Il mercato crypto e tech vive di correlazioni spesso sottovalutate, e quanto sta accadendo a Microsoft in queste settimane rappresenta un segnale d'allarme per l'intero ecosistema dell'intelligenza artificiale e, di riflesso, per i progetti blockchain che puntano su questa tecnologia. Le azioni del colosso di Redmond hanno subito un calo significativo del 5% circa, scivolando al quarto posto nella classifica globale per capitalizzazione di mercato, superata da Google. Non si tratta di una semplice correzione tecnica: gli investitori stanno ricalibrando le aspettative sull'effettiva redditività dell'AI, un trend che potrebbe avere ripercussioni pesanti sui token legati a questo settore e sulle valutazioni di progetti che promettono integrazione tra blockchain e intelligenza artificiale.
La questione centrale ruota attorno ai limiti infrastrutturali fisici che stanno emergendo nel settore dell'AI cloud computing. Il CEO di Microsoft Satya Nadella ha recentemente ammesso in un'intervista che l'azienda ha GPU di NVIDIA letteralmente "sugli scaffali" perché manca l'elettricità necessaria per alimentarle. La rete elettrica statunitense non riesce a tenere il passo con la domanda di energia degli hyperscaler, creando un collo di bottiglia che ricorda per certi versi le problematiche di scalabilità che hanno afflitto Ethereum prima del Merge. Questo limite fisico sta spingendo gli investitori a rivedere le proiezioni di crescita esponenziale che avevano alimentato la bolla valuativa dell'AI negli ultimi due anni.
Il parallelo con il mondo crypto diventa ancora più evidente guardando ai numeri. Oracle, trasformatasi in un'azienda AI-first, ha mancato sia le proiezioni sui ricavi che sui profitti, registrando addirittura cash flow negativo mentre il suo business AI fatica a generare profitti tangibili. L'azienda ha avvertito che la sua spesa in capitale per il 2026 sarà di 15 miliardi di dollari superiore alle stime precedenti. Broadcom è crollata dell'11% dopo aver deluso Wall Street con un backlog di ordini da 73 miliardi che non riesce a evadere. Questa dinamica ricorda pericolosamente le promesse non mantenute di progetti DeFi durante il bear market del 2022, dove TVL gonfiati artificialmente nascondevano modelli di business insostenibili.
Per Microsoft, il problema è aggravato dalla dipendenza quasi totale da OpenAI per i suoi modelli di intelligenza artificiale. A differenza di Google, che controlla più strati dello stack tecnologico con la propria infrastruttura server Tensor, Microsoft rivende essenzialmente GPU NVIDIA e tecnologia OpenAI, posizionandosi più come intermediario che come innovatore. Questa vulnerabilità è emersa prepotentemente quando Google Gemini Pro ha superato i modelli OpenAI nella maggior parte dei benchmark, erodendo in un solo mese il vantaggio competitivo che Microsoft aveva costruito in due anni. Google ha così superato Microsoft in capitalizzazione di mercato, salendo al terzo posto globale.
Sul fronte consumer, Microsoft Copilot non ha certo incendiato il mercato. L'implementazione in Notepad, Paint e altre applicazioni Windows 11 appare frettolosa e priva di visione strategica, alimentando il malcontento già diffuso verso il sistema operativo. Dove l'azienda sta ottenendo risultati concreti è nell'enterprise, particolarmente con soluzioni AI conformi alle normative per studi legali e istituzioni finanziarie, settori dove le architetture centralizzate e monitorate dall'IT aziendale rappresentano un vantaggio. Anche GitHub Copilot si sta rivelando un successo, offrendo ai programmatori un'alternativa più accessibile a Claude di Anthropic.
La questione normativa sta inoltre pesando sulle valutazioni. I procuratori generali di diversi stati USA hanno inviato a Microsoft e altri player dell'AI una lettera di avvertimento sulle "allucinazioni deliranti" e comportamenti problematici dell'AI, dopo casi eclatanti di "psicosi artificiale" in cui la tecnologia ha alimentato ideazioni pericolose in persone vulnerabili. Per chi opera nel settore crypto, questo scenario richiama l'arrivo della regolamentazione MiCA in Europa: protezione degli utenti che potenzialmente riduce i margini di profitto, ma che alla lunga potrebbe consolidare gli operatori più solidi.
Per i progetti blockchain che puntano sull'integrazione con l'AI, questo momento rappresenta un banco di prova cruciale. Token di progetti come Fetch.ai, SingularityNET o altri nell'ecosistema dell'AI decentralizzata potrebbero beneficiare di una narrativa alternativa ai modelli centralizzati, ma dovranno dimostrare sostenibilità economica reale. La lezione che arriva da Wall Street è chiara: le promesse tecnologiche devono tradursi in cash flow positivi e modelli di business concreti, non solo in roadmap ambiziose e partnership annunciate.
L'assenza di Microsoft dal mobile computing, conseguenza della decisione miope di Nadella di abbandonare Windows Phone, si rivela oggi un handicap strategico. Apple ha rafforzato la propria posizione abbandonando i suoi tentativi di AI proprietaria per affidarsi a Google Gemini per Siri e altre funzionalità. Microsoft si trova così confinata a Windows e all'enterprise, mentre Google e Apple controllano il mobile. Per un parallelo crypto, è come essere esclusi dai wallet mobile quando la maggior parte delle transazioni avviene su smartphone.
Gli investitori stanno quindi rivalutando l'intera catena del valore dell'AI infrastrutturale, con ripercussioni che si estendono ben oltre Microsoft. NVIDIA, Meta e Oracle stanno tutte affrontando scrutinio crescente sulla reale redditività dei loro investimenti miliardari. Per il settore crypto, il messaggio è inequivocabile: anche nelle narrative più calde, dalla DeFi all'AI, i fondamentali economici alla fine contano. Chi promette rivoluzioni tecnologiche senza dimostrare capacità di generare valore sostenibile rischia di vedere le proprie valutazioni crollare quando il mercato passa dall'euforia alla razionalità.