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Le banche USA possono fare da intermediari crypto

Tempo di lettura 4 min
Lorenzo Bianchi
Di Lorenzo Bianchi
Le banche USA possono fare da intermediari crypto

Il settore bancario statunitense conquista un nuovo tassello di integrazione con l'ecosistema crypto. L'Office of the Comptroller of the Currency (OCC), il regolatore federale che supervisiona le banche nazionali USA, ha aperto la strada alle cosiddette transazioni "riskless principal" che coinvolgono asset digitali, esentandole da particolare scrutinio regolamentare. La mossa rappresenta l'ennesima apertura dell'amministrazione Trump verso il mondo delle criptovalute, in un processo di convergenza tra finanza tradizionale e digitale che sta ridisegnando gli equilibri del sistema finanziario globale. Per gli operatori del mercato crypto, questo significa potenzialmente maggiore liquidità e accesso ai capitali istituzionali, ma anche nuove questioni sulla natura del rischio sistemico.

Il meccanismo autorizzato dall'OCC consente agli istituti bancari di operare essenzialmente come intermediari nelle compravendite di crypto asset, acquistando e vendendo simultaneamente gli stessi token per conto di controparti diverse. Si tratta di un modello operativo in cui la banca non mantiene inventory di criptovalute nei propri bilanci se non in circostanze eccezionali, limitando così l'esposizione diretta alla volatilità caratteristica di Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH) e altri asset digitali. Questo approccio neutral dal punto di vista del rischio di mercato dovrebbe rassicurare i regolatori sulla stabilità delle istituzioni finanziarie tradizionali.

La decisione si inserisce in un contesto più ampio di smantellamento delle barriere erette durante l'era Biden. Già a marzo, l'OCC aveva eliminato l'obbligo per le banche di ottenere preventivamente l'approvazione dei watchdog prima di intraprendere attività crypto, una prassi che di fatto aveva rallentato drasticamente l'ingresso degli istituti tradizionali nel settore. L'amministrazione Trump sta sistematicamente rimuovendo i guardrail imposti dai democratici, con il presidente stesso che ha adottato una postura apertamente favorevole al settore, mentre membri della sua famiglia sono attivamente coinvolti in venture crypto.

Le banche possono ora operare come broker di asset digitali senza detenere crypto in bilancio, eliminando l'esposizione diretta alla volatilità

Le implicazioni per il mercato sono significative. Gli istituti bancari potranno ora offrire servizi di intermediazione crypto ai propri clienti corporate e retail senza dover affrontare complessi processi di approvazione regolamentare o costruire infrastrutture di custodia proprietarie. Questo potrebbe accelerare l'adozione mainstream, permettendo ai clienti tradizionali di accedere agli exchange e ai mercati crypto attraverso i propri istituti di fiducia, anziché doversi rivolgere a piattaforme specializzate o crypto-native come Coinbase o Kraken.

Tuttavia, i critici sollevano preoccupazioni crescenti sui rischi sistemici derivanti dalla crescente interconnessione tra il settore bancario tradizionale e il mondo crypto, notoriamente volatile e sottoposto a una regolamentazione ancora frammentaria. Il timore è che eventuali shock nel mercato degli asset digitali possano propagarsi rapidamente al sistema finanziario tradizionale, con conseguenze potenzialmente destabilizzanti. La memoria del crollo di FTX e delle sue ripercussioni su numerosi investitori istituzionali resta viva nella comunità finanziaria.

Dal punto di vista normativo europeo, questo sviluppo americano contrasta con l'approccio più cauto adottato dall'Unione Europea attraverso il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che impone requisiti più stringenti sia agli intermediari crypto che alle banche che intendono offrire servizi legati agli asset digitali. Mentre gli Stati Uniti accelerano sulla deregolamentazione, l'Europa mantiene una postura più conservativa, privilegiando la protezione degli investitori e la stabilità finanziaria rispetto alla velocità di innovazione.

Per gli investitori e gli operatori crypto, la guidance dell'OCC potrebbe tradursi in spread più competitivi e maggiore efficienza nelle transazioni, grazie all'ingresso di player bancari con accesso a pool di liquidità più profondi. Il modello riskless principal, già utilizzato nei mercati finanziari tradizionali per bond e derivati, potrebbe portare standard di execution e compliance più elevati nel trading crypto, professionalizzando ulteriormente un settore storicamente caratterizzato da pratiche operative eterogenee. Resta da vedere se questa convergenza accelerata tra due mondi finanziari così diversi genererà l'efficienza sperata o nuove vulnerabilità sistemiche.

Disclaimer

I contenuti di CoinLabs sono forniti esclusivamente a scopo informativo ed educativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria o raccomandazioni di investimento; il mercato delle criptovalute comporta rischi significativi e si consiglia di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.