Il settore delle infrastrutture per l'intelligenza artificiale sta attraversando una fase di forte volatilità che sta mettendo alla prova anche i progetti più promettenti. Iren (IREN), società specializzata in data center per AI e mining di criptovalute, ha subito una correzione superiore al 50% nelle ultime settimane, nonostante abbia triplicato il proprio valore dall'inizio dell'anno. Questo crollo rappresenta un caso emblematico di come le preoccupazioni infondate su una presunta "bolla AI" possano impattare anche su aziende con fondamentali solidi e partnership strategiche di rilievo. Per molti analisti, tuttavia, questo ritracciamento potrebbe configurarsi come un'opportunità di accumulo prima della prevista espansione nel business dei data center AI.
La recente debolezza del titolo è stata amplificata da una serie di rumors che hanno colpito l'intero comparto AI. Particolare impatto ha avuto la notizia, poi smentita, secondo cui il progetto da 10 miliardi di dollari di Oracle per un data center sarebbe stato in stallo a causa del mancato accordo di finanziamento con Blue Owl. Oracle ha immediatamente rettificato, confermando che il progetto in Michigan procede regolarmente anche senza il supporto di Blue Owl. Analogamente, l'azienda ha dovuto smentire voci su presunti ritardi nei data center dedicati a OpenAI.
Queste dinamiche hanno generato un effetto domino su tutto il settore, ma non tutte le società esposte all'AI presentano gli stessi rischi. Iren si distingue per una situazione finanziaria particolarmente robusta, con un current ratio di 5.52 che indica una capacità più che adeguata di far fronte agli impegni a breve termine. Inoltre, la società ha già siglato un accordo quinquennale con Microsoft, distanziandosi così dalle problematiche legate alla sostenibilità finanziaria di OpenAI che hanno alimentato le speculazioni di mercato.
Il fattore Bitcoin (BTC) rappresenta attualmente un elemento di pressione aggiuntivo sui conti di Iren. Nel primo trimestre dell'anno fiscale 2026, chiuso il 30 settembre, ben il 97% dei ricavi della società proveniva ancora dal mining di criptovalute. Questo significa che le oscillazioni del prezzo di Bitcoin si traducono direttamente in variazioni dei profitti aziendali, almeno nel breve termine. La recente fase di consolidamento del mercato crypto ha quindi contribuito al sell-off del titolo, evidenziando come l'asset rimanga ancora parzialmente correlato alle dinamiche delle criptovalute.
Tuttavia, questa correlazione è destinata a indebolirsi drasticamente nei prossimi trimestri. La roadmap aziendale prevede una trasformazione radicale del modello di business, con l'obiettivo di generare 3,4 miliardi di dollari in ricavi ricorrenti annuali (ARR) entro fine 2026, interamente derivanti dall'infrastruttura per AI cloud. Per contestualizzare l'entità di questo shift, nell'anno fiscale 2025 concluso a giugno, Iren aveva registrato ricavi totali per 501 milioni di dollari, con circa il 97% ancora legato al mining crypto. Il passaggio rappresenta quindi un'espansione di quasi sette volte del fatturato in poco più di un anno.
La partnership con Microsoft costituisce la pietra angolare di questa trasformazione. L'accordo fornisce visibilità sui ricavi futuri e testimonia la fiducia di uno dei giganti tech nella capacità di Iren di fornire infrastrutture di qualità. La società dispone inoltre di capacità energetica sufficiente per supportare multipli contratti della stessa portata, aprendo la strada a un'accelerazione ulteriore dell'ARR attraverso nuove partnership strategiche.
Nonostante il sentiment negativo che ha caratterizzato il settore AI nell'ultimo mese, i dati fondamentali continuano a indicare una domanda robusta. Broadcom ha riportato una crescita dei ricavi da semiconduttori AI del 74% anno su anno nel quarto trimestre fiscale 2025, mentre Micron Technology ha superato le aspettative con un incremento del 56,6% anno su anno nel primo trimestre fiscale 2026. Questi risultati confermano che la domanda di infrastrutture AI continua a crescere a ritmi sostenuti, suggerendo che il recente pullback sia più legato a fattori di sentiment che a cambiamenti nei fondamentali del settore.
Per gli investitori crypto-native abituati alla volatilità degli asset digitali, la correzione di Iren potrebbe rappresentare un'opportunità per esporsi indirettamente al settore AI attraverso una società che mantiene ancora un piede nel mondo delle criptovalute. La transizione dal mining alle infrastrutture AI può essere vista come un'evoluzione naturale, considerando che entrambi i settori richiedono competenze simili nella gestione di datacenter ad alta intensità energetica. Con la progressiva riduzione della dipendenza da Bitcoin e l'espansione dei contratti enterprise, Iren potrebbe configurarsi come un veicolo d'investimento ibrido sempre più orientato verso l'economia digitale del futuro.