Il caso Binance torna a far tremare il mondo crypto con rivelazioni che potrebbero ridefinire gli standard di compliance dell'intero settore. Nonostante il patteggiamento da oltre 4 miliardi di dollari raggiunto nel 2023 con le autorità statunitenali proprio per carenze nei controlli antiriciclaggio, l'exchange fondato da Changpeng "CZ" Zhao avrebbe continuato a processare transazioni sospette senza adeguati controlli KYC. Una nuova inchiesta del Financial Times, pubblicata nelle prime ore di lunedì, rivela un network di 13 account specifici attraverso cui sono transitati centinaia di milioni di dollari, alcuni con collegamenti diretti a organizzazioni terroristiche. La questione assume contorni ancora più controversi alla luce del recente perdono presidenziale concesso proprio a CZ da Donald Trump, in un contesto di crescenti legami commerciali tra Binance e la famiglia Trump.
I numeri dell'inchiesta sono allarmanti: i conti sospetti avrebbero processato 1,7 miliardi di dollari in pagamenti complessivi, di cui 144 milioni transitati dopo il plea deal del 2023 che avrebbe dovuto chiudere definitivamente queste pratiche. Gli esempi riportati dal Financial Times rivelano falle enormi nei sistemi di verifica dell'identità. Un account intestato a un uomo brasiliano utilizzava un documento d'identità vecchio di oltre vent'anni con data di nascita illeggibile, eppure ha ricevuto oltre 10 milioni di dollari in crypto, inclusi fondi provenienti da indirizzi wallet associati all'organizzazione terroristica Al-Law.
Ancora più eclatante il caso di un account riconducibile a una donna venezuelana che ha modificato i dettagli bancari del proprio profilo 647 volte nell'arco di quattordici mesi, facendo transitare attraverso il wallet oltre 100 milioni di dollari. Per gli esperti di compliance AML consultati dal Financial Times, si tratta di red flag che qualsiasi istituzione finanziaria tradizionale avrebbe intercettato immediatamente. La risposta ufficiale di Binance alle accuse è stata lapidaria: le definizioni sono state bollate come "grotesquely sensationalist", sostanzialmente sensazionalistiche in modo grottesco.
Questa non è la prima volta che Binance finisce sotto la lente per insufficienti standard antiriciclaggio post-patteggiamento. L'International Consortium of Investigative Journalists aveva già pubblicato un report simile il mese scorso, evidenziando come diversi exchange internazionali, Binance incluso, continuassero a operare con politiche AML inadeguate. Nel settore crypto, dove la tensione tra privacy e compliance rimane uno dei temi più divisivi, questi episodi rischiano di fornire nuove munizioni ai regolatori più severi, specialmente in Europa dove il regolamento MiCA sta ridefinendo gli obblighi di conformità per tutti gli operatori.
Il timing delle rivelazioni è particolarmente delicato considerando il perdono presidenziale concesso a CZ da Trump appena qualche settimana fa. L'ex CEO di Binance era stato condannato proprio per il suo ruolo nelle carenti politiche antiriciclaggio dell'exchange durante il suo mandato. Il perdono ha scatenato accuse di corruzione senza precedenti, alimentate dai significativi rapporti commerciali tra Binance e World Liberty Financial, il progetto crypto della famiglia Trump. L'accordo prevede l'integrazione di 2 miliardi di dollari della stablecoin USD1 nell'ecosistema Binance, con collaborazioni che secondo CoinDesk si stanno recentemente intensificando.
Il contrasto con il trattamento riservato agli sviluppatori di privacy tool è stridente e ha sollevato interrogativi sulla coerenza della politica crypto dell'amministrazione Trump. Keonne Rodriguez, co-fondatore di Samourai Wallet, ha recentemente iniziato a scontare una condanna a cinque anni per accuse di riciclaggio, nonostante il suo software non avesse mai preso custodia diretta dei fondi degli utenti. La differenza fondamentale? Rodriguez non ha alcun legame commerciale con la famiglia Trump. Durante un evento della scorsa settimana, il presidente ha dichiarato che valuterà un possibile perdono per gli sviluppatori di Samourai, ma molti nella community crypto rimangono scettici.
La vicenda evidenzia la complessità del panorama regolatorio crypto statunitense, dove le decisioni sembrano sempre più influenzate da considerazioni politiche ed economiche piuttosto che da principi coerenti. Nei primi giorni del suo mandato, Trump aveva già graziato Ross Ulbricht, condannato all'ergastolo come operatore del darknet marketplace Silk Road, segnalando un approccio selettivo alle questioni crypto-legali. Per gli operatori del settore, specialmente quelli focalizzati su privacy e decentralizzazione, il messaggio appare chiaro: la protezione legale potrebbe dipendere più dalle connessioni che dai meriti tecnici o dalle intenzioni.
Le implicazioni per il mercato sono significative. Se le accuse del Financial Times venissero confermate da ulteriori indagini, Binance – che rimane il più grande exchange crypto per volumi di trading – potrebbe affrontare nuove sanzioni e una perdita di fiducia da parte degli utenti retail e istituzionali. Nel frattempo, la community crypto si trova divisa tra chi chiede maggiore trasparenza e standard più rigorosi per favorire l'adozione mainstream, e chi teme che eccessive regolamentazioni possano soffocare l'innovazione e tradire i principi di decentralizzazione su cui si fonda l'intero movimento. La prossima mossa delle autorità regolatorie, sia negli Stati Uniti che in Europa, sarà determinante per definire il futuro del settore.