La decisione di un tribunale federale americano di sbloccare oltre 57 milioni di dollari in USDC collegati al controverso token Libra ha scatenato una reazione a catena sui mercati delle criptovalute che nessuno si aspettava. Il giudice Jennifer L. Rochon del Distretto Meridionale di New York ha rimosso il congelamento dei fondi detenuti nei portafogli di Hayden Davis, promotore di meme coin, e Ben Chow, ex CEO dell'exchange Meteora, aprendo un nuovo capitolo in una vicenda che sembrava ormai chiusa. Questa mossa giudiziaria ha riacceso immediatamente l'interesse degli investitori verso un progetto che solo pochi mesi fa aveva vissuto uno dei crolli più spettacolari nella storia delle criptovalute.
Il rimbalzo impossibile di un token dato per morto
I numeri parlano chiaro e raccontano una storia che sembra sfidare ogni logica del mercato crypto. LIBRA ha registrato un'impennata del 393% nelle ultime 24 ore, con un incremento superiore al 409% nell'arco di una settimana, portando il prezzo a 0,043 dollari con un volume di scambi giornaliero che ha raggiunto quasi 70.000 dollari. Per comprendere la portata di questo fenomeno, bisogna ricordare che il token aveva toccato una capitalizzazione di mercato di 4,56 miliardi di dollari poco dopo il lancio, salvo poi perdere oltre il 97% del suo valore in appena 24 ore lo scorso febbraio.
La causa del crollo originario era stata un post sui social media, poi cancellato, del presidente argentino Javier Milei che aveva fatto credere agli investitori di un supporto governativo al progetto. Il mercato delle criptovalute, noto per la sua volatilità estrema, aveva punito severamente quella che si era rivelata essere una falsa aspettativa, relegando LIBRA nell'oblio dei token falliti.
Le implicazioni legali dietro lo sblocco dei fondi
La decisione del tribunale non rappresenta tuttavia una vittoria definitiva per i protagonisti di questa vicenda. Il giudice Rochon ha spiegato che la rimozione del congelamento si basa sul fatto che sia Davis che Chow hanno rispettato le restrizioni precedentemente imposte e non hanno tentato di spostare o nascondere i fondi. La causa class-action intentata dagli investitori per danni superiori ai 100 milioni di dollari rimane però attiva, con i procedimenti ancora nelle fasi iniziali.
Samson Enzer, avvocato di Chow presso lo studio legale Cahill Gordon & Reindel LLP, ha definito le accuse "non verificate" durante l'udienza, annunciando l'intenzione di presentare una mozione per il rigetto del caso. Lo sblocco dei fondi fornisce ora ai convenuti l'accesso al capitale necessario per preparare la loro difesa legale.
Un progetto ancora sotto la lente d'ingrandimento
Davis era diventato il volto pubblico del progetto durante il suo declino e aveva successivamente dichiarato di mantenere il controllo degli asset del token. Chow, dal canto suo, si era dimesso da Meteora dopo le conseguenze del crollo, in seguito a dispute interne sulla decisione di collaborare con Davis. Questi sviluppi interni avevano ulteriormente minato la credibilità di un progetto già compromesso agli occhi della comunità crypto.
Nonostante la recente decisione del tribunale abbia riportato LIBRA sotto i riflettori, il futuro a lungo termine del progetto rimane avvolto nell'incertezza. La volatilità estrema che caratterizza ancora il token dimostra come gli investitori stiano procedendo con estrema cautela, consapevoli che questioni legali irrisolte potrebbero influenzare drasticamente le prospettive future. Il caso di LIBRA rappresenta un esempio emblematico di come il mondo delle criptovalute possa riservare sorprese inaspettate, anche quando un progetto sembra definitivamente tramontato.