Il mondo crypto torna sotto i riflettori istituzionali americani con una disclosure che potrebbe alimentare nuove polemiche sul trading di esponenti politici in asset digitali. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha infatti dichiarato l'acquisto di iShares Bitcoin Trust (IBIT), l'ETF spot su Bitcoin di BlackRock, per un valore compreso tra 1.000 e 15.000 dollari in due operazioni distinte datate 9 e 15 ottobre. La notizia assume particolare rilevanza considerando i legami stretti della Greene con l'amministrazione Trump e il timing di alcuni suoi investimenti precedenti in prodotti crypto, avvenuti in coincidenza con annunci presidenziali favorevoli al settore.
Secondo i dati tracciati dalla pagina Government Trades di Benzinga, le operazioni sull'ETF Bitcoin rappresentano solo una parte di un portafoglio più ampio di transazioni effettuate dalla congresswoman nel mese di ottobre. Oltre all'IBIT, Greene ha acquisito posizioni in sei società quotate: Adobe, Amazon (acquistata due volte), Exelon, Novo Nordisk, Tesla e United Parcel Service, quest'ultima anch'essa comprata in due occasioni separate. Tutte le operazioni rientrano nella medesima fascia di valore dichiarata, tra mille e quindicimila dollari per transazione.
Il pattern di acquisti della deputata georgiana mostra una particolare insistenza su determinati asset: UPS risulta essere stata acquistata in sette dei dieci mesi del 2025, Adobe in sei mesi, mentre Tesla compare in cinque disclosure mensili. Questa frequenza di trading contrasta nettamente con il comportamento precedente della Greene, che per anni non aveva divulgato alcuna operazione azionaria prima di ricominciare nel maggio 2024. Da allora, ogni mese ha fatto registrare almeno una disclosure di acquisto.
Il focus sull'iShares Bitcoin Trust assume contorni particolarmente delicati nel contesto politico attuale. Come già evidenziato in precedenti report, alcuni acquisti della congresswoman potrebbero sollevare questioni etiche considerando il timing e le sue assegnazioni in commissioni parlamentari. La Greene è nota per essere una stretta alleata del presidente Donald Trump, la cui agenda pro-Bitcoin ha contribuito significativamente al rally del prezzo di Bitcoin (BTC) da quando è tornato in carica a gennaio 2025.
La vicenda si inserisce nel più ampio dibattito sul trading di membri del Congresso in asset crypto, un tema che ha acquisito maggiore urgenza con la crescente istituzionalizzazione del settore. L'approvazione degli ETF spot su Bitcoin ha infatti creato un canale regolamentato attraverso cui anche figure pubbliche possono acquisire esposizione all'asset digitale, ma la trasparenza temporale delle disclosure – che vengono pubblicate con settimane di ritardo – continua a sollevare interrogativi sull'equità informativa per gli investitori retail.
Particolarmente significativo appare il timing delle operazioni su IBIT: uno degli acquisti precedenti della Greene era avvenuto poco prima che Trump annunciasse ufficialmente l'intenzione di creare una Bitcoin Strategic Reserve a livello federale, una mossa che ha innescato un'impennata nei prezzi dell'asset e nei volumi degli ETF. Sebbene non vi siano prove di irregolarità, il caso evidenzia la necessità di maggiore trasparenza nel trading crypto da parte di figure istituzionali con potenziale accesso a informazioni privilegiate.
Diversi membri del Congresso hanno diversificato i propri portafogli personali includendo prodotti crypto nel 2025, riflettendo la crescente legittimazione mainstream degli asset digitali. Tuttavia, la concentrazione di questi investimenti tra legislatori che siedono in commissioni rilevanti per la regolamentazione del settore o che mantengono stretti rapporti con l'amministrazione continua ad alimentare il monitoraggio da parte della comunità crypto e degli investitori retail. Le prossime disclosure mensili diranno se il trend di accumulazione istituzionale proseguirà nelle settimane precedenti alle elezioni presidenziali del 2024.