La caduta di un impero da 40 miliardi di dollari si è conclusa martedì in un'aula di tribunale di New York, dove Do Kwon, il visionario coreano dietro l'ecosistema Terra, ha ammesso le proprie colpe davanti alla giustizia americana. Tre anni dopo il crollo che ha sconvolto il mondo delle criptovalute, il co-fondatore di Terraform Labs ha accettato di dichiararsi colpevole di frode e cospirazione, ponendo fine a una saga che ha coinvolto investitori di tutto il mondo. La sua ammissione di colpa rappresenta un momento decisivo per un settore che ancora oggi porta le cicatrici di quella che è considerata una delle più grandi catastrofi nella storia delle crypto.
L'inganno dietro la stabilità promessa
Al centro del caso giudiziario si trova TerraUSD, la stablecoin che doveva rivoluzionare il concetto di moneta digitale stabile. Secondo l'accusa, quando nel maggio 2021 il valore di TerraUSD scese sotto la parità con il dollaro americano, Kwon rassicurò pubblicamente gli investitori affermando che un algoritmo chiamato "Terra Protocol" avrebbe automaticamente ripristinato il valore della moneta. La realtà, tuttavia, era ben diversa da quella narrata al pubblico.
I procuratori sostengono che Kwon organizzò segretamente l'intervento di una società di trading ad alta frequenza per acquistare milioni di dollari di token, gonfiando artificialmente il prezzo e simulando il funzionamento del meccanismo automatico. Questa manipolazione permise di mantenere l'illusione di un sistema autoregolato, attirando investitori sia retail che istituzionali.
Il riconoscimento della colpa
Durante l'udienza, Kwon ha espresso pentimento per le proprie azioni con parole che risuonano come un epitaffio per le ambizioni del progetto Terra. "Ho fatto dichiarazioni false e fuorvianti sul motivo per cui la moneta ha recuperato la parità, non rivelando il ruolo della società di trading nel ripristino di quella parità", ha ammesso davanti al tribunale. "Quello che ho fatto era sbagliato", ha aggiunto, accettando la responsabilità per un inganno che ha portato il valore di Luna a toccare i 50 miliardi di dollari all'inizio del 2022.
L'accordo con l'ufficio del procuratore di Manhattan prevede che Kwon si dichiari colpevole di due delle nove accuse originarie: cospirazione per frodare e frode telematica. Le altre accuse, che includevano frodi sui titoli, frodi sulle materie prime e riciclaggio di denaro, sono state presumibilmente accantonate come parte dell'accordo.
Le conseguenze finanziarie e legali
Il prezzo della giustizia per Kwon si traduce in una multa civile di 80 milioni di dollari e un divieto permanente di operare nel settore delle criptovalute. Queste sanzioni fanno parte di un accordo più ampio del valore di 4,55 miliardi di dollari raggiunto con la Securities and Exchange Commission americana, cifra che testimonia la portata del danno causato agli investitori.
La sentenza, prevista per l'11 dicembre, potrebbe comportare fino a 25 anni di carcere, sebbene i procuratori abbiano indicato che raccomanderebbero un massimo di 12 anni in considerazione dell'ammissione di colpa. Kwon, attualmente in custodia dopo l'estradizione dal Montenegro avvenuta alla fine del 2023, dovrà anche affrontare accuse simili in Corea del Sud.
L'eco sui mercati
Paradossalmente, la notizia del patteggiamento ha innescato una reazione positiva per Luna Classic, il token nato dalle ceneri del progetto originale. Il prezzo ha registrato un incremento dell'8% su base settimanale, raggiungendo quota 0,00006284 dollari dopo mesi di declino continuo dal massimo annuale di 0,00012 dollari toccato a gennaio. Questo movimento di mercato dimostra come anche le conclusioni giudiziarie possano influenzare le dinamiche speculative nel volatile mondo delle criptovalute.