Il mercato delle criptovalute si trova nel bel mezzo di una tempesta perfetta che vede convergere una massiccia scadenza di opzioni del valore di oltre 3,7 miliardi di dollari e un crollo generalizzato dei prezzi che ha fatto evaporare più di 180 miliardi di dollari dalla capitalizzazione totale. La giornata di venerdì 13 giugno si sta rivelando particolarmente sfortunata per gli investitori crypto, con Bitcoin che ha perso il 4,3% scivolando a 103.000 dollari ed Ethereum che ha subito un tonfo ancora più drammatico del 10%, precipitando sotto la soglia psicologica dei 2.500 dollari. Questo scenario di alta volatilità coincide proprio con l'imminente scadenza di una delle più grandi ondate di contratti derivati dell'anno.
La grande scadenza: oltre 28.000 contratti Bitcoin in bilico
All'orizzonte si profila l'expiry di circa 28.000 contratti di opzioni su Bitcoin dal valore nozionale di 3 miliardi di dollari, un evento che secondo gli analisti dovrebbe avere un impatto limitato sui mercati spot considerando la situazione simile verificatasi la settimana precedente. Il rapporto put/call di 0,95 indica una sostanziale parità tra posizioni rialziste e ribassiste, segno di un mercato profondamente diviso sulle prospettive future della criptovaluta più famosa al mondo.
Il cosiddetto max pain point è fissato a 107.000 dollari, circa 3.000 dollari sopra i prezzi spot attuali, rappresentando il livello dove si concentreranno le maggiori perdite alla scadenza dei contratti. Secondo i dati di Deribit, il principale exchange di derivati crypto, l'open interest più elevato si registra negli strike price compresi tra 110.000 e 140.000 dollari, con oltre 1,5 miliardi di dollari per ogni livello di prezzo.
Ethereum non da meno: 687 milioni in scadenza
Parallelamente ai contratti Bitcoin, anche Ethereum vede scadere oggi circa 250.000 contratti di opzioni per un valore nozionale di 687 milioni di dollari. La seconda criptovaluta per capitalizzazione presenta un max pain point a 2.700 dollari e un rapporto put/call di 1,2, indicativo di una maggiore pressione ribassista rispetto a Bitcoin. La somma complessiva delle scadenze di venerdì raggiunge così i 3,6 miliardi di dollari.
Sentiment del mercato: trader divisi e strategie difensive
L'analisi di Greeks Live, importante provider di derivati crypto, rivela un mercato caratterizzato da profonde divisioni strategiche. Come sottolineato dall'azienda, "il gruppo appare diviso sulla direzione del mercato, con i ribassisti che dominano le conversazioni mentre diversi trader si sono orientati verso l'acquisto di put per protezione". Questa dinamica riflette l'incertezza che pervade gli operatori professionali.
Particolarmente interessante è il disaccordo emerso attorno all'obiettivo di prezzo di 120.000 dollari per Bitcoin, con alcuni operatori che ritengono questo livello "non consentito" mentre altri sperano di raggiungerlo prima di eventuali correzioni significative. Gli analisti stanno inoltre monitorando attentamente la soglia dei 90.000 dollari come potenziale livello di re-test in caso di ulteriori ribassi.
Il quadro generale: rosso su tutta la linea
La capitalizzazione totale del mercato crypto ha subito una contrazione del 7,4% nelle ultime 12 ore, attestandosi a 3,34 trilioni di dollari. Nonostante il sell-off, Bitcoin mantiene ancora un valore a sei cifre e rimane all'interno del canale di trading delle ultime sei settimane, suggerendo che non sia ancora il momento di cedere al panico secondo gli esperti del settore.
Il crollo di Ethereum appare più preoccupante, con la perdita del 10% che ha riportato il prezzo al di sotto dei 2.500 dollari, un livello che storicamente ha rappresentato un importante supporto tecnico. La tenuta di questa soglia sarà cruciale per evitare ulteriori vendite massicce. Le altcoin hanno dipinto di rosso tutti i listini, con perdite a doppia cifra per asset come Solana, Dogecoin, Cardano, Sui e Chainlink, confermando la correlazione tipica dei mercati crypto durante le fasi di stress.