Il mercato degli ETF crypto mostra segnali di ripresa che potrebbero anticipare una nuova fase rialzista, con Bitcoin che consolida la sua posizione dominante mentre XRP emerge come sorpresa della settimana. Secondo i dati diffusi da CoinShares, i flussi netti verso i fondi crypto hanno raggiunto i 716 milioni di dollari nell'ultima settimana, con dinamiche che rivelano un mutamento significativo nel sentiment degli investitori istituzionali. Particolarmente rilevante è il deflusso record dai prodotti short su Bitcoin, il più consistente da marzo 2025, segnale interpretato dagli analisti come possibile capitolazione dei ribassisti e potenziale bottom di mercato.
Gli ETF su Bitcoin (BTC) hanno catalizzato 352 milioni di dollari, rappresentando circa la metà dell'intero afflusso settimanale verso i prodotti crypto. Il dato assume maggiore significato se contestualizzato con l'andamento del prezzo: BTC ha guadagnato il 6,6% nella settimana, raggiungendo i 90.259 dollari al momento della rilevazione. James Butterfill, responsabile della ricerca per CoinShares, sottolinea come i deflussi da prodotti short per 18,7 milioni di dollari rappresentino il valore più alto degli ultimi nove mesi.
Il dato tecnico più rilevante riguarda la correlazione storica: l'ultima volta che si era verificato un deflusso simile dai prodotti ribassisti su Bitcoin, il prezzo si trovava in un minimo locale analogo, seguito poi da una fase di recupero. Questo pattern suggerisce che gli investitori istituzionali attraverso gli exchange-traded product stiano posizionandosi per una ripresa, interpretando l'attuale fase di sentiment negativo come opportunità di accumulo piuttosto che segnale di ulteriori ribassi.
La vera sorpresa della settimana arriva però da XRP, che ha attirato 244 milioni di dollari in afflussi, posizionandosi come seconda crypto per interesse istituzionale e superando nettamente Ethereum. Il timing non è casuale: la scorsa settimana è stato lanciato il primo ETF leveraged su XRP, strumento che offre esposizione amplificata al token di Ripple. Ethereum (ETH) si è dovuto accontentare di 39 milioni di dollari, cifra significativa ma che evidenzia come l'interesse istituzionale si stia diversificando oltre le due crypto dominanti.
Il quadro macro degli asset under management (AUM) rivela una fase di recupero ancora parziale. Il totale degli asset gestiti dai fondi crypto ha raggiunto i 180 miliardi di dollari, in crescita del 7,9% rispetto ai minimi di novembre, ma ancora lontano dal picco storico di 264 miliardi. Questa differenza di 84 miliardi rappresenta sia il danno causato dalla fase ribassista sia il potenziale upside qualora il sentiment di mercato tornasse ai livelli precedenti.
Gli ultimi due giorni della settimana hanno però registrato deflussi minori, attribuiti da Butterfill alla pubblicazione di dati macroeconomici statunitensi che evidenziano persistenti pressioni inflazionistiche. Il Bureau of Labor Statistics ha rilasciato i dati PCE (personal consumption expenditures), l'indicatore d'inflazione preferito dalla Federal Reserve, che mostra un aumento del 2,8% su base annua a settembre, in lieve rallentamento rispetto al 2,9% di agosto ma superiore all'obiettivo del 2% della banca centrale.
L'attenzione del mercato crypto si concentra ora sulla riunione del Federal Open Market Committee prevista per mercoledì. Secondo Myriad, piattaforma di prediction market, esiste una probabilità del 94% che venga annunciato un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base. Una conferma in tal senso potrebbe catalizzare nuovi afflussi verso gli asset crypto, considerati dalla comunità degli investitori come hedge contro politiche monetarie espansive. Il momentum tecnico di Bitcoin, combinato con il posizionamento istituzionale evidenziato dai flussi degli ETF, suggerisce che il mercato si stia preparando a una fase di consolidamento in area 90.000 dollari prima di eventuali ulteriori movimenti direzionali.