Il dibattito sulla privacy digitale e la gestione dei dati personali torna prepotentemente al centro dell'attenzione nel settore crypto, dove la tensione tra trasparenza on-chain e protezione degli utenti rappresenta uno dei nodi cruciali per l'adozione mainstream. La questione dei cookie e del tracciamento online si intreccia sempre più con le dinamiche delle piattaforme crypto, degli exchange centralizzati e dei protocolli DeFi, sollevando interrogativi sulla reale decentralizzazione dei servizi che operano all'intersezione tra Web2 e Web3.
Le piattaforme crypto che operano attraverso interfacce web tradizionali si trovano oggi a dover bilanciare conformità normativa e aspettative di privacy della community. La maggior parte degli exchange centralizzati (CEX) e delle piattaforme DeFi con frontend web implementano sistemi di tracciamento simili a quelli dei tradizionali siti e-commerce, raccogliendo dati comportamentali degli utenti attraverso cookie di terze parti per finalità pubblicitarie e analitiche.
Questa pratica stride con l'ethos originario delle criptovalute, nato proprio come risposta alla sorveglianza finanziaria e alla centralizzazione dei dati personali. La blockchain di Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) garantisce pseudonimato nelle transazioni, ma l'utilizzo di piattaforme web per accedere a questi network introduce potenziali vettori di de-anonimizzazione attraverso tecnologie di tracciamento standard del Web2.
Nel contesto normativo europeo, il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) e il GDPR impongono agli operatori crypto stringenti obblighi in materia di protezione dati. Le piattaforme devono ottenere consenso esplicito per cookie non essenziali, mentre i cosiddetti "cookie tecnici" necessari al funzionamento base dei servizi possono essere implementati senza autorizzazione preventiva. La distinzione tra queste categorie rimane tuttavia sfumata, specialmente quando si parla di analytics necessarie alla sicurezza degli smart contract.
Gli sviluppatori di protocolli decentralizzati stanno esplorando alternative che preservino maggiormente la privacy, come l'implementazione di interfacce completamente on-chain o l'utilizzo di tecnologie come IPFS per l'hosting distribuito dei frontend. Progetti come Tornado Cash hanno dimostrato sia il potenziale che i rischi regolamentari associati a soluzioni orientate alla privacy totale, con conseguenze che continuano a riverberarsi sull'intero settore.
La questione assume particolare rilevanza per gli utenti italiani, tradizionalmente più sensibili alla privacy dopo anni di dibattito sul GDPR. La Consob ha più volte sottolineato l'importanza della trasparenza informativa da parte degli operatori crypto, includendo esplicitamente le modalità di gestione dei dati personali raccolti attraverso canali digitali nelle sue linee guida per il settore.
Guardando al futuro, l'evoluzione verso soluzioni layer 2 e protocolli di nuova generazione potrebbe offrire framework più privacy-oriented, ma la tensione tra conformità normativa, user experience e principi di decentralizzazione rimarrà un tema centrale. Gli investitori e gli utenti crypto dovrebbero prestare crescente attenzione non solo alla sicurezza dei propri wallet e chiavi private, ma anche alle informazioni comportamentali che involontariamente cedono navigando piattaforme che, pur operando nel mondo crypto, mantengono pratiche di tracciamento del tutto tradizionali.