Il mercato delle criptovalute sta attraversando una fase turbolenta che si protrae ormai da giorni, con una capitalizzazione scesa dai 4 trilioni di dollari record della scorsa settimana agli attuali 3,7 trilioni. Il crollo è iniziato dopo l'annuncio del presidente statunitense Donald Trump di imporre dazi aggiuntivi del 100% alla Cina, una mossa che ha scosso non solo i mercati digitali ma l'intero sistema finanziario globale. Gli investitori, spaventati dall'incertezza geopolitica, hanno rapidamente spostato i loro capitali verso beni rifugio tradizionali come oro e argento.
La giornata del 12 ottobre ha confermato il trend negativo per Bitcoin ed Ethereum, con il primo scambiato a 111.660 dollari e il secondo a 3.817 dollari alle 11:11 del mattino. Il volume di scambio complessivo del mercato crypto si attestava a 250,02 miliardi di dollari, mentre Bitcoin manteneva la sua posizione dominante nel settore nonostante le difficoltà.
Particolarmente significativo è stato l'11 ottobre, quando le criptovalute hanno registrato la loro più grande ondata di liquidazioni dall'inizio del 2025, con ben 19 miliardi di dollari evaporati in poche ore. Questo fenomeno ha rappresentato un momento di panico per il settore, amplificato dalla simultanea fuga degli investitori dai mercati azionari verso asset considerati più sicuri in periodi di volatilità estrema.
L'analisi di CoinMarketCap evidenzia come il mercato crypto abbia subito una flessione dello 0,89% nelle ultime 24 ore, inserendosi in un declino più ampio dell'11,5% su base settimanale. Le cause vanno oltre la semplice reazione ai dazi: Trump ha infatti anche annunciato limitazioni all'esportazione di software statunitense, alimentando ulteriormente i timori di una guerra commerciale qualora Pechino decidesse di rispondere con contromisure.
Il comportamento dei trader rivela un quadro preoccupante per il settore. L'open interest, ovvero il valore totale delle posizioni aperte, è crollato del 18% con gli operatori che hanno rapidamente chiuso le posizioni più rischiose. Questo dato indica chiaramente come l'appetito per investimenti volatili come le criptovalute si sia drasticamente ridotto di fronte all'incertezza geopolitica.
Per quanto riguarda Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, i numeri mostrano un calo dello 0,39% rispetto al giorno precedente, con un valore di 3.798 dollari. La sua capitalizzazione di mercato si attestava a 458,43 miliardi di dollari, mentre il volume di scambio è precipitato del 50% a 54,44 miliardi nelle ultime 24 ore.
Gli esperti descrivono questa fase come una combinazione devastante di "onde d'urto macroeconomiche e leva finanziaria estrema", che ha creato quella che viene definita la giornata peggiore per il crypto dal primo trimestre 2025. La capitalizzazione di Bitcoin è scesa a 2,22 trilioni di dollari, con una flessione dello 0,90%, mentre i volumi di trading sono crollati del 45,84% nelle ultime 24 ore, fermandosi a 94,71 miliardi.
Gli analisti suggeriscono ora ai trader di monitorare attentamente se Bitcoin riuscirà a mantenere il livello di supporto critico dei 110.000 dollari. Un altro elemento da osservare sarà il comportamento degli Exchange-Traded Fund dedicati alle criptovalute: se riprenderanno gli afflussi di capitale dopo questa massiccia svendita, potrebbe essere un segnale di ritrovata fiducia nel settore. Per il momento, però, il mercato resta in balia delle tensioni commerciali tra le due maggiori potenze economiche mondiali.