Il mercato delle criptovalute sta assistendo a un fenomeno controverso che sta ridisegnando il panorama degli investimenti crypto: oltre 200 società quotate in borsa hanno annunciato quest'anno la trasformazione in Digital Asset Treasury Companies (DAT), aziende che fanno dell'accumulo di criptovalute la loro attività principale. Si tratta di un trend che ha visto miliardi di dollari affluire verso imprese spesso fallimentari – dai produttori di whiskey al cioccolato ai venditori di creme solari anti-squalo – che hanno trovato nel rebranding crypto una seconda vita. Ma mentre alcuni vedono in questo movimento una democratizzazione dell'accesso agli asset digitali, crescono le preoccupazioni sulla sostenibilità di un modello che ricorda pericolosamente la bolla delle "blockchain company" del 2017-2018.
Il modello operativo delle DAT è apparentemente semplice: società quotate raccolgono capitale tramite emissioni azionarie e lo utilizzano per accumulare criptovalute nei loro bilanci. Il tutto è iniziato nel 2020 quando MicroStrategy, guidata dall'evangelista Bitcoin (BTC) Michael Saylor, ha dato il via alla strategia diventando una delle azioni più performanti degli ultimi cinque anni. Ora ribrandizzata come Strategy, l'azienda tech ha ispirato decine di imitatori che hanno progressivamente spostato il focus da Bitcoin verso token più di nicchia e meno consolidati.
Per gli investitori retail, le DAT promettono di eliminare le barriere tecniche all'ingresso nel mondo crypto. S.Y. Lee, fondatore del progetto Story – focalizzato sulla monetizzazione della proprietà intellettuale tramite blockchain e supportato dal fondo venture a16z crypto – sottolinea come anche investitori sofisticati esitino di fronte alla gestione di wallet digitali. La partnership recente di Story con Heritage Distilling, produttore di whiskey al cioccolato e vodka alla lavanda, rappresenta proprio questo tentativo di semplificazione: comprare azioni DAT diventa facile quanto operare sul proprio conto broker tradizionale.
Ma dietro la narrativa dell'accessibilità si celano storie aziendali preoccupanti. Mill City Ventures, passata da sviluppatore di poker online e prestiti ad alto interesse a DAT focalizzata sulla criptovaluta Sui, ha accettato di pagare almeno 1 milione di dollari annui in commissioni a una società di gestione crypto. Safety Shot, che commercializza una bevanda che promette di abbassare il tasso alcolemico del 50% in 30 minuti, è diventata una DAT incentrata su Bonk, un meme coin a tema cane, dopo aver prodotto in passato rimedi per herpes labiale e "benessere sessuale femminile".
Il coinvolgimento della famiglia Trump ha aggiunto visibilità ma anche controversie al settore. Alt5 Sigma, che si è impegnata ad acquistare 1,5 miliardi di dollari di token World Liberty Financial, ha una storia travagliata: la sua predecessora JanOne fu citata in giudizio dalla SEC nel 2021 per presunta cospirazione nella redazione di report finanziari falsi. La sussidiaria canadese di Alt5 è stata recentemente condannata per riciclaggio di denaro in Ruanda, mentre Eric Trump, inizialmente destinato al consiglio d'amministrazione, è diventato semplice "osservatore" per conformarsi alle regole di quotazione del Nasdaq.
Anche Justin Sun, fondatore miliardario della blockchain Tron e figura controversa nel mondo crypto – coinvolto in dispute legali con ex dipendenti, con il magnate dei media David Geffen per presunta frode e con la SEC per manipolazione di mercato – ha trovato spazio in questo ecosistema. SRM Entertainment, venditrice di gadget per parchi a tema con una storia di perdite, è diventata una DAT focalizzata su Tron sotto la guida del CEO Richard Miller, ex broker di Stratton Oakmont, la famigerata società protagonista di "The Wolf of Wall Street".
I numeri delle operazioni sollevano interrogativi sulla reale natura di queste trasformazioni. Miller ha esercitato stock option che gli hanno permesso di acquistare azioni a 56 centesimi e rivenderle oltre 10 dollari quando il titolo era al picco, intascando oltre 1 milione di dollari. Da allora il prezzo delle azioni è crollato significativamente, pattern ricorrente tra molte DAT che registrano brevi impennate iniziali seguite da prolungati ribassi.
Austin Campbell, fondatore di Zero Knowledge Consulting e professore alla NYU Stern School of Business, non usa mezzi termini: "Probabilmente abbiamo superato il picco delle DAT, se vogliamo essere onesti". Il paragone con il 2017-2018 è inevitabile: allora Kodak lanciò KodakCoin mentre Long Island Iced Tea si ribrandizzò come Long Blockchain Corp. Entrambe godettero di brevi aumenti azionari ma non trovarono successo duraturo, con Long Island che finì delistata dal Nasdaq e diversi individui accusati di insider trading.
Le implicazioni regolamentorie potrebbero rappresentare il vero turning point. La decisione della SEC di facilitare il lancio di exchange-traded fund (ETF) su forme di criptovalute più di nicchia potrebbe erodere il vantaggio competitivo delle DAT, offrendo agli investitori strumenti più tradizionali e regolamentati per l'esposizione agli asset digitali. Jason Rozovsky, responsabile policy di Axelar, suggerisce tuttavia che l'interesse per le DAT Bitcoin continua a crescere nonostante la disponibilità di ETF, indicando che queste strutture potrebbero rimanere parte duratura del mercato.
Per il panorama crypto italiano ed europeo, il fenomeno DAT solleva questioni rilevanti nel contesto del regolamento MiCA che disciplina i mercati degli asset digitali nell'Unione. La trasformazione di società fallimentari in veicoli di investimento crypto attraverso semplici pivot strategici richiama l'attenzione su temi di tutela degli investitori e trasparenza, particolarmente sensibili per regolatori come ESMA e Consob. Mentre il mercato attendeva una maturazione istituzionale del settore, la proliferazione di DAT con storie aziendali controverse rischia di minare la credibilità che Bitcoin ed Ethereum hanno faticosamente costruito negli anni.