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Shiba Inu: previsioni per il prossimo anno

Tempo di lettura 4 min
Serena Bianchi
Di Serena Bianchi
Shiba Inu: previsioni per il prossimo anno

Il mondo delle criptovalute è costellato di storie improbabili che sfidano ogni logica di mercato, e quella di Shiba Inu (SHIB) rappresenta forse il caso più estremo di ascesa meteorica seguita da una progressiva perdita di momentum. Dopo aver registrato un rally leggendario nel 2021 con un incremento documentato da CoinMarketCap pari a 11.430.362%, questo token ERC-20 basato su Ethereum si trova oggi a fare i conti con una realtà ben diversa: la competizione agguerrita nel settore crypto e la necessità di dimostrare un'utilità concreta oltre al semplice status di meme coin. La domanda che molti holder si pongono è se SHIB possa replicare anche solo in parte quella performance esplosiva nei prossimi dodici mesi, o se il suo momento di gloria appartenga definitivamente al passato.

A differenza delle blockchain layer 1 più consolidate come Bitcoin o Ethereum, Shiba Inu opera come token ERC-20 sulla rete Ethereum, una scelta strategica che ha comportato vantaggi e svantaggi distintivi. Questa implementazione ha certamente ridotto i tempi e i costi di sviluppo iniziali, permettendo al progetto di sfruttare immediatamente l'infrastruttura di Ethereum, il suo linguaggio di programmazione Solidity e gli upgrade continui della rete. L'associazione con Ethereum ha inoltre conferito una patina di credibilità a quello che altrimenti sarebbe rimasto un token marginale nel mare magnum delle altcoin.

Tuttavia, essere un ERC-20 significa anche condividere la capacità di rete con migliaia di altri token e protocolli DeFi, una situazione che può generare congestione nei momenti di picco. Le gas fees rappresentano un problema concreto: attualmente attestate intorno ai 0,32 dollari per transazione, possono facilmente superare i 2 dollari durante periodi di alta attività on-chain. Questa volatilità delle commissioni rende SHIB meno competitivo rispetto a blockchain più veloci ed economiche come Solana o BNB Chain, penalizzando l'utilizzo pratico del token per pagamenti o trasferimenti frequenti.

Il team di sviluppo ha tentato di distanziarsi dall'etichetta puramente speculativa di meme coin costruendo un ecosistema di piattaforme correlate. ShibaSwap, il DEX proprietario del progetto, permette agli utenti di scambiare token e di partecipare al cosiddetto "burying", un meccanismo assimilabile allo staking delle reti proof-of-stake dove gli holder bloccano i propri token per periodi determinati in cambio di ricompense. L'intento è chiaro: creare casi d'uso concreti e incentivare la retention dei possessori di lungo periodo.

I rendimenti dello staking su Shiba Inu si fermano allo 0,1% annuo secondo Kraken, impallidendo di fronte al 9% offerto da Solana o persino dell'1,1% di dividend yield medio dell'S&P 500

Questi numeri evidenziano una debolezza strutturale dell'ecosistema SHIB nel trattenere capitali attraverso incentivi economici competitivi. Per gli investitori crypto abituati a valutare progetti in base a metriche come TVL, APY e attività degli sviluppatori, Shiba Inu fatica a giustificare un posizionamento nel portafoglio basato su fondamentali solidi. La differenziazione tentata attraverso ShibaSwap e altre iniziative non sembra aver prodotto risultati apprezzabili in termini di adozione o crescita organica della community.

Guardando ai prossimi dodici mesi, le prospettive di SHIB dipenderanno meno dai fattori specifici del token e molto di più dal sentiment generale del mercato crypto. L'amministrazione Trump ha impresso una svolta regolatoria significativa negli Stati Uniti, ordinando alla SEC un approccio più morbido e orientato alla chiarezza normativa piuttosto che alle azioni di enforcement. Iniziative come la proposta di una Bitcoin Strategic Reserve americana e il Genius Act per promuovere l'adozione delle stablecoin potrebbero catalizzare un'ondata di capitali istituzionali verso l'intero settore.

In Europa, l'implementazione progressiva del regolamento MiCA sta creando un quadro normativo più definito che potrebbe favorire l'ingresso di investitori retail e istituzionali precedentemente frenati dall'incertezza giuridica. Questi sviluppi macro potrebbero innescare fasi di euforia generalizzata in cui anche asset altamente speculativi come Shiba Inu beneficiano di improvvisi picchi di domanda, guidati più dal FOMO che da valutazioni razionali.

La realtà è che SHIB rimane fondamentalmente un asset speculativo la cui valutazione dipende dalla psicologia di mercato e dalla disponibilità degli investitori a scommettere su movimenti di prezzo di breve termine. Gli early adopter che hanno cavalcato il rally del 2021 hanno avuto una combinazione irripetibile di fortuna e diamond hands, mantenendo le posizioni mentre il token schizzava verso massimi impensabili. Replicare quella performance appare altamente improbabile nel contesto attuale, caratterizzato da una maggiore maturità del mercato e da una concorrenza molto più articolata.

Per chi considera un'esposizione a Shiba Inu, l'approccio più prudente resta quello di trattarlo come una piccola posizione satellite all'interno di un portafoglio crypto più ampio e diversificato, dove la maggior parte del capitale è allocata su protocolli con fondamentali più solidi e utility dimostrata. SHIB potrebbe ancora registrare spike di volatilità al rialzo durante le fasi bull del mercato, ma contare su performance sostenute nel lungo periodo significa ignorare le evidenze strutturali che lo collocano tra gli asset ad altissimo rischio del panorama crypto contemporaneo.

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