L'espansione dell'offerta monetaria globale sta raggiungendo livelli record, con oltre 93,7 trilioni di dollari in circolazione e una crescita annuale del 7,45%. Questo tsunami di liquidità, alimentato dalle quattro principali banche centrali mondiali - Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Banca del Giappone e Banca Popolare Cinese - sta scatenando un acceso dibattito tra gli analisti crypto sulla direzione futura del Bitcoin. Mentre alcuni vedono in questa escalation monetaria il carburante per una nuova fase esplosiva delle criptovalute, altri mettono in guardia contro correlazioni troppo semplicistiche tra stampa di denaro e performance del mercato digitale.
Il fenomeno dell'offset temporale nelle previsioni Bitcoin
L'analista crypto Lark Davis ha identificato un allineamento significativo tra i mercati Bitcoin e l'offerta monetaria M2 con un offset di 100 giorni. Secondo le sue osservazioni, questo pattern storico suggerisce l'imminenza di una "mossa parabolica" che potrebbe catapultare il prezzo del Bitcoin fino a 250.000 dollari nei prossimi mesi. Tuttavia, la realtà attuale mostra come BTC stia ancora arrancando rispetto alla crescita dell'offerta M2, un fenomeno ricorrente quando si osservano timeframe più estesi.
La teoria dell'offset temporale si basa sull'idea che la liquidità immessa nel sistema finanziario non si traduca immediatamente in acquisti di asset rischiosi come le criptovalute. Questo ritardo strutturale creerebbe delle finestre di opportunità per gli investitori più attenti ai cicli monetari.
L'impennata dell'offerta monetaria americana
Gli Stati Uniti stanno vivendo una vera e propria rinascita dell'espansione monetaria, con l'M2 che ha registrato un balzo del 4,5% su base annua nel mese di maggio, raggiungendo la cifra record di 21,94 trilioni di dollari. Questo dato ha superato il precedente picco di marzo 2022, attestato a 21,86 trilioni, e le proiezioni indicano che probabilmente si è già superata la soglia dei 22 trilioni a luglio.
La crescita dell'offerta monetaria statunitense ha subito un'accelerazione drammatica dal marzo 2020, quando le "stampanti monetarie" sono state attivate per sostenere l'economia durante la pandemia. In questo quinquennio, l'aumento complessivo si è attestato intorno al 37%, mentre il tasso di crescita annuale medio dal 2000 al 2025 è stato del 6,3%.
Le contraddizioni della teoria della correlazione
Nonostante l'entusiasmo di molti analisti, la correlazione tra offerta monetaria M2 e prezzi Bitcoin presenta delle falle significative quando sottoposta a scrutinio più rigoroso. La testata Protos ha smontato questa teoria dimostrando come la relazione apparentemente solida si dissolva semplicemente modificando il timeframe di osservazione sui grafici.
Mentre dal 2021 a oggi la correlazione appare convincente, estendendo l'analisi dal 2019 emerge che l'M2 aumenta con due anni di anticipo rispetto al Bitcoin. Un esempio lampante è rappresentato dal novembre 2022, quando l'M2 ha toccato nuovi massimi proprio mentre Bitcoin crollava durante il collasso di FTX.
Obiettivi di prezzo e aspettative del mercato
L'analista Crypto Auris ha fissato un obiettivo di prezzo di 170.000 dollari per Bitcoin, seguendo il flusso dell'espansione monetaria globale. Questa previsione si inserisce in un contesto di aspettative generalmente rialziste, anche se le recenti tensioni geopolitiche hanno raffreddato gli entusiasmi.
Le lettere inviate dal presidente Trump ai paesi asiatici che non hanno ancora raggiunto accordi commerciali - tra cui Giappone, Corea del Sud, Thailandia e Indonesia - hanno causato un ripiegamento dei mercati crypto martedì scorso. Questo episodio dimostra come fattori esterni possano rapidamente influenzare le dinamiche di mercato, indipendentemente dalle correlazioni monetarie teoriche.
Il limite dell'analisi dell'offerta monetaria totale
Un aspetto cruciale spesso trascurato è che l'offerta monetaria totale non misura effettivamente la liquidità disponibile per l'acquisto di Bitcoin. Questo indicatore tende a correlarsi con il prezzo di tutti gli asset, essendo il denominatore comune in tutte le valutazioni di prezzo, rendendo quindi fuorviante qualsiasi correlazione specifica con le criptovalute.
La complessità del sistema finanziario moderno richiede un approccio più sofisticato nell'analisi delle dinamiche tra politica monetaria e mercati crypto, evitando semplificazioni che potrebbero portare a decisioni di investimento errate.