Il mercato delle criptovalute assiste a una silenziosa ma intensissima guerra di accumulo tra due colossi corporate che stanno ridefinendo le strategie di tesoreria aziendale. Da una parte MicroStrategy continua la sua storica missione di accumulo Bitcoin, dall'altra BitMine intensifica il controllo su Ethereum. Le dimensioni e la tempistica di queste operazioni suggeriscono dinamiche di mercato ben più profonde di quanto appaia in superficie, con implicazioni significative per la distribuzione della ricchezza crypto e i futuri equilibri di potere nel settore.
L'ultima mossa di MicroStrategy ha fatto tremare i mercati: 8.178 BTC acquisiti in una sola settimana per circa 835,6 milioni di dollari, a un prezzo medio di 102.171 dollari per moneta. L'operazione porta il tesoro complessivo della società a quota 649.870 BTC, acquistati per un totale di 48,37 miliardi di dollari con un prezzo medio di carico di 74.433 dollari. I dati, confermati direttamente da Michael Saylor e Strategy Inc, certificano una posizione che vale oltre il 3,1% dell'intera supply di Bitcoin in circolazione.
La strategia aggressiva non è casuale. Saylor aveva anticipato la mossa pochi giorni prima con dichiarazioni che suonavano come un avvertimento al mercato: "Stiamo comprando parecchio... la gente rimarrà piacevolmente sorpresa". Il CEO ha ribadito che Strategy "compra sempre" e che l'accumulo proseguirà senza sosta. Il BTC yield della società per il 2025 si attesta al 27,8%, un rendimento che alimenta sia entusiasmo che preoccupazioni tra analisti e investitori retail.
Secondo i dati verificati da Lookonchain, MicroStrategy siede su un unrealized profit di 12,88 miliardi di dollari, pari a un +27% rispetto al costo di carico, nonostante le recenti correzioni di mercato. La cifra rappresenta uno dei maggiori guadagni non realizzati mai registrati da una singola entità corporate nel settore crypto. Tuttavia, la community rimane profondamente divisa sulla sostenibilità di questo modello, soprattutto dopo le turbolenze che hanno colpito altre aziende fortemente esposte su asset crypto.
Gli esperti del settore offrono letture contrastanti. L'analista Miles Deutscher ha smontato le preoccupazioni più allarmiste: "Anche se BTC scendesse del -70%, Saylor non dovrebbe vendere... Non esiste margin call". La struttura finanziaria di MicroStrategy, secondo questa visione, sarebbe progettata per resistere a shock di mercato estremi senza essere costretta a liquidazioni forzate, uno scenario che ricorderebbe i traumi vissuti da altri player durante i bear market precedenti.
Jeff Dorman ha rincarato la dose, definendo le preoccupazioni su eventuali vendite forzate "nemmeno lontanamente un problema". L'analista ha sottolineato tre pilastri della solidità finanziaria della società: spese per interessi contenute, cash flow positivo e il 42% di ownership di Saylor, che impedisce interventi da parte di investitori attivisti che potrebbero forzare cambi di strategia. Questa struttura proprietaria rappresenta un elemento distintivo rispetto ad altre società quotate esposte su crypto.
Parallelamente, BitMine sta conducendo una strategia speculare ma focalizzata su Ethereum (ETH), consolidando posizioni significative sulla seconda blockchain per capitalizzazione. Le dinamiche di accumulo corporate su ETH, storicamente meno comuni rispetto a Bitcoin, potrebbero segnalare una crescente fiducia istituzionale verso l'ecosistema degli smart contract e delle applicazioni DeFi. La mossa assume particolare rilevanza in vista dei prossimi upgrade del protocollo Ethereum e dell'evoluzione del panorama regolamentare europeo.
Nel contesto normativo, queste strategie corporate assumono valenza ancora maggiore con l'imminente implementazione del MiCA (Markets in Crypto-Assets) nell'Unione Europea. Le grandi posizioni accumulate da entità pubbliche potrebbero influenzare le discussioni regolamentari, specialmente per quanto riguarda la trasparenza delle riserve e i requisiti di capitale per società che utilizzano crypto come asset di tesoreria. La Consob italiana e l'ESMA stanno monitorando attentamente questi sviluppi.
L'impatto sul mercato di queste operazioni di accumulo è tangibile. Ogni acquisto di MicroStrategy tende a creare pressione rialzista su Bitcoin, riducendo la supply disponibile sugli exchange e influenzando il sentiment degli investitori retail. Gli analisti on-chain hanno notato una correlazione crescente tra gli annunci di Saylor e i movimenti di prezzo di BTC nelle 48 ore successive, un pattern che i trader più sofisticati hanno iniziato a monitorare sistematicamente.
Guardando avanti, la sostenibilità di queste strategie dipenderà dalla capacità di entrambe le società di continuare a finanziare gli acquisti senza compromettere la solidità del bilancio. MicroStrategy ha storicamente utilizzato emissioni di debito convertibile e offerte di azioni per finanziare gli acquisti di Bitcoin, una strategia che funziona bene in mercati rialzisti ma che potrebbe mostrare limiti in fasi prolungate di mercato orso. I prossimi trimestri saranno cruciali per valutare se questo modello di tesoreria corporate in crypto rappresenta davvero il futuro o un'anomalia destinata a normalizzarsi.