Il mercato crypto ha reagito con volatilità alla decisione della Federal Reserve di mercoledì, quando la banca centrale americana ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25%, una mossa largamente attesa ma accompagnata da segnali ambigui sul futuro della politica monetaria. Bitcoin (BTC) ha ceduto l'1,4% scivolando verso i 92.000 dollari, mentre Ethereum (ETH) ha mostrato maggiore resilienza con un rialzo dello 0,6% oltre quota 3.300 dollari. La reazione del mercato riflette l'incertezza degli investitori di fronte a una Fed che, pur allentando la morsa sui tassi, non ha fornito garanzie su ulteriori tagli nel 2025, alimentando dubbi sulla liquidità che storicamente favorisce gli asset rischiosi come le criptovalute.
Il clima di incertezza si è materializzato nei dati dei derivati: secondo i trader su piattaforme di prediction market, la probabilità di un nuovo taglio già a gennaio è crollata al 22% subito dopo l'annuncio. Questa cautela della Fed emerge chiaramente dalla dichiarazione post-meeting, dove il Federal Open Markets Committee (FOMC) ha sottolineato che valuterà "attentamente i dati in arrivo, l'evoluzione delle prospettive e il bilanciamento dei rischi" prima di procedere con ulteriori manovre. Una posizione prudente che contrasta con le aspettative di parte del mercato crypto, tradizionalmente favorito da condizioni di liquidità abbondante.
Particolarmente significativa è stata la decisione di riprendere l'acquisto di Treasury bills a breve termine per mantenere adeguati i livelli di riserva bancaria. Il FOMC ha dichiarato che "le riserve sono scese a livelli ampi" e che procederà con acquisti di titoli del Tesoro per garantire una "fornitura ampia su base continuativa". Per il settore crypto, questa mossa rappresenta un segnale importante: l'iniezione di liquidità nel sistema finanziario tradizionale potrebbe riflettersi in maggiori capitali disponibili per investimenti alternativi, benché l'effetto diretto sulle criptovalute rimanga da verificare.
La decisione non è stata unanime all'interno del comitato, sintomo delle tensioni interne alla Fed. Due membri hanno votato per mantenere invariati i tassi, mentre un terzo ha proposto un taglio ancora più aggressivo, evidenziando visioni divergenti sulla traiettoria economica. Nelle proiezioni aggiornate, gli ufficiali della Fed hanno confermato due tagli previsti, ma con scarso consenso: un funzionario ha addirittura ipotizzato fino a sei riduzioni dello 0,25% nel corso dell'anno, aprendo uno scenario potenzialmente molto favorevole per Bitcoin e altcoin.
Fabian Dori, Chief Investment Officer di Sygnum Bank, ha commentato che "non sorprende che la banca centrale americana non si sia impegnata a ridurre ulteriormente i costi di finanziamento nei prossimi mesi, considerando le preoccupazioni riguardo a un mercato del lavoro in indebolimento e un'inflazione ancora persistente". Questa analisi risuona particolarmente nel settore crypto, dove molti investitori istituzionali osservano i dati macro come driver primari per l'allocazione di capitale in asset digitali.
Il contesto macroeconomico presenta segnali contrastanti che complicano il quadro per gli investitori crypto. Il rapporto ADP National Employment ha rivelato la settimana scorsa una perdita di 32.000 posti di lavoro a novembre, con la creazione di occupazione nella seconda metà del 2025 rimasta sostanzialmente piatta. Il settore manifatturiero ha mostrato particolare debolezza. Questi dati arrivano mentre mancano ancora informazioni cruciali: l'indice dei prezzi al consumo di novembre è stato rinviato al 18 dicembre, e i dati ufficiali sull'occupazione del mese scorso non sono ancora disponibili, conseguenze dello shutdown governativo conclusosi di recente.
La Fed si trova su un filo del rasoio: tagliare i tassi troppo rapidamente potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche derivanti dai dazi, mentre aggiustamenti troppo lenti rischiano un prolungato deterioramento del mercato del lavoro che potrebbe sfociare in recessione. Per Bitcoin ed Ethereum, questo equilibrio precario rappresenta un'arma a doppio taglio: da un lato tassi più bassi favoriscono la ricerca di rendimenti alternativi nelle crypto, dall'altro una recessione comprimerebbe la propensione al rischio degli investitori.
Sul fronte politico, si aggiunge un elemento di incertezza rilevante per il futuro della regolamentazione crypto. Il presidente Donald Trump sta valutando il prossimo presidente della Federal Reserve, con Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, considerato il favorito. Gli analisti di Compass Point hanno sottolineato che "un presidente della Fed decisamente pro-crypto potrebbe accelerare l'integrazione della blockchain nel sistema bancario", riferendosi al rapporto di 168 pagine sulla regolamentazione degli asset digitali prodotto sotto la guida di Hassett. Su Myriad, i trader prezzano al 73% la probabilità che Hassett venga nominato prima di marzo.
Trump ha esercitato pressioni su Powell per gran parte del suo secondo mandato affinché tagliasse i tassi, ma la banca centrale ha atteso fino a settembre per il primo taglio dell'anno, dopo aver determinato dodici mesi fa che contenere l'inflazione sarebbe stato più difficile a causa dei cambiamenti nelle politiche commerciali e migratorie. Martedì, in un discorso sull'economia in Pennsylvania, il presidente ha rincarato la dose definendo Powell "un pessimo capo della Fed" e mettendo in discussione la legittimità dei nominati dall'ex presidente Biden, sollevando la prospettiva di possibili rimozioni. Il mandato di Powell scadrà a maggio, aprendo un capitolo potenzialmente significativo per la regolamentazione crypto statunitense.
Per il mercato delle criptovalute, le prossime settimane saranno decisive nel definire se questo taglio dei tassi rappresenti l'inizio di un ciclo espansivo o un intervento isolato. La performance divergente tra Bitcoin e Solana (SOL), che ha perso il 3,2% dopo l'annuncio, suggerisce che gli investitori stiano ricalibrando le proprie posizioni con cautela. L'attenzione si sposterà ora sui dati economici di dicembre e sulle dichiarazioni dei membri della Fed, mentre il settore crypto attende segnali più chiari sulla direzione della politica monetaria in un anno che potrebbe vedere cambiamenti significativi alla guida della banca centrale americana.