Il token CFX di Conflux ha vissuto un weekend da protagonista sui mercati delle criptovalute, registrando un balzo del 14% che ha messo in ombra l'indice CoinDesk 20, fermo a un più modesto +4%. Dietro questo rally si nasconde una narrativa affascinante che mescola geopolitica, ambizioni tecnologiche e la crescente apertura della Cina verso alcune forme di asset digitali. Tuttavia, quando si scava oltre la superficie delle quotazioni, emerge un quadro più complesso che solleva interrogativi sulla sostanza di questo entusiasmo.
La strategia del "doppio binario" di Conflux
Conflux ha costruito la propria identità su un concetto audace: essere "l'Ethereum cinese" attraverso un sistema che gli analisti definiscono "un paese, due sistemi". Da una parte opera come blockchain globale con il proprio token CFX, dall'altra funziona come registro digitale conforme alle normative all'interno della Cina continentale, senza utilizzare token. Questa duplice natura le ha permesso di stringere partnership strategiche con colossi del web domestico, inclusa la versione cinese di Instagram.
L'entusiasmo del mercato trova giustificazione in alcuni sviluppi significativi. Fonti interne rivelano che Pechino starebbe considerando l'utilizzo di stablecoin come strumento per contrastare l'egemonia del dollaro americano. In questo contesto, Conflux si sta preparando a lanciare una stablecoin offshore legata allo yuan, posizionandosi strategicamente in un mercato che potrebbe rivelarsi esplosivo.
I numeri che non mentono mai
Nonostante i titoli ottimistici e un impressionante +190% negli ultimi 30 giorni, l'attività on-chain di Conflux racconta una storia diversa. I dati dei block explorer mostrano che le transazioni non hanno registrato una crescita significativa nell'ultimo anno, rimanendo addirittura al di sotto delle medie giornaliere del 2022. Anche gli sporadici picchi di attività non sono riusciti a invertire questa tendenza stagnante.
Un aspetto ancora più preoccupante emerge dall'analisi della distribuzione del gas utilizzato sulla rete. Quasi l'80% del totale viene consumato da soli tre account, creando un livello di centralizzazione allarmante. Per fare un confronto con standard più consolidati, su Ethereum il maggiore utilizzatore di gas rappresenta meno del 10% del totale della rete.
Oltre i luoghi comuni sulla Cina crypto
È importante sfatare un mito persistente: l'idea che la Cina continentale abbia bandito completamente le criptovalute è dimostrabilmente falsa. L'approccio di Hong Kong verso gli asset digitali rispecchia la strategia adottata negli anni '90, quando i mercati azionari di Shanghai impararono dai loro omologhi della città prima dell'apertura dei mercati azionari della Cina continentale. Si tratta di un processo graduale di sperimentazione e apprendimento che potrebbe preludere a sviluppi più ampi.
Tuttavia, rimane una domanda cruciale: Conflux rappresenta davvero la migliore scommessa per cavalcare questa narrativa emergente? I dati on-chain suggeriscono prudenza. Mentre gli investitori si entusiasmano per le potenzialità geopolitiche e le connessioni cinesi, la realtà dell'utilizzo effettivo della rete presenta lacune significative che potrebbero minare la sostenibilità di questo rally nel lungo termine.