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Il settore bancario tradizionale statunitense compie un altro passo significativo verso l'integrazione della tecnologia blockchain. SoFi Technologies, fintech con licenza bancaria nazionale, ha annunciato il lancio imminente di SoFiUSD, una stablecoin ancorata al dollaro che sarà emessa direttamente da SoFi Bank. La mossa arriva a meno di un mese dalla decisione della società di rientrare nel mercato crypto, dopo aver sospeso l'offerta di trading nel 2023, e si inserisce in un contesto normativo radicalmente mutato negli Stati Uniti. L'Office of the Comptroller of the Currency ha infatti concesso la scorsa settimana approvazioni condizionali a diverse entità per emettere stablecoin con charter bancari nazionali, aprendo di fatto la strada a quella che molti osservatori definiscono "l'era delle stablecoin bancarie".
SoFi si posiziona tra le prime banche nazionali americane a emettere una stablecoin su blockchain pubblica e permissionless, un dettaglio tutt'altro che trascurabile. La scelta di operare su infrastrutture decentralizzate, piuttosto che su ledger privati come hanno fatto alcuni competitor tradizionali, rappresenta un cambio di paradigma per un'istituzione sottoposta a vigilanza bancaria federale. Ethereum (ETH) sarà la prima blockchain su cui SoFiUSD debutterà, con piani di espansione multi-chain nel medio termine per massimizzare la disponibilità globale del token.
L'architettura della stablecoin prevede un backing completo in contanti, con le riserve parcheggiate direttamente presso il conto che SoFi Bank detiene alla Federal Reserve. Questa struttura consente quella che la società definisce "capacità di rimborso immediato", elemento cruciale per garantire la fiducia degli utenti dopo i traumi del depegging di diverse stablecoin algoritmiche negli ultimi anni. SoFi ha inoltre dichiarato che sarà in grado di condividere un rendimento attraente con i detentori di SoFiUSD e i partner, monetizzando essenzialmente i depositi attraverso i tassi d'interesse della Fed.
La strategia di SoFi va oltre la semplice emissione di una stablecoin. La società ha annunciato che la sua infrastruttura permetterà ad altre aziende di lanciare stablecoin white-label, posizionandosi come provider tecnologico per banche e fintech. Questo modello ricorda quello adottato da altri emittenti consolidati come Circle, ma con la differenza sostanziale di operare sotto la supervisione diretta della vigilanza bancaria federale, un aspetto che potrebbe risultare attraente per istituzioni tradizionali ancora riluttanti a esporsi direttamente al settore crypto.
I casi d'uso immediati per SoFiUSD includono il business di trading crypto della stessa SoFi, che dallo scorso mese consente ai membri di acquistare criptovalute direttamente dai conti correnti e di risparmio. La piattaforma supporta attualmente 30 diverse criptovalute, tra cui Bitcoin (BTC), Ethereum e Solana (SOL). Tuttavia, l'ambizione dichiarata si estende a rimesse internazionali e pagamenti, settori dove le stablecoin hanno già dimostrato vantaggi in termini di velocità e costi rispetto ai circuiti tradizionali.
Il rilancio crypto di SoFi coincide con un momento particolarmente favorevole per l'azienda sui mercati tradizionali. Le azioni della società quotata viaggiavano intorno ai 25 dollari giovedì, con un rally del 75% negli ultimi sei mesi che riflette l'ottimismo degli investitori sulla nuova direzione strategica. A gennaio, il CEO Noto aveva promesso che SoFi sarebbe stata "incredibilmente aggressiva" con le offerte crypto, sfruttando l'evoluzione del quadro normativo sotto l'amministrazione Trump.
L'approvazione del framework legislativo sulle stablecoin durante l'estate ha effettivamente cambiato le carte in tavola. Prima di quella svolta, molti analisti avevano previsto che una regolamentazione chiara avrebbe scatenato una proliferazione di stablecoin branded sul mercato, e le mosse di SoFi sembrano confermare questa previsione. La supervisione bancaria diretta potrebbe rappresentare il fattore differenziante che SoFiUSD cerca di sfruttare in un mercato dominato da player come Tether (USDT) e USD Coin (USDC), nessuno dei quali opera con un charter bancario nazionale completo.
Resta da vedere se il modello "bank-grade oversight" riuscirà ad attrarre utenti abituati alla maggiore flessibilità operativa delle stablecoin emesse da società crypto native. La sfida per SoFi sarà bilanciare conformità normativa e velocità di innovazione, in un settore dove l'agilità operativa ha spesso rappresentato un vantaggio competitivo decisivo. L'espansione multi-chain prevista sarà il primo banco di prova per verificare se un'istituzione bancaria tradizionale può muoversi con la stessa rapidità dei competitor nativi digitali.