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Russia punta su stablecoin per sfuggire alle sanzioni

4 min
Valentina Romano
Di Valentina Romano
Russia punta su stablecoin per sfuggire alle sanzioni

Il sistema finanziario russo si trova a un punto di svolta storico. Dopo il congelamento di oltre 30 milioni di dollari in USDT appartenenti a utenti russi da parte di Tether nel marzo 2025, il Ministero delle Finanze di Mosca ha accelerato i piani per sviluppare una stablecoin nazionale ancorata al rublo. Questa mossa rappresenta solo l'ultimo capitolo nella lunga battaglia della Russia per sottrarsi alla morsa delle sanzioni occidentali e ridurre la dipendenza dal dollaro americano nel commercio internazionale, aprendo nuovi interrogativi sull'evoluzione della finanza globale in un mondo sempre più frammentato.

Le stablecoin occidentali: un'arma a doppio taglio per l'economia russa

Il congelamento dei wallet collegati a Garantex, un exchange cryptocurrency russo, ha suonato come un campanello d'allarme nei corridoi del potere moscovita. Quest'azione unilaterale ha messo in evidenza la vulnerabilità della Russia rispetto alle stablecoin estere come USDT e USDC, entrambe ancorate al dollaro statunitense e soggette a regolamentazioni che possono essere utilizzate come leva politica.

Osman Kabaloev, vice direttore del dipartimento di politica finanziaria del Ministero delle Finanze russo, ha espresso chiaramente la necessità di sviluppare alternative domestiche. "Dobbiamo ridurre al minimo la dipendenza da autorità regolatorie straniere e proteggerci dalle sanzioni esterne", ha dichiarato il funzionario in un intervento che ha fatto rapidamente il giro degli ambienti finanziari russi.

Un percorso già tracciato verso la sovranità digitale

L'idea di una stablecoin russa non nasce dal nulla. Nel 2023, la Banca Centrale russa aveva già avviato discussioni con l'Iran per creare una valuta digitale garantita dall'oro da utilizzare nelle transazioni transfrontaliere. Quel progetto si inseriva in un contesto più ampio di cooperazione economica tra paesi sottoposti a sanzioni occidentali.

La creazione di una stablecoin ancorata al rublo rappresenterebbe ora un'evoluzione naturale di questa strategia, con l'obiettivo specifico di neutralizzare il rischio di congelamento degli asset da parte di attori terzi come Tether. Si tratta di un tassello fondamentale nel mosaico di iniziative che Mosca sta implementando per costruire un'architettura finanziaria alternativa.

Le cryptocurrencies sono diventate l'ultimo campo di battaglia nella guerra economica tra Est e Ovest.

L'impatto sul business russo e il pragmatismo delle autorità

Il congelamento dei wallet ha costretto numerose aziende russe a riconsiderare l'utilizzo di USDT per i pagamenti internazionali. Con l'intensificarsi delle restrizioni economiche, molte imprese vedono nelle stablecoin uno strumento indispensabile per mantenere vivi i canali commerciali con l'estero, ma l'incidente di Tether ha dimostrato che anche questa via non è priva di rischi.

Le autorità russe hanno adottato un approccio pragmatico alla questione, permettendo ad alcune aziende selezionate di testare sistemi di pagamento basati su crypto per le transazioni internazionali, pur mantenendo il divieto per quelle domestiche. Questo esperimento controllato rappresenta un tentativo di valutare alternative digitali che possano aggirare le restrizioni finanziarie imposte dall'Occidente.

La partita geopolitica dietro la moneta digitale

La vicenda delle stablecoin si inserisce in un contesto geopolitico più ampio, dove la Russia cerca di ridisegnare le rotte del commercio internazionale e i meccanismi di pagamento per resistere alle pressioni occidentali. Gli osservatori del mercato finanziario italiano paragonano questa situazione alla ricerca di autonomia energetica che l'Europa ha intrapreso dopo la crisi del gas russo, ma con i ruoli invertiti.

Nonostante gli sforzi, la Russia si trova ad affrontare sfide significative. Il valore del rublo rimane volatile, influenzato dalle sanzioni e dall'andamento del mercato delle materie prime, rendendo più complessa la creazione di una stablecoin stabile e affidabile. Inoltre, l'isolamento dal sistema finanziario occidentale limita la capacità di Mosca di attrarre investimenti tecnologici necessari per sviluppare infrastrutture blockchain all'avanguardia.

Un futuro di frammentazione monetaria digitale?

L'iniziativa russa potrebbe rappresentare un precedente significativo per altri paesi che cercano di sottrarsi all'egemonia del dollaro. Se dovesse avere successo, potremmo assistere alla nascita di un ecosistema di stablecoin nazionali o regionali, ciascuna ancorata alla propria valuta di riferimento e operante secondo regole diverse.

Per l'Italia e l'Europa, questo scenario presenta sia opportunità che rischi. Da un lato, potrebbe offrire nuove possibilità di commercio con mercati altrimenti difficili da raggiungere; dall'altro, una frammentazione del sistema dei pagamenti internazionali potrebbe aumentare i costi di transazione e complicare la compliance normativa per le aziende che operano su scala globale.

Il governo russo sembra comunque determinato a proseguire su questa strada, considerando la sovranità finanziaria digitale non più come un'opzione ma come una necessità strategica in un mondo dove le tensioni geopolitiche si manifestano sempre più spesso attraverso sanzioni economiche e restrizioni finanziarie.

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