Nel panorama sempre più complesso delle criptovalute, emerge una vicenda che intreccia giustizia, potere presidenziale e le alterne fortune di uno dei protagonisti più influenti del settore. Changpeng Zhao, noto ai più semplicemente come "CZ", fondatore del colosso degli scambi di criptovalute Binance, ha recentemente confermato di aver presentato domanda di grazia presidenziale a Donald Trump, aprendo un nuovo capitolo nella sua travagliata vicenda giudiziaria. L'imprenditore, che ha scontato quattro mesi di detenzione per riciclaggio di denaro, cerca ora di voltare pagina attraverso uno degli strumenti più controversi del sistema giuridico americano.
Dall'Olimpo delle cripto alla cella: la parabola di un visionario caduto in disgrazia
La richiesta di grazia presidenziale rappresenta l'ultimo atto di una drammatica trasformazione per CZ, passato in pochi anni dall'essere considerato un pioniere visionario del mondo crypto a imputato in un processo federale americano. Nel 2023, l'imprenditore ha ammesso la propria colpevolezza per reati di riciclaggio, accettando non solo di dimettersi dalla carica di amministratore delegato di Binance, ma anche un'interdizione a vita dalla gestione della piattaforma che lui stesso aveva creato e portato al vertice del mercato.
La sentenza ha comportato anche una sanzione personale di 50 milioni di dollari per CZ, mentre Binance ha dovuto versare l'astronomica cifra di 4,3 miliardi di dollari alle autorità americane - una delle più alte penalità mai comminate nel settore finanziario. Dopo aver scontato la sua pena detentiva di quattro mesi, conclusasi lo scorso settembre, Zhao sembra ora determinato a riabilitare la propria figura, pur mantenendo la sua quota di maggioranza nella società, stimata intorno al 90%.
Una domanda di grazia nata da un'indiscrezione giornalistica
Durante un'intervista al podcast Farokh Radio trasmessa martedì, CZ ha spiegato che la richiesta ufficiale di grazia è stata presentata solo due settimane fa, in seguito alla pubblicazione di articoli su Bloomberg e Wall Street Journal che speculavano proprio su questa possibilità. "Abbiamo presentato domanda solo dopo che sono usciti gli articoli", ha dichiarato Zhao, aggiungendo con una punta di ironia che "se scrivono questi articoli, tanto vale fare richiesta ufficialmente".
Le indiscrezioni giornalistiche, inizialmente smentite dall'imprenditore, facevano riferimento anche a potenziali accordi commerciali tra la famiglia Trump e Binance.US, la sussidiaria americana della piattaforma. Un'altra motivazione citata da CZ sarebbe stata la recente grazia concessa da Trump ai tre co-fondatori dell'exchange BitMEX, tra cui Arthur Hayes, che lo avrebbe incoraggiato a seguire un percorso analogo.
Il futuro di CZ: nessun ritorno alla guida di Binance
Nonostante la richiesta di grazia abbia sollevato speculazioni su un possibile ritorno di Zhao alla guida dell'azienda, lui stesso ha categoricamente escluso questa possibilità durante l'intervista. "Non ho alcun interesse a tornare ad essere CEO di Binance", ha affermato con decisione, suggerendo che i suoi piani futuri potrebbero prendere direzioni completamente diverse.
Nel frattempo, Richard Teng, ex regolatore di Abu Dhabi subentrato a CZ alla guida di Binance, sta portando avanti una radicale trasformazione dell'azienda, investendo pesantemente in conformità normativa. Questa nuova fase, che lo stesso Teng ha definito "Binance 2.0", sembra voler segnare un netto distacco dalle pratiche che hanno portato la piattaforma sotto il mirino delle autorità americane.
La grazia presidenziale: strumento politico o seconda opportunità?
Nel contesto americano, la grazia presidenziale rappresenta uno dei poteri più significativi e discrezionali del Presidente. Se concessa, non cancellerebbe formalmente la condanna di Zhao dal suo casellario giudiziale, ma potrebbe potenzialmente consentirgli di recuperare alcuni diritti perduti a seguito della sentenza, inclusa la possibilità teorica - anche se da lui esclusa - di tornare a gestire Binance.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sul ruolo della giustizia nel mondo delle criptovalute, un settore che per anni ha operato in una zona grigia normativa e che ora sta affrontando una fase di regolamentazione sempre più stringente. Il caso di CZ, in questo senso, può essere visto come emblematico di una nuova era in cui anche i giganti della finanza decentralizzata devono confrontarsi con le regole del sistema tradizionale.