Il crollo del mercato crypto degli ultimi giorni sta presentando il conto anche alla famiglia Trump, con perdite stimate intorno al miliardo di dollari dal picco di settembre. La correzione di Bitcoin (BTC), scivolato dell'8% lunedì fino a sfiorare gli 85.000 dollari, rappresenta un calo del 30% rispetto al massimo storico di oltre 125.000 dollari registrato a inizio ottobre. Questo sell-off generalizzato colpisce duramente gli investitori che avevano cavalcato il rally post-inaugurazione, trasformando guadagni miliardari su carta in perdite consistenti nel giro di poche settimane. Il caso Trump diventa così un esempio emblematico della volatilità estrema che caratterizza il settore delle criptovalute.
Secondo le analisi di Deutsche Bank, il mercato crypto globale ha visto evaporare oltre 1 trilione di dollari di capitalizzazione dall'inizio di ottobre. Gli analisti attribuiscono la vendita massiccia a preoccupazioni macroeconomiche e al rallentamento nell'implementazione delle tanto attese riforme regolamentorie sugli asset digitali. La famiglia presidenziale, che si era posizionata "all in" sulle crypto, subisce ora le conseguenze di questa esposizione concentrata attraverso i suoi molteplici progetti nel settore.
L'ecosistema crypto dei Trump comprende diversi prodotti finanziari lanciati nell'ultimo anno: il meme coin $TRUMP, un'azienda di mining Bitcoin e World Liberty Financial, la società di asset digitali che ha emesso diversi token. Inizialmente, la decisione dell'amministrazione Trump di ritirare diverse contestazioni regolamentorie contro l'industria crypto aveva innescato un rally significativo, facendo lievitare il patrimonio familiare di centinaia di milioni di dollari secondo un'analisi di ABC News. Tuttavia, la narrativa bullish si è ribaltata con la correzione di mercato.
Il $TRUMP meme coin rappresenta forse il caso più eclatante di questa inversione di tendenza. Il token ora quota vicino al minimo storico di 5,73 dollari su CoinMarketCap, dopo aver toccato i 45 dollari poco prima dell'inaugurazione presidenziale. Si tratta di una perdita di valore del quasi 90% dall'inizio dell'anno, che evidenzia la natura estremamente speculativa di questi asset digitali. Anche il token di governance di World Liberty Financial ha perso circa il 50% rispetto al suo lancio di settembre.
Le difficoltà nel settore crypto si estendono anche a Trump Media and Technology, la società mediatica di famiglia che recentemente ha aumentato la sua esposizione agli asset digitali. Le azioni hanno perso il 5% lunedì, portando il calo complessivo dall'inaugurazione a circa il 70%. Questa performance riflette sia le sfide specifiche dell'azienda sia il sentiment negativo generalizzato verso progetti legati al settore crypto.
Gli analisti attribuiscono il sell-off a una combinazione di fattori: preoccupazioni sulla solidità dell'economia globale, prese di profitto dopo il rally post-elettorale, e l'attesa delusa per regolamentazioni crypto più favorevoli che tardano a materializzarsi. Il pattern ricorda dinamiche già osservate in precedenti cicli di mercato, dove l'euforia iniziale viene seguita da brusche correzioni che separano progetti solidi da quelli puramente speculativi.
Nonostante le perdite consistenti, la famiglia Trump mantiene un atteggiamento ottimista pubblicamente. Eric Trump, figlio del presidente e promotore attivo delle iniziative crypto familiari, ha definito il crollo di Bitcoin su Bloomberg come "una grande opportunità di acquisto". Continua inoltre a promuovere i progetti crypto attraverso social media ed email ai sostenitori, suggerendo che la strategia a lungo termine rimane invariata nonostante la volatilità a breve termine.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sul conflitto di interessi quando figure politiche di primo piano detengono posizioni significative in settori che potrebbero beneficiare delle loro decisioni regolamentorie. Il ritiro delle contestazioni SEC contro l'industria crypto aveva inizialmente favorito l'intero comparto, ma ora emergono dubbi sulla sostenibilità di rally alimentati più da aspettative politiche che da fondamentali economici solidi. Il mercato sembra richiedere progressi concreti piuttosto che semplici promesse di deregolamentazione.