Il mercato delle criptovalute potrebbe essere alla vigilia di un movimento esplosivo secondo l'analista Adam Livingston, che ha individuato un segnale di allerta proveniente dal sistema bancario tradizionale. Le riserve in contanti delle banche commerciali depositate presso la Federal Reserve sono scese a circa 2,93 trilioni di dollari, avvicinandosi a quella che gli esperti definiscono una "zona di pericolo" per la liquidità sistemica. Questo livello critico potrebbe innescare un cambio di rotta nella politica monetaria statunitense, con implicazioni dirette per Bitcoin (BTC) e l'intero comparto crypto. La dinamica ricorda meccanismi già osservati durante precedenti crisi di liquidità che hanno preceduto rally significativi del mercato digitale.
Il dato è stato inizialmente evidenziato da The Kobeissi Letter, newsletter indipendente specializzata in analisi macro gestita dall'analista Adam Kobeissi, in un post del 25 ottobre che si concentrava esclusivamente sulle implicazioni per il sistema bancario tradizionale. Le riserve bancarie presso la Fed rappresentano essenzialmente il "conto corrente" del sistema bancario presso la banca centrale: quando questo saldo si contrae, la liquidità in dollari si fa più scarsa e i mercati dei finanziamenti a breve termine diventano più volatili. La newsletter non ha fornito previsioni sui prezzi crypto, limitandosi a sottolineare come questo parametro influenzi le decisioni della Fed sul quantitative tightening.
Livingston, autore focalizzato su Bitcoin e commentatore di mercato che ha recentemente pubblicato "The Bitcoin Age" e "The Great Harvest", ha reinterpretato lo stesso dato in chiave crypto. Secondo la sua analisi, i livelli di liquidità si stanno avvicinando a una soglia critica dove la scarsità inizia a mordere e i policymaker sono costretti a prestare maggiore attenzione al funzionamento dei mercati. Nel suo framework teorico, questi punti di svolta nella liquidità hanno storicamente coinciso con fasi di forte apprezzamento di Bitcoin, come osservato durante la crisi repo del 2019, l'allentamento d'emergenza del 2020 e la turbolenza delle banche regionali del 2023.
L'analista identifica tre forze simultanee che stanno comprimendo le riserve bancarie. In primo luogo, il Tesoro americano sta ricostruendo il proprio saldo di cassa presso la Fed attraverso l'emissione di Treasury bills, assorbendo liquidità privata e riducendo di conseguenza le riserve bancarie. Secondo, la Federal Reserve continua il processo di quantitative tightening lasciando scadere obbligazioni senza sostituirle, drenando ulteriore liquidità dal sistema. Terzo, altre passività della Fed come la valuta in circolazione crescono nel tempo, occupando spazio nel bilancio e lasciando meno margine per le riserve bancarie a meno che la politica monetaria non venga aggiustata.
La tesi di Livingston si basa su un pattern che sostiene di aver osservato ripetutamente: quando la scarsità di liquidità rende i mercati dei finanziamenti instabili, le autorità monetarie tendono a frenare la riduzione del bilancio o adottare misure per attenuare lo stress e mantenere stabili i tassi overnight. Questi turning point, quando la stretta sulla liquidità si inverte in allentamento, hanno spesso coinciso con performance superiori di Bitcoin. L'analogia con episodi precedenti suggerisce che il mercato crypto potrebbe beneficiare di un eventuale pivot della Fed, sebbene la correlazione storica non garantisca necessariamente la ripetizione del pattern.
Il secondo pilastro dell'analisi riguarda il posizionamento del mercato. Livingston evidenzia come la domanda costante dagli ETF spot su Bitcoin stia riducendo la quantità di coin prontamente disponibili per il trading, creando un contesto di scarsità strutturale. La sua tesi è che se i segnali di policy dovessero invertirsi e la liquidità migliorare partendo da livelli contratti, un float negoziabile ridotto potrebbe amplificare qualsiasi movimento al rialzo. In termini più diretti per gli investitori crypto: minore offerta facilmente disponibile combinata con liquidità più accomodante potrebbe rendere i rally più pronunciati e rapidi.
Per il mercato italiano ed europeo, questa dinamica assume particolare rilevanza nel contesto del framework MiCA che sta progressivamente regolamentando il settore. Gli ETF spot su Bitcoin, sebbene ancora non disponibili in Europa con la stessa struttura statunitense, hanno comunque influenzato i flussi globali e la liquidità complessiva del mercato. Gli investitori europei continuano ad accedere all'esposizione su BTC principalmente attraverso ETP e prodotti quotati, che contribuiscono alla stessa dinamica di assorbimento dell'offerta evidenziata da Livingston.
La cautela rimane d'obbligo: le correlazioni macro tra liquidità del sistema bancario tradizionale e performance crypto, pur documentate in episodi passati, non costituiscono una garanzia meccanica. Il mercato delle criptovalute è influenzato da molteplici fattori inclusi sentiment retail, sviluppi normativi, innovazioni tecnologiche e dinamiche on-chain che possono prevalere sulle condizioni di liquidità macro. Tuttavia, il monitoraggio dei reserve balances della Fed rappresenta un indicatore sempre più seguito dagli analisti crypto per anticipare potenziali shift di policy che storicamente hanno impattato il comparto degli asset digitali.
I prossimi mesi saranno cruciali per verificare la tesi di Livingston: se le riserve bancarie continueranno a scendere e i mercati dei finanziamenti mostreranno segni di stress, la probabilità di un intervento o rallentamento del quantitative tightening aumenterebbe, potenzialmente creando le condizioni per una nuova fase di espansione della liquidità favorevole agli asset rischiosi, incluso Bitcoin.