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Gemini: ricavi Q3 in crescita del 52%

Tempo di lettura 4 min
Davide Greco
Di Davide Greco
Gemini: ricavi Q3 in crescita del 52%

Il primo trimestre finanziario post-IPO di Gemini, l'exchange fondato dai gemelli Winklevoss, rivela il paradosso in cui si trovano molte piattaforme crypto nel 2024: ricavi in forte crescita ma perdite operative ancora pesanti. La società ha registrato un incremento del 52% nei ricavi del terzo trimestre, superando i 50 milioni di dollari, ma ha contemporaneamente riportato una perdita netta di 159,5 milioni di dollari, equivalente a 6,67 dollari per azione. Un risultato che ha deluso Wall Street e fatto crollare il titolo del 12% nell'after-hours, portando le azioni Gemini Space Station (GEMI) sotto la soglia psicologica dei 15 dollari, un nuovo minimo storico secondo i dati di Google Finance.

Il mercato si aspettava una perdita per azione di 3,24 dollari secondo un sondaggio Bloomberg, meno della metà rispetto a quella effettivamente registrata. Questo scostamento significativo dalle previsioni degli analisti evidenzia quanto sia complesso per gli exchange crypto tradizionali bilanciare l'aggressiva espansione necessaria per competere nel settore con la redditività operativa. Le spese operative di Gemini sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, appesantite dalla compensazione azionaria ai dipendenti e dai costi di marketing legati alla quotazione pubblica avvenuta a settembre.

Dietro le perdite si nasconde però una diversificazione strategica che sta iniziando a dare i suoi frutti. I ricavi da servizi hanno registrato un'impennata del 111% trimestre su trimestre, raggiungendo 19,9 milioni di dollari grazie al crescente contributo di prodotti come la carta di credito crypto, lo staking e i servizi di custodia. Cameron Winklevoss, presidente e co-fondatore dell'exchange newyorkese, ha dichiarato durante la conference call sui risultati che la Gemini Credit Card ha superato le 100.000 carte attive e oltrepassato i 350 milioni di dollari in volume transato nel trimestre, più che raddoppiando i numeri del trimestre precedente.

La Gemini Credit Card ha superato i 350 milioni di dollari in volumi trimestrali, più che raddoppiando rispetto al trimestre precedente

I ricavi da transazioni, tradizionalmente il core business degli exchange, sono cresciuti del 26% a 26,3 milioni di dollari, un incremento più contenuto rispetto alla componente servizi ma comunque significativo. Gemini attribuisce questa crescita alle nuove funzionalità introdotte sulla piattaforma e all'espansione geografica in nuovi mercati, una strategia che ricorda l'approccio di altri exchange come Coinbase nel tentativo di ridurre la dipendenza dai volumi di trading, notoriamente volatili e legati ai cicli di mercato.

Sul fronte dell'innovazione prodotto, l'exchange ha lanciato ad agosto un wallet self-custody progettato per semplificare l'accesso degli utenti ai protocolli Web3, alle piattaforme DeFi e alle applicazioni on-chain. Una mossa strategica che risponde alla crescente domanda di soluzioni non-custodial da parte degli utenti crypto più maturi, particolarmente sensibili al tema del controllo diretto dei propri asset dopo i crolli di piattaforme centralizzate come FTX. Inoltre, Gemini si sta preparando a entrare nel mercato dei prediction market, lanciando contratti che la porteranno a competere direttamente con player dominanti come Kalshi e Polymarket, un segmento che ha registrato volumi esplosivi durante il recente ciclo elettorale americano.

L'EBITDA rettificato negativo di 52,4 milioni di dollari segnala che la strada verso la profittabilità rimane ancora lunga. Marshall Beard, COO di Gemini, ha chiarito durante la chiamata che i livelli di spesa nei prossimi trimestri "dipenderanno dalle opportunità di performance che vedremo nel mercato", un linguaggio cauto che suggerisce come l'azienda sia pronta a modulare gli investimenti in base alle condizioni del mercato crypto. Per un exchange quotato pubblicamente, la pressione di dimostrare un percorso credibile verso la redditività è particolarmente intensa, specialmente in un contesto dove i competitor privati possono permettersi orizzonti temporali più lunghi.

Il crollo post-risultati del titolo Gemini riflette una tendenza più ampia: gli investitori tradizionali stanno applicando alle crypto company metriche di valutazione più stringenti rispetto al passato. La capacità di generare ricavi in crescita non è più sufficiente se accompagnata da perdite strutturali che sembrano ampliarsi. Nei prossimi trimestri, sarà cruciale osservare se l'exchange riuscirà a contenere le spese operative mantenendo il momentum di crescita, o se la combinazione di diversificazione dei ricavi e scala operativa porterà finalmente a margini positivi, un traguardo che il settore degli exchange crypto quotati sta ancora faticando a raggiungere consistentemente.

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