportate dai fondamentali aziendali. È un'eco inquietante del 2021, quando la stessa dinamica ha colpito il settore crypto: progetti con tokenomics fragili e prodotti appena funzionanti ricevevano valutazioni da unicorno, per poi implodere quando il mercato si è normalizzato.
Per gli investitori crypto, questa cautela da parte di uno dei player più aggressivi del mercato rappresenta un segnale importante. Tiger Global ha infatti avuto esposizione significativa al settore blockchain durante il bull run precedente, finanziando exchange, protocolli DeFi e infrastrutture Web3. Molti di questi investimenti hanno subito perdite sostanziali, con numerose startup costrette a chiudere o a operare a valutazioni drasticamente ridotte rispetto ai round di finanziamento del 2021.
La strategia rivista di Tiger Global potrebbe indicare un approccio più selettivo anche verso opportunità crypto e blockchain nel prossimo ciclo. Con il mercato delle criptovalute che mostra segnali di ripresa e progetti infrastrutturali che maturano tecnologicamente, la domanda è se i venture capitalist eviteranno gli errori del passato o replicheranno lo stesso pattern di sovrafinanziamento che ha danneggiato l'ecosistema.
Il parallelo con il ciclo precedente è evidente: proprio come l'AI oggi attrae capitali massicci con valutazioni potenzialmente insostenibili, la DeFi e gli NFT nel 2021 avevano catalizzato investimenti eccessivi. La differenza cruciale sarà se fondi come Tiger Global manterranno la disciplina promessa o se la FOMO istituzionale prenderà nuovamente il sopravvento. Per il settore crypto, che sta ancora metabolizzando i fallimenti di FTX, Celsius e Three Arrows Capital, la lezione dovrebbe essere chiara: la velocità di deployment del capitale non equivale a creazione di valore sostenibile.