Il crollo dei mercati delle criptovalute durante il fine settimana ha rappresentato per alcuni investitori istituzionali un'opportunità d'oro piuttosto che un momento di panico. BitMine Immersion Technologies, detentore corporativo di Ethereum più grande al mondo, ha sfruttato la turbolenza per rafforzare massicciamente le proprie riserve digitali. L'operazione testimonia come le fasi di maggiore volatilità possano trasformarsi in vantaggi strategici per chi adotta una visione di lungo periodo.
La società ha acquisito oltre 202.000 ETH nel corso del weekend, per un controvalore di circa 827 milioni di dollari, con un prezzo medio di acquisto di 4.154 dollari per token. Tom Lee, presidente di BitMine e responsabile della ricerca presso Fundstrat, ha definito questa fase come un'operazione di accumulo "più aggressiva" del solito, resa possibile proprio dal calo dei prezzi provocato dalla massiccia liquidazione di posizioni.
Le turbolenze di mercato hanno innescato vendite per quasi 19 miliardi di dollari sui principali exchange di criptovalute, creando quello che Lee descrive come uno sconto sostanziale rispetto ai fondamentali. "La volatilità genera deleveraging, e questo può portare gli asset a essere scambiati con sconti considerevoli rispetto al loro valore fondamentale, o come diciamo noi, con uno sconto sostanziale rispetto al futuro", ha spiegato il dirigente in un comunicato pubblicato sulla piattaforma X.
Il patrimonio complessivo di BitMine in Ethereum supera ora i 3 milioni di token, rappresentando asset combinati per circa 13,14 miliardi di dollari. Di questi, 12,9 miliardi sono detenuti in criptovalute, 104 milioni in liquidità e 135 milioni in una partecipazione in Eightco Holdings. Con questo ultimo acquisto massiccio, l'azienda ha dichiarato di aver superato la metà del cammino verso il suo obiettivo strategico iniziale.
Lee ha infatti sottolineato che BitMine punta a quello che definisce "l'alchimia del 5%", ovvero detenere il cinque percento dell'intera offerta di Ethereum disponibile sul mercato. Un traguardo ambizioso che la società intende raggiungere continuando ad approfittare delle correzioni di mercato con acquisti mirati. Gli analisti del settore ritengono che operazioni di questa portata da parte di grandi soggetti istituzionali potrebbero spingere altre aziende con strategie di tesoreria simili ad adottare approcci comparabili.
Nonostante l'aggressiva strategia di accumulo, le azioni di BitMine hanno subito una contrazione del 10% negli ultimi cinque giorni, secondo i dati di Google Finance. Il titolo si è comunque confermato come il 22esimo più scambiato sui mercati statunitensi al 10 ottobre, con un volume medio giornaliero superiore ai 3,5 miliardi di dollari su base quinquennale.
La pressione ribassista sul titolo è stata accentuata da un rapporto pubblicato da Kerrisdale Capital, che ha assunto una posizione short contro la società definendo il suo modello di business "in via di estinzione". Una critica pesante che contrasta nettamente con la visione ottimistica del management e di alcuni analisti di settore.
ThinkEquity, attraverso l'analista Ashok Kumar, ha infatti avviato la copertura su BitMine con un rating di acquisto e un prezzo obiettivo di 60 dollari, implicando un potenziale rialzo del 13% rispetto ai valori recenti. La divergenza di opinioni tra chi scommette contro l'azienda e chi invece ne sostiene le prospettive riflette l'incertezza che ancora avvolge il settore delle criptovalute, particolarmente per quanto riguarda le strategie di accumulo istituzionale.
BitMine ha ribadito la propria intenzione di proseguire con la politica di acquisti durante le correzioni di mercato, privilegiando una logica da investitore di lungo termine piuttosto che da trader speculativo. L'approccio della società rappresenta un banco di prova significativo per valutare se le strategie di accumulo aggressive durante i momenti di crisi possano effettivamente tradursi in vantaggi competitivi duraturi nel tempo, o se invece comportino rischi eccessivi in un mercato ancora caratterizzato da forte imprevedibilità.