Il crollo del mercato crypto delle ultime settimane sta mettendo sotto pressione i bilanci delle società che hanno adottato strategie di tesoreria basate su asset digitali. Le cosiddette Digital Asset Treasury (DAT) - aziende che mantengono criptovalute nel proprio bilancio corporate invece della tradizionale liquidità - stanno registrando perdite non realizzate per miliardi di dollari, evidenziando come l'interconnessione sempre più stretta tra Wall Street e il mondo crypto possa amplificare gli effetti delle turbolenze di mercato. La correlazione tra mercati tradizionali e digitali si è dimostrata ancora una volta problematica quando le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno innescato un effetto domino che ha spazzato via quasi 19 miliardi di dollari di capitalizzazione crypto in un solo giorno.
Secondo un'analisi condotta dalla piattaforma di analisi onchain CryptoQuant, le perdite non realizzate stanno colpendo sia i pionieri che i nuovi arrivati della strategia DAT. Strategy (Nasdaq: MSTR), la società fondata da Michael Saylor che detiene la più grande tesoreria Bitcoin al mondo con 641.692 BTC per un controvalore di oltre 67 miliardi di dollari, ha visto il proprio titolo azionario crollare del 50% rispetto ai massimi storici. La performance dell'equity riflette direttamente l'andamento del prezzo di Bitcoin (BTC), sceso del 6% nell'ultimo mese a quota 105.081 dollari.
La situazione si replica anche nelle versioni internazionali del modello Saylor. Metaplanet, quotata alla Borsa di Tokyo e considerata l'equivalente giapponese di Strategy, accumula perdite non realizzate per circa 120 milioni di dollari con un titolo che ha perso l'80% dal suo picco massimo. Bitmine Immersion Technologies (NYSE: BMNR), guidata dal veterano di Wall Street Tom Lee e focalizzata su Ethereum (ETH) invece che su Bitcoin, ha aggiunto 442.000 ETH al proprio portafoglio tra ottobre e inizio novembre, ma si ritrova ora con perdite non realizzate per 2,1 miliardi di dollari mentre ETH scambia a 3.520 dollari, in calo dell'8% mensile.
Il caso più eclatante riguarda Evernorth, società sostenuta da Ripple che ha iniziato le operazioni di tesoreria in XRP solo il 20 ottobre scorso. Nel giro di appena 2,5 settimane, la posizione in XRP ha generato perdite non realizzate per circa 78 milioni di dollari, dimostrando quanto volatili possano essere le strategie DAT anche su token di prima fascia. XRP è riuscito comunque a recuperare parte delle perdite grazie al rally del weekend, attestandosi a 2,53 dollari.
L'innesco della correzione risale esattamente a un mese fa, quando il presidente Donald Trump ha minacciato l'imposizione di dazi al 100% sulla Cina a metà ottobre. L'annuncio ha scatenato una vendita massiccia che ha cancellato 19 miliardi di dollari dal mercato crypto in una singola sessione, evidenziando come le tensioni geopolitiche e commerciali possano avere ripercussioni immediate sugli asset digitali. La correlazione tra mercati tradizionali e crypto, una volta considerata bassa e quindi utile per la diversificazione, si è trasformata in un amplificatore di rischio sistemico.
La situazione delle DAT pone interrogativi sulla sostenibilità di queste strategie di tesoreria corporate in un mercato caratterizzato da alta volatilità. Mentre durante i bull market queste società beneficiano di apprezzamenti esponenziali che si riflettono positivamente sui titoli azionari, le fasi di correzione espongono gli azionisti a un doppio livello di rischio: quello intrinseco della volatilità crypto e quello della reazione del mercato equity tradizionale. Per gli investitori retail italiani, abituati a maggiore prudenza e sensibili alle tematiche di gestione del rischio, questi episodi rappresentano un monito sulla necessità di valutare attentamente l'esposizione indiretta al crypto attraverso strumenti azionari.
Le prossime settimane saranno cruciali per verificare se le società DAT manterranno la loro strategia "HODL" o se alcune inizieranno a diversificare o ridurre le posizioni. Con l'implementazione del regolamento MiCA in Europa e una crescente attenzione normativa anche negli Stati Uniti, queste società potrebbero trovarsi a dover gestire non solo la volatilità di mercato ma anche nuovi requisiti di disclosure e gestione del rischio che potrebbero influenzare le loro strategie di allocazione degli asset digitali.