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Bitcoin cala ma le criptovalute restano solide

Tempo di lettura 5 min
Davide Greco
Di Davide Greco
Bitcoin cala ma le criptovalute restano solide

Il mercato delle criptovalute sta attraversando una fase di turbolenza significativa che sta mettendo alla prova la resilienza dell'intero ecosistema digitale. Dopo aver toccato il massimo storico di circa 126.000 dollari il 6 ottobre scorso, Bitcoin (BTC) ha subito una correzione brusca che ha visto il suo valore crollare del 17% solo nel mese di novembre, seguita da oscillazioni giornaliere del 7% in entrambe le direzioni all'inizio di dicembre. Questa volatilità estrema solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del rally crypto e sulla capacità del settore di attrarre capitali istituzionali in modo stabile, mentre gli esperti del settore cercano di decifrare se si tratti di una semplice fase di consolidamento o dell'inizio di un trend ribassista più profondo.

Secondo l'analisi di Ravi Sarathy, professore di strategia e business internazionale presso la Northeastern University, e Alper Koparan, docente di finanza nella stessa istituzione, i fattori macroeconomici globali stanno convergendo in modo particolarmente sfavorevole per gli asset ad alto rischio come le criptovalute. La combinazione tra aspettative di rialzo dei tassi d'interesse dalla Bank of Japan - fermi praticamente a zero da oltre un decennio - e i tagli previsti dalla Federal Reserve statunitense sta generando preoccupazioni significative sul carry trade, quella strategia di investimento che ha alimentato la liquidità nei mercati americani negli ultimi anni.

Il meccanismo è relativamente semplice ma dalle conseguenze potenzialmente devastanti per gli asset rischiosi. Gli investitori che hanno preso prestiti in yen giapponesi a tassi quasi nulli per investire in mercati con rendimenti più elevati - incluso il crypto - potrebbero essere costretti a liquidare rapidamente le loro posizioni se il differenziale di tasso si riduce. Quando gli investitori leggono questi segnali d'allarme, la reazione tipica è uscire dagli investimenti ad alto rischio, e Bitcoin è certamente uno di questi, spiega Koparan, sottolineando come questa dinamica stia già influenzando i flussi di capitale nel settore.

La volatilità intrinseca di Bitcoin affonda le radici in caratteristiche strutturali che lo differenziano da qualsiasi asset tradizionale. La supply limitata a 21 milioni di BTC - un tetto massimo a cui la rete si sta rapidamente avvicinando - crea una scarsità programmata che amplifica qualsiasi variazione della domanda. A questo si aggiunge il fatto che le criptovalute non sono ancorate alla valuta di alcun paese e sono accessibili 24/7 attraverso la blockchain, quel registro digitale decentralizzato dove ogni transazione viene registrata in modo permanente e trasparente.

In circa 15 anni, Bitcoin è passato da zero a 120.000 dollari, e ora si attesta intorno ai 91.000 dollari - un percorso comunque straordinario

Ma è il comportamento degli investitori istituzionali a rappresentare la vera novità rispetto ai cicli passati. Dopo anni di scetticismo, l'approvazione degli ETF spot su Bitcoin negli Stati Uniti ha aperto le porte a fondi pensione, asset manager e corporate treasury che hanno iniziato ad allocare capitale significativo nel settore. Koparan evidenzia come negli ultimi due anni si siano registrati flussi massicci verso questi strumenti regolamentati, ma tra fine ottobre e novembre il trend si è invertito bruscamente, con deflussi netti che hanno contribuito alla pressione ribassista sui prezzi.

Il cambio di amministrazione a Washington ha giocato un ruolo cruciale in questa dinamica. Mentre la SEC sotto la presidenza Biden aveva mantenuto un approccio cauto e talvolta ostile verso le iniziative crypto e blockchain, la seconda amministrazione Trump ha segnato una svolta drastica verso politiche più favorevoli al settore. Questo cambiamento regolamentare ha inizialmente galvanizzato gli investitori istituzionali, ma la recente correzione dimostra che le dinamiche macroeconomiche possono facilmente sopraffare anche il sentiment politico più favorevole.

La regolamentazione limitata - o meglio, la sua assenza in molte giurisdizioni - rappresenta un'arma a doppio taglio per il mercato crypto. Da un lato consente la partecipazione diretta di investitori retail attraverso exchange centralizzati (CEX) e decentralizzati (DEX) senza le barriere tipiche dei mercati finanziari tradizionali. Dall'altro, facilita la speculazione estrema e l'uso di leva finanziaria che amplifica sia i guadagni che le perdite, creando quella volatilità che Sarathy identifica come caratteristica distintiva del settore.

Nonostante le turbolenze attuali, entrambi gli esperti concordano sul fatto che il mercato delle criptovalute non sia destinato a scomparire. Koparan lo definisce un "playground" permanente per gli investitori individuali, uno spazio digitale dove è possibile operare via internet senza limitazioni geografiche o temporali, un'attività che continuerà indipendentemente dalle fluttuazioni di prezzo di Bitcoin. Il settore ha già dimostrato capacità di resilienza notevoli, sopravvivendo al crollo di FTX nel novembre 2022 e a numerosi altri eventi traumatici nella sua storia relativamente breve.

La prospettiva di lungo periodo rimane quella che dovrebbe guidare l'analisi degli investitori più consapevoli. Sarathy sottolinea come, nonostante la correzione recente porti BTC intorno ai 91.000 dollari, la traiettoria complessiva dalla nascita della criptovaluta nel 2009 - come risposta decentralizzata e peer-to-peer alla crisi finanziaria globale - rimanga impressionante. Il fatto che un asset nato dal nulla abbia raggiunto una capitalizzazione di mercato superiore ai 1.800 miliardi di dollari al picco rappresenta una trasformazione strutturale del panorama finanziario globale.

Per gli investitori crypto italiani ed europei, queste dinamiche assumono rilevanza particolare nel contesto dell'implementazione del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che sta progressivamente creando un framework normativo più chiaro nell'Unione Europea. Mentre i mercati statunitensi oscillano tra politiche favorevoli e sfavorevoli al settore, l'Europa sta costruendo un approccio più strutturato che potrebbe attrarre capitale istituzionale alla ricerca di maggiore certezza regolamentare, potenzialmente riducendo parte della volatilità che caratterizza gli exchange non regolamentati.

La domanda chiave per i prossimi mesi riguarda la capacità del mercato di stabilizzare i prezzi e ricostruire la fiducia istituzionale. Gli analisti osservano con attenzione i flussi degli ETF, i volumi di trading on-chain e il comportamento delle whale - quegli investitori che detengono quantità significative di BTC e le cui mosse possono influenzare pesantemente il mercato. Se gli indicatori macroeconomici dovessero stabilizzarsi e il sentiment degli investitori istituzionali tornare positivo, potremmo assistere a un nuovo rally; in caso contrario, ulteriori correzioni potrebbero testare i supporti tecnici chiave intorno agli 80.000 dollari.

Disclaimer

I contenuti di CoinLabs sono forniti esclusivamente a scopo informativo ed educativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria o raccomandazioni di investimento; il mercato delle criptovalute comporta rischi significativi e si consiglia di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.