Nel panorama aziendale europeo si sta delineando una nuova tendenza che vede il Bitcoin non più solo come un asset speculativo, ma come una componente strategica delle riserve aziendali. La H100 Group AB, azienda svedese specializzata in tecnologie sanitarie, ha recentemente fatto notizia raccogliendo 21 milioni di corone svedesi (circa 2,2 milioni di dollari) per ampliare le proprie riserve in Bitcoin. La mossa segna un momento storico, rendendo H100 la prima società quotata in borsa in Svezia e una delle prime in Europa a integrare la criptovaluta nel proprio bilancio aziendale, seguendo un trend che ha visto protagoniste principalmente aziende statunitensi negli ultimi anni.
Un finanziamento guidato da figure chiave del mondo crypto
La raccolta fondi, conclusa il 25 maggio, è stata realizzata attraverso prestiti convertibili a tasso zero, con una data di scadenza fissata al 15 giugno 2028. La peculiarità di questo round di finanziamento è il suo principale investitore: Adam Back, amministratore delegato di Blockstream e crittografo britannico noto per il suo sostegno al Bitcoin, che ha contribuito con 1,4 milioni di dollari. Il resto del capitale è stato fornito da società di investimento nordiche come Morten Klein, Alundo Invest AS, Race Venture Scandinavia AB e Crafoord Capital Partners, per un totale di 800.000 dollari.
Questi prestiti potranno essere convertiti in azioni al prezzo di 1,3 corone svedesi (circa 11 centesimi di dollaro) per azione. Una clausola interessante dell'accordo prevede che H100 possa imporre la conversione in azioni qualora il prezzo del titolo mantenga una media ponderata per volume superiore del 33% rispetto al tasso di conversione per 60 giorni di negoziazione consecutivi. La completa conversione porterebbe all'emissione di circa 16,15 milioni di nuove azioni, con una diluizione del 12%.
Da start-up sanitaria a pioniere delle riserve in Bitcoin
L'impatto di questa strategia finanziaria si è già fatto sentire sul mercato. Il 22 maggio, H100 aveva effettuato il suo primo acquisto di Bitcoin, aggiungendo 4,39 BTC (circa 490.000 dollari) al proprio bilancio. La notizia aveva provocato un balzo del 39% delle azioni della società, portando la sua capitalizzazione di mercato oltre i 14 milioni di dollari. Con la nuova iniezione di capitale, l'azienda prevede di acquistare ulteriori 20,18 Bitcoin ai tassi di mercato attuali.
La direzione intrapresa da H100 rappresenta un cambio di paradigma nella gestione finanziaria delle aziende europee di medie dimensioni. Pur mantenendo il focus primario sulle tecnologie sanitarie, l'azienda svedese ha chiarito che questa mossa fa parte di una strategia a lungo termine per diversificare le proprie riserve, adottando un approccio che finora era stato predominante tra le aziende tecnologiche americane come MicroStrategy e Tesla.
Un trend in espansione nel settore sanitario globale
H100 non è un caso isolato nel panorama sanitario. Diverse aziende del settore stanno esplorando l'integrazione del Bitcoin nelle loro strategie finanziarie. Il 16 maggio, il Basel Medical Group con sede a Singapore ha annunciato un accordo strategico per acquisire fino a 10.000 BTC, per un valore approssimativo di 1 miliardo di dollari, attraverso l'emissione di azioni ordinarie.
Negli Stati Uniti, KindlyMD, fornitore di servizi sanitari integrati, ha ottenuto l'approvazione degli azionisti per la proposta di fusione con Nakamoto Holdings Inc., una holding nativa Bitcoin. Anche in Canada, il fornitore di soluzioni sanitarie SRx Health Solutions ha annunciato piani per diversificare i propri asset finanziari acquistando Bitcoin, dopo un precedente investimento di 1,5 milioni di dollari in token Solana.
Questa tendenza evidenzia come il Bitcoin stia guadagnando credibilità come riserva di valore aziendale anche in settori tradizionalmente conservativi come quello sanitario. Per le aziende europee, meno esposte a questo fenomeno rispetto alle controparti americane, la mossa di H100 potrebbe rappresentare un caso studio significativo da monitorare nei prossimi anni, specialmente in un contesto di inflazione crescente e incertezza economica in cui molte aziende cercano alternative alle riserve in valute fiat tradizionali.