Il mondo crypto si ritrova nuovamente a fare i conti con le critiche feroci di Michael Burry, l'investitore leggendario che aveva previsto il crollo dei mutui subprime del 2008 e immortalato nel film "The Big Short". Mentre Bitcoin (BTC) tenta un rimbalzo tecnico dopo settimane di consolidamento, Burry ha rincarato la dose definendo la principale criptovaluta per capitalizzazione di mercato "completamente priva di valore", nonostante il recente recupero oltre i 93.000 dollari. Le sue parole arrivano in un momento delicato per il mercato, con gli investitori che cercano di interpretare i segnali contrastanti tra sentiment bearish di figure autorevoli della finanza tradizionale e pattern tecnici che suggeriscono una possibile ripresa del momentum rialzista.
Durante un'apparizione al podcast "Against the Rules" condotto da Michael Lewis, Burry non ha usato mezzi termini nel descrivere il rally di Bitcoin verso quota 100.000 dollari come la cosa più ridicola che abbia mai visto. L'investitore ha paragonato la criptovaluta alle celebri bolle speculative del passato, definendola persino peggiore della mania dei tulipani olandesi del XVII secolo. La sua argomentazione si spinge oltre il mero giudizio sul valore intrinseco: Burry sostiene che Bitcoin abbia facilitato un'estesa attività criminale sommersa, aggiungendo una dimensione etica alla sua critica finanziaria.
Questa non rappresenta la prima volta che il gestore di Scion Asset Management attacca pubblicamente il settore crypto. Già nel 2021, in pieno bull run, Burry aveva bollato Bitcoin e gli altri asset digitali come una "bolla speculativa", una posizione che lo allinea con altri noti scettici della finanza tradizionale. La sua persistenza nel criticare BTC solleva interrogativi sul divario sempre più marcato tra la visione della old economy e quella dei nativi digitali che vedono nelle criptovalute una rivoluzione del sistema finanziario globale.
La coalizione dei critici crypto vede infatti Burry affiancato da Peter Schiff, storico sostenitore dell'oro e probabilmente il più vocale detrattore di Bitcoin degli ultimi anni. Il 30 novembre, Schiff ha argomentato che il recente calo di BTC non può essere liquidato come parte di un generico risk-off del mercato, sostenendo invece che la vendita rifletta la natura fondamentalmente "falsa" dell'asset. In un post particolarmente caustico, Schiff ha ammesso che il suo "errore più grande" con Bitcoin sia stato "sovrastimare la capacità degli altri di comprendere perché non avrebbe funzionato".
Le dichiarazioni di Schiff si fanno ancora più taglienti quando guarda al futuro del mercato crypto. L'investitore ha deriso coloro che celebravano le feste per Bitcoin a 100.000 dollari un anno fa, chiedendosi quanti di loro avessero previsto che il 2025 si sarebbe rivelato così deludente, aggiungendo che il 2026 potrebbe rivelarsi persino peggiore. Questa narrazione bearish contrasta nettamente con le previsioni di molti analisti on-chain che continuano a identificare segnali bullish nei fondamentali della rete.
Paradossalmente, mentre Burry e Schiff intensificano le loro critiche, Bitcoin ha guadagnato il 6% nelle ultime 24 ore, riportandosi a quota 93.000 dollari e mostrando una resilienza che sembra sfidare le previsioni più pessimistiche. L'analista di CCN Valdrin Tahiri ha identificato pattern tecnici incoraggianti, notando che il prezzo ha formato una candela bullish engulfing e confermato il primo higher low in due mesi, segnale classico di inversione di trend nelle analisi chartist.
Secondo l'analisi tecnica di Tahiri, BTC sta attualmente tentando di rompere una trendline di resistenza diagonale che ha contenuto i prezzi nelle ultime settimane. Se la breakout venisse confermata con volumi adeguati, gli obiettivi rialzisti si posizionerebbero a 98.100 dollari (livello di Fibonacci 0.382) e successivamente a 103.500 dollari (Fibonacci 0.50). Questi target tecnici suggeriscono un potenziale upside del 11% rispetto ai livelli attuali, offrendo una prospettiva completamente opposta alle visioni catastrofiste degli scettici tradizionali.
Il dibattito tra sostenitori e detrattori di Bitcoin solleva questioni fondamentali sulla natura stessa del valore nell'era digitale. Mentre figure come Burry ancorano la loro analisi ai paradigmi della finanza tradizionale, i crypto-nativi argomentano che il valore di BTC risieda nella sua scarsità programmata, nella decentralizzazione e nell'indipendenza dai sistemi bancari centralizzati. La comunità crypto italiana, particolarmente sensibile alle tematiche regolamentari dopo l'introduzione del framework MiCA a livello europeo, osserva questa battaglia dialettica con interesse, consapevole che l'adozione mainstream dipenderà anche dalla capacità di rispondere alle critiche della finanza istituzionale.
Il mercato nelle prossime settimane dovrà dimostrare se i segnali tecnici di inversione identificati dagli analisti crypto prevarranno sulle narrative bearish alimentate da investitori tradizionali di peso come Burry. L'eventuale superamento stabile della soglia psicologica dei 100.000 dollari rappresenterebbe non solo un traguardo tecnico, ma anche una risposta concreta alle critiche di chi continua a definire Bitcoin una bolla destinata a scoppiare.