Mentre il prezzo di Bitcoin continua la sua corsa rialzista, le battaglie legali che hanno caratterizzato l'anno di MicroStrategy (ora ribattezzata Strategy) sembrano perdere vigore nei tribunali americani. L'azienda guidata da Michael Saylor, diventata il più grande detentore aziendale di criptovalute al mondo, ha visto cadere nel vuoto l'ennesima causa intentata dai suoi azionisti. Si tratta di un fenomeno che sta diventando ricorrente per quella che un tempo era una normale società di software e che oggi si definisce una "Bitcoin treasury firm".
L'ondata di contenziosi che non attacca
I documenti depositati mercoledì presso il tribunale mostrano come sia stata archiviata la causa intentata lo scorso giugno dagli azionisti Abhey Parmar e Zhenqiu Chen. Le accuse erano pesanti: violazione dei doveri fiduciari, arricchimento ingiusto, abuso di controllo e grave cattiva gestione aziendale. Eppure, anche questa battaglia legale si è conclusa con un nulla di fatto, proprio come era accaduto ad agosto con un'altra class action che accusava Strategy di aver fuorviato gli investitori sugli effetti delle nuove regole contabili.
Il fenomeno non stupisce gli esperti del settore, che spiegano come sia prassi comune per diversi studi legali presentare cause identiche contro la stessa azienda, nella speranza di diventare consulenti principali in un eventuale caso consolidato.
Da software house a colosso delle criptovalute
La trasformazione di Strategy rappresenta uno dei casi più eclatanti di pivot aziendale nella storia recente della finanza. L'azienda, che originariamente si occupava di vendere software per l'analisi dati, possiede oggi un tesoro di 638.460 Bitcoin del valore di 72,5 miliardi di dollari ai prezzi attuali. Michael Saylor, co-fondatore dell'azienda, ha abbracciato la criptovaluta nel 2020, convincendosi che rappresentasse il modo migliore per conservare valore e proteggere i soldi degli azionisti.
I risultati di questa scommessa sono stati straordinari dal punto di vista finanziario. Le azioni Strategy, quotate al Nasdaq con il ticker MSTR, sono passate dai 14 dollari del giorno del primo acquisto di Bitcoin nell'agosto 2020 agli attuali 362 dollari, registrando un incremento del 2.160%. Un rendimento che ha zittito molti critici, ma non ha fermato le controversie legali.
I precedenti con la SEC
Non è la prima volta che Strategy finisce nel mirino delle autorità di controllo. Nel 2000, quando l'azienda si chiamava ancora MicroStrategy, Saylor insieme al co-fondatore Sanjeev Bansal e all'ex CFO Mark Lynch dovettero patteggiare con la Securities and Exchange Commission per aver gonfiato i ricavi e i guadagni dell'azienda. Il trio pagò 10 milioni di dollari di risarcimento e un milione di penali, pur senza ammettere né negare le accuse.
Oggi Strategy offre agli investitori un modo indiretto per esporsi al Bitcoin attraverso le sue azioni quotate, trasformandosi di fatto in una sorta di ETF informale sulla criptovaluta più famosa al mondo. Una strategia che, nonostante le controversie legali che continuano a emergere, sembra premiata dal mercato e dagli investitori che credono nel futuro delle valute digitali.