Il mondo crypto è in fermento dopo che Michael Saylor, executive chairman di Strategy (MSTR), ha modificato domenica scorsa il suo ormai celebre pattern di comunicazione sui social. Per oltre un anno, l'imprenditore ha utilizzato un grafico costellato di punti arancioni per anticipare gli acquisti settimanali di Bitcoin (BTC) da parte della sua società, ma questa volta ha sorpreso tutti pubblicando lo stesso grafico con una domanda provocatoria: "E se iniziassimo ad aggiungere punti verdi?". Il cambiamento, apparentemente innocuo, ha scatenato un'ondata di speculazioni nella community, con implicazioni potenzialmente dirompenti per il più grande holder istituzionale di BTC quotato in borsa.
Strategy detiene attualmente quasi 650.000 BTC, una posizione che la rende il principale corporate treasury holder di Bitcoin al mondo. Tuttavia, le azioni MSTR stanno attraversando un periodo decisamente turbolento: il titolo è crollato del 41% dall'inizio dell'anno e ha perso circa il 70% rispetto al massimo storico raggiunto poco più di un anno fa. Questo crollo ha drasticamente limitato la capacità dell'azienda di emettere nuove azioni ordinarie per finanziare ulteriori acquisizioni di Bitcoin, costringendola a virare verso l'emissione di azioni privilegiate perpetue.
La speculazione sui "punti verdi" ha assunto una nuova dimensione dopo che Phong Le, CEO di Strategy, ha rilasciato dichiarazioni chiave durante un podcast. Le ha confermato che l'azienda non ha rischi di rifinanziamento a breve termine, ma ha anche rivelato un dettaglio cruciale: se il rapporto multiple to net asset value (mNAV) della società scende sotto 1, Strategy potrebbe vendere Bitcoin per finanziare i dividendi sulle azioni privilegiate perpetue. Un'eventualità che contraddirebbe frontalmente il mantra ripetuto infinite volte da Saylor: "Non vendi mai il tuo Bitcoin".
Il CEO ha però precisato un aspetto tecnico-fiscale interessante: Strategy potrebbe vendere selettivamente BTC con un cost basis più elevato per compensare i capital gains, una strategia che aumenterebbe il numero di Bitcoin per azione. Questo approccio sofisticato alla gestione del portafoglio dimostra che l'azienda sta pianificando scenari alternativi alla semplice accumulazione perpetua, un segnale che alcuni analisti interpretano come pragmatismo necessario, altri come una crepa nella narrazione "hodl forever".
La community crypto italiana e internazionale si sta dividendo sull'interpretazione dei "punti verdi". Alcune ipotesi includono operazioni di buyback azionario, cambiamenti nella struttura del bilancio, o persino l'inizio di vendite selettive di Bitcoin. Quest'ultima possibilità, fino a pochi mesi fa considerata impensabile, ora appare nel campo delle possibilità concrete dato il deterioramento della posizione finanziaria di Strategy e la pressione sui detentori di azioni ordinarie, sempre più diluiti dalle emissioni di preferred shares.
Il contesto di mercato rende la situazione ancora più delicata: Bitcoin si trova attualmente attorno agli 86.500 dollari, in una fase di consolidamento dopo i massimi raggiunti nell'ultimo bull run. Per Strategy, la capacità di continuare ad accumulare BTC dipende strettamente dalla performance del proprio titolo azionario, creando un circolo vizioso quando il sentiment si deteriora. Gli investitori retail e istituzionali che hanno puntato su MSTR come proxy leverage di Bitcoin stanno ora scoprendo i rischi di questa strategia in un mercato ribassista.
La questione dei dividendi sulle azioni privilegiate rappresenta un nodo critico. I critici del modello di business di Strategy sostengono che, senza ulteriori diluizioni degli azionisti ordinari o vendite di Bitcoin, la società non potrà sostenere i pagamenti promessi. Questo scenario metterebbe Saylor di fronte a una scelta difficile: tradire il suo principio fondamentale di non vendere mai BTC, oppure continuare a diluire gli azionisti ordinari fino a erodere completamente il valore delle loro posizioni.
Dal punto di vista dell'adozione istituzionale, la vicenda Strategy rappresenta un caso di studio fondamentale. L'azienda ha dimostrato che è possibile costruire un corporate treasury basato su Bitcoin, attirando l'attenzione di numerose altre società quotate. Tuttavia, sta anche rivelando le complessità e i rischi di questa strategia quando il mercato entra in una fase di stress. Per gli investitori italiani ed europei, storicamente più prudenti rispetto alla controparte americana, questa situazione conferma l'importanza di comprendere non solo l'asset sottostante (Bitcoin), ma anche la struttura finanziaria delle società che lo detengono.
Lunedì rivelerà se i "punti verdi" di Saylor annunciano una nuova fase strategica per Strategy o semplicemente un'altra mossa comunicativa dell'imprenditore più bullish su Bitcoin. Nel frattempo, la community osserva con attenzione: un'eventuale vendita di BTC da parte del più convinto sostenitore dell'hodling perpetuo segnerebbe un momento simbolico significativo per l'intero settore crypto, indipendentemente dalle giustificazioni tecniche o fiscali che potrebbero accompagnarla.