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Il panorama crypto globale è stato scosso dalla decisione di Donald Trump di graziare Changpeng Zhao, fondatore di Binance, un provvedimento che solleva interrogativi cruciali sull'intersezione tra potere politico, regolamentazione del settore e interessi economici personali. La grazia concessa all'ex CEO del più grande exchange di criptovalute al mondo riaccende il dibattito sulla reale severità con cui gli Stati Uniti hanno affrontato le violazioni normative nel comparto crypto, mentre emergono dettagli su legami finanziari tra Binance e le venture della famiglia Trump che coinvolgono stablecoin e investimenti miliardari.
Zhao, noto nella community come CZ, aveva patteggiato la propria colpevolezza nel novembre 2023 in seguito a un accordo con il Dipartimento di Giustizia guidato da Merrick Garland. L'intesa prevedeva il pagamento di 4 miliardi di dollari di sanzioni per Binance e una condanna a soli quattro mesi di carcere per il fondatore, scontati in una struttura a bassa sicurezza in California. All'epoca, analisti del settore considerarono l'accordo una sostanziale vittoria per l'exchange, che mantenne la propria posizione dominante nel mercato crypto globale nonostante le accuse di aver facilitato attività illecite.
Le violazioni contestate a Binance riguardavano infrazioni sistematiche delle normative antiriciclaggio statunitensi, con accuse di aver permesso transazioni legate al terrorismo e al traffico di stupefacenti. Nonostante la gravità delle imputazioni, Dennis Kelleher, CEO dell'organizzazione no-profit Better Markets specializzata in riforma finanziaria, ha definito l'accordo un "sweetheart deal". Kelleher sottolinea come CZ abbia mantenuto il controllo di Binance, conservato la propria fortuna personale e persino scelto il proprio successore come CEO.
La narrativa della Casa Bianca presenta la vicenda come una "persecuzione" dell'amministrazione Biden contro il settore crypto, ma questa interpretazione appare contestabile se analizzata nel contesto dei dati effettivi. Jeff Hauser, direttore esecutivo del Revolving Door Project, definisce comicamente inadeguata una condanna di quattro mesi per reati collegati al finanziamento del terrorismo. Le prosecutioni di crimini corporate hanno raggiunto livelli storicamente bassi durante l'ultimo anno dell'amministrazione Biden, secondo un report di Public Citizen, rendendo paradossale l'accusa di eccessivo rigore.
Dal punto di vista del mercato crypto, l'impatto della condanna su Binance si è rivelato minimo. L'exchange mantiene tuttora la leadership globale per volumi di trading, confermando le previsioni di Fortune Magazine che già al momento dell'accordo ipotizzavano la sopravvivenza dell'azienda. La reazione degli investitori crypto alla sentenza originaria era stata sostanzialmente neutra, segnalando come il mercato percepisse la sanzione come gestibile per un player di quelle dimensioni.
Il legame finanziario tra Binance e le venture Trump emerge come elemento particolarmente controverso. A maggio, un fondo di investimento creato dal fondo sovrano di Abu Dhabi ha utilizzato le stablecoin della famiglia Trump per investire in Binance, permettendo di fatto alla famiglia presidenziale di beneficiare economicamente da transazioni significative che coinvolgono il proprio token. Frank Bowman, professore di diritto dell'Università del Missouri ed esperto di grazie presidenziali, ha definito questo provvedimento "forse la grazia più apertamente corrotta della storia americana", sottolineando il nesso diretto tra benefici economici miliardari e clemenza presidenziale.
Per la community crypto italiana ed europea, questa vicenda assume rilevanza particolare nel contesto dell'imminente implementazione del regolamento MiCA, che stabilisce standard di compliance significativamente più rigorosi rispetto al framework normativo contestato da Binance negli Stati Uniti. L'approccio europeo alla regolamentazione degli exchange centralizzati (CEX) richiede trasparenza operativa e meccanismi antiriciclaggio molto più stringenti di quelli che Binance aveva sistematicamente eluso.
Bart Naylor, esperto di politiche finanziarie di Public Citizen, respinge l'idea che l'amministrazione Biden avesse condotto una guerra sistematica contro crypto. Secondo l'analista, al massimo la SEC guidata da Gary Gensler aveva mostrato scetticismo verso il settore, ma agenzie come il Dipartimento di Giustizia e il Tesoro non avevano mai costruito una narrazione che collegasse fortemente crypto e terrorismo, nonostante i casi lo avrebbero giustificato.
Dal suo insediamento, Trump ha invertito radicalmente la percezione dell'atteggiamento federale verso crypto, graziando non solo executive del settore ma anche un'intera società crypto, un apparente precedente storico. Il presidente e la sua famiglia hanno simultaneamente lanciato diverse venture crypto, contribuendo a un rapido incremento del patrimonio netto presidenziale stimato in miliardi. La grazia di Zhao si inserisce in questo contesto di ridefinizione normativa che privilegia l'espansione del settore rispetto all'enforcement regolamentare.
Per gli investitori crypto e gli operatori del settore, questa vicenda segnala un potenziale cambiamento paradigmatico nell'approccio regolamentare statunitense. Resta tuttavia da valutare se la riduzione della pressione normativa favorirà l'adozione mainstream o esporrà il mercato a rischi sistemici simili a quelli evidenziati dal caso FTX. La community europea osserva con attenzione, consapevole che l'approccio MiCA rappresenta un modello alternativo che privilegia la protezione degli investitori retail rispetto alla velocità di innovazione.