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XRP a rischio: 42% degli holder in perdita

Tempo di lettura 4 min
Valentina Romano
Di Valentina Romano
XRP a rischio: 42% degli holder in perdita

Il mercato di XRP (XRP) si trova in una fase di estrema fragilità strutturale, con oltre il 41,5% dell'offerta circolante – circa 27 miliardi di token – attualmente in perdita secondo i dati on-chain di Glassnode. Si tratta del livello di profittabilità più basso registrato da novembre 2024, quando il prezzo dell'asset viaggiava intorno ai 0,53 dollari. La particolarità di questo momento sta nel fatto che, nonostante XRP scambi oggi a circa 2,19 dollari – quasi quattro volte superiore rispetto a quel minimo – una quota massiccia di holder ha accumulato a prezzi ben più elevati, restando ora intrappolata in posizioni negative che potrebbero innescare ondate di capitolazione.

Questa distribuzione degli holder rivela un pattern tipico dei mercati "top-heavy", dove la concentrazione degli acquisti si è verificata nelle fasi euforiche del ciclo. Tony Sycamore, analista di mercato presso IG Australia, sottolinea come molti wallet abbiano caricato XRP durante i mesi di gennaio e nel periodo luglio-ottobre, quando il token quotava stabilmente sopra i 3,00 dollari. Il crollo successivo di oltre il 40% dal picco di 3,65 dollari toccato a luglio ha lasciato questa coorte di investitori con perdite non realizzate significative, una condizione che storicamente precede fasi di distribuzione forzata quando i prezzi continuano a scendere.

Il quadro tecnico si fa ancora più delicato considerando che solo il 58,5% della supply totale rimane in profitto, il dato più basso dal novembre 2024. La discrepanza tra prezzo attuale e livelli di profittabilità suggerisce che la maggior parte degli acquisti recenti si è concentrata in una finestra temporale ristretta e a valutazioni insostenibili. Sul breve termine, gli analisti identificano la zona dei 2,16 dollari come supporto critico: una tenuta potrebbe favorire un rimbalzo verso la banda 2,35-2,60 dollari, mentre una rottura al ribasso aprirebbe scenari di ulteriore debolezza, amplificati dalla probabile presenza di stop-loss cluster sotto i livelli attuali.

La percentuale di supply in profitto è crollata al 58,5%, il minimo da novembre 2024, nonostante il prezzo sia quattro volte superiore

L'arrivo di una nuova generazione di ETF spot su XRP introduce però una variabile potenzialmente dirompente nell'equazione domanda-offerta. Canary Capital ha inaugurato il 13 novembre il primo ETF spot su XRP negli Stati Uniti, registrando il miglior debutto del 2025 per prodotti di questo tipo. Franklin Templeton entrerà ufficialmente nel mercato il 18 novembre con il suo EZRP, seguita a ruota da proposte di Bitwise, 21Shares e CoinShares. Questi veicoli istituzionali potrebbero canalizzare liquidità fresca verso l'asset, ma la storia recente degli ETF crypto dimostra come i flussi iniziali dipendano fortemente dall'appetito al rischio generale e dalla fase di mercato.

L'analisi dei flussi on-chain conferma una struttura di mercato fragile. La concentrazione di holder in perdita crea un overhang di vendita potenziale che limita la capacità di sostenere rally duraturi fino a quando non si verifica una redistribuzione degli asset verso mani più forti o un ingresso massiccio di capitale nuovo. Nel contesto europeo, dove la regolamentazione MiCA sta progressivamente definendo il quadro normativo per i crypto-asset, l'arrivo di ETF rappresenta un segnale di maturazione del mercato, ma non garantisce automaticamente trend rialzisti nel breve periodo.

L'attività sulla XRP Ledger mostra comunque segnali di vitalità crescente, con un incremento delle transazioni che suggerisce utilizzo effettivo della rete al di là della pura speculazione. Alcuni miglioramenti normativi in determinate giurisdizioni hanno inoltre alleggerito parzialmente il sentiment negativo che aveva pesato sull'asset durante le fasi precedenti. Tuttavia, la pressure venditrice derivante dalle perdite non realizzate rimane il fattore dominante nella dinamica di breve termine.

Nelle prossime sedute, la correlazione tra performance di XRP e flussi degli ETF diventerà probabilmente il driver principale. Una chiusura netta sopra i 2,60 dollari potrebbe alleviare la pressione venditrice e innescare liquidazioni di posizioni short, mentre una perdita del supporto a 2,15 dollari rischierebbe di attivare una cascata di vendite da parte di holder che cercano di limitare le perdite. XRP si trova così intrappolato in un equilibrio precario tra la zavorra delle posizioni in perdita accumulate nei mesi scorsi e la promessa di nuova liquidità istituzionale veicolata dagli ETF, con il mercato che attende segnali direzionali chiari per definire il trend dei prossimi mesi.

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