MicroStrategy (MSTR), la società che detiene il più grande tesoro Bitcoin (BTC) al mondo con oltre 650.000 BTC in bilancio, si trova ad affrontare una potenziale esclusione dagli indici azionari globali gestiti da MSCI, una mossa che potrebbe innescare deflussi di capitale fino a 8,8 miliardi di dollari. La notizia arriva in un momento particolarmente delicato per la strategia di accumulazione di Bitcoin portata avanti dal CEO Michael Saylor, dopo che il prezzo della principale criptovaluta ha registrato una correzione del 26% dal massimo storico sopra i 120.000 dollari, stabilizzandosi attorno ai 93.000 dollari.
Secondo quanto riportato da Reuters, MicroStrategy è attualmente in trattative con il provider di indici MSCI riguardo a una possibile rimozione della società dai principali benchmark azionari, tra cui l'MSCI USA e l'MSCI World. La decisione definitiva dovrebbe arrivare entro il 15 gennaio 2025, una data che potrebbe segnare un punto di svolta per l'approccio corporate all'adozione di Bitcoin come asset di riserva del tesoro.
Gli analisti di JPMorgan hanno quantificato l'impatto potenziale: se altri fornitori di indici seguissero l'esempio di MSCI, si potrebbero verificare deflussi fino a 8,8 miliardi di dollari. Il razionale è legato alla presenza di MicroStrategy in numerosi prodotti d'investimento passivi che replicano questi indici, rendendo qualsiasi esclusione un evento di mercato automaticamente significativo. Saylor stesso ha confermato l'esistenza del dialogo con MSCI, pur esprimendo dubbi sull'accuratezza delle stime di JPMorgan.
La questione centrale riguarda la sostenibilità della strategia di leveraged Bitcoin accumulation adottata da MicroStrategy. Attraverso emissioni continue di debito ed equity, la società con sede a Tysons Corner, Virginia, ha costruito una posizione in BTC che rappresenta quasi il 3% dell'intera offerta circolante di Bitcoin. Questa strategia, che ha reso MSTR un proxy azionario per l'esposizione a Bitcoin, è finita sotto scrutinio dopo la recente volatilità del mercato crypto.
La discrepanza tra la performance del sottostante e quella del titolo evidenzia i rischi specifici della strategia di indebitamento per accumulare asset crypto. Quando Bitcoin è crollato temporaneamente fino a 82.000 dollari, i critici hanno intensificato le loro perplessità sulla capacità della società di continuare a finanziare ulteriori acquisizioni di BTC mantenendo livelli di leverage sostenibili nel medio-lungo termine.
L'eventuale esclusione dagli indici MSCI potrebbe innescare una spirale di vendite forzate da parte dei fondi passivi che non avrebbero altra scelta se non liquidare le posizioni in MSTR per mantenere la conformità con i benchmark di riferimento. Questo meccanismo automatico, tipico dell'industria degli exchange-traded fund e dei fondi indicizzati, rappresenta una vulnerabilità strutturale per titoli che adottano strategie non convenzionali come quella di MicroStrategy.
Dal punto di vista del mercato crypto più ampio, la vicenda solleva interrogativi sull'integrazione tra finanza tradizionale e asset digitali. MicroStrategy ha pionerato un modello di corporate Bitcoin treasury che diverse altre società hanno poi imitato, seppur su scala ridotta. Un'esclusione dagli indici mainstream potrebbe raffreddare l'entusiasmo di altre corporation verso strategie simili, rallentando potenzialmente un canale di adozione istituzionale.
La tempistica della decisione MSCI coincide con un periodo di consolidamento per il mercato crypto dopo il rally post-elezioni USA che aveva spinto Bitcoin verso nuovi massimi. Con il prezzo attualmente a 93.000 dollari, il sentiment degli investitori sta oscillando tra aspettative di una ripresa del bull run e timori di una correzione più profonda. Il caso MicroStrategy aggiunge un elemento di incertezza legato alle dinamiche dei mercati azionari tradizionali.
Per gli investitori crypto, la situazione rappresenta un promemoria dei rischi associati all'esposizione indiretta a Bitcoin attraverso strumenti equity. Sebbene MSTR abbia storicamente offerto leva all'upside di Bitcoin, la struttura di capitale della società introduce fattori di rischio addizionali rispetto alla semplice detenzione diretta di BTC, inclusi rischi di liquidità, rischi di refinanziamento del debito e ora anche rischi legati all'inclusione in indici azionari.
Nei prossimi quaranta giorni, il mercato attenderà con attenzione la decisione finale di MSCI, che potrebbe stabilire un precedente su come i provider di indici classificano società con esposizioni massicce ad asset crypto. L'esito avrà implicazioni non solo per MicroStrategy, ma per l'intero dibattito su come la finanza tradizionale debba incorporare le nuove classi di asset digitali nei propri framework di investimento passivo e costruzione di portafogli.