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Ripple supera ETH e DOGE in un indicatore chiave

Tempo di lettura 4 min
Davide Greco
Di Davide Greco
Ripple supera ETH e DOGE in un indicatore chiave

Nell'universo delle criptovalute, non sempre chi detiene le monete più note può vantarsi di trovarsi in una posizione finanziariamente vantaggiosa. Un recente studio di Santiment rivela un quadro sorprendente: gli investitori di XRP stanno godendo di profitti su carta paragonabili solo a quelli dei possessori di Bitcoin, nonostante la criptovaluta di Ripple sia ben lontana dai suoi massimi storici. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla percezione del valore nel mercato crypto e sulle potenziali conseguenze quando quasi tutti i detentori si trovano contemporaneamente in profitto.

Il paradosso di XRP: distante dal picco ma ricca di profitti

Secondo i dati analizzati da Santiment, ben il 98,3% dell'offerta totale di XRP è attualmente in attivo. Un risultato eccezionale che posiziona la criptovaluta al secondo posto in questa particolare classifica, superata di un soffio solo da Bitcoin con il 98,4%. La vera sorpresa risiede nel contesto di questi numeri: mentre Bitcoin viaggia a ridosso del suo recente massimo storico di circa 112.000 dollari, XRP si trova ancora a oltre il 30% di distanza dal suo picco di 3,4 dollari raggiunto nel gennaio 2018.

La quarta criptovaluta per capitalizzazione ha mostrato movimenti di prezzo piuttosto contenuti nelle ultime settimane, con una flessione del 5% che l'ha portata a oscillare intorno alla soglia critica dei 2,3 dollari. Gli analisti avvertono che una rottura al ribasso di questo livello potrebbe spingere il prezzo verso i 2 dollari. Tuttavia, questa performance relativamente modesta non ha intaccato i guadagni virtuali accumulati dalla maggioranza dei suoi possessori.

Quando quasi tutti sono in profitto, il rischio di prese di beneficio aumenta esponenzialmente.

Un confronto impietoso con i concorrenti

La posizione privilegiata degli investitori XRP appare ancora più significativa quando confrontata con quella dei detentori di altre criptovalute di primo piano. Ethereum, spesso considerata la principale alternativa a Bitcoin, vede solo il 71,5% della sua offerta in profitto. Situazione simile per Cardano (ADA) con il 71%, mentre Dogecoin (DOGE) e Chainlink (LINK) si attestano rispettivamente al 77,9% e all'80,5%.

Questi dati disegnano uno scenario in cui XRP ha garantito rendimenti positivi a una percentuale di investitori nettamente superiore rispetto ai suoi diretti concorrenti, nonostante performance di prezzo meno esplosive. Un fenomeno che potrebbe essere spiegato con una distribuzione temporale degli acquisti particolarmente favorevole o con una base di hodler di lungo termine che ha saputo resistere alle tentazioni di vendita durante i periodi di forte volatilità.

L'avvertimento degli analisti: eccesso di profitto come segnale di allarme

Gli esperti di Santiment non hanno mancato di evidenziare il rovescio della medaglia di questa apparentemente rosea situazione. Quando la percentuale dell'offerta in profitto raggiunge livelli così elevati, come nel caso di XRP e Bitcoin, aumentano considerevolmente le probabilità di prese di beneficio e conseguenti correzioni nel breve termine.

La metrica "Percent of Total Supply in Profit" è uno strumento relativamente semplice che indica quanta parte dell'offerta circolante di una criptovaluta è detenuta in profitto, ovvero quante monete sono state acquistate a un prezzo inferiore a quello attuale. Paradossalmente, i valori estremi di questo indicatore possono essere interpretati come segnali contrarian: un'eccessiva concentrazione di profitti spesso prelude a vendite, mentre una prevalenza di posizioni in perdita può indicare paura e sottovalutazione, creando potenziali opportunità d'ingresso prima di un recupero dei prezzi.

Implicazioni per il futuro di XRP

La situazione attuale pone XRP in un equilibrio delicato. Da un lato, l'ampia percentuale di detentori in profitto testimonia una certa resilienza del token e una fiducia di fondo nel progetto Ripple. Dall'altro, questo stesso fattore potrebbe trasformarsi in un catalizzatore per una correzione, qualora un numero significativo di investitori decidesse di monetizzare i guadagni contemporaneamente.

A complicare ulteriormente il quadro contribuisce il posizionamento tecnico della criptovaluta, con il prezzo che orbita attorno a un livello di supporto critico. Gli analisti del settore mantengono un atteggiamento cauto, consapevoli che la combinazione tra un'alta percentuale di detentori in profitto e una zona di prezzo tecnicamente vulnerabile potrebbe innescare movimenti significativi nelle prossime settimane.

Per gli investitori italiani, abituati a mercati più tradizionali come quello azionario o obbligazionario, questo scenario ricorda quanto sia peculiare la dinamica del mondo crypto, dove indicatori di apparente forza possono rapidamente trasformarsi in segnali di debolezza imminente. La lezione da trarre potrebbe essere quella di mantenere un approccio equilibrato, considerando con attenzione sia gli indicatori fondamentali che quelli di sentiment prima di prendere decisioni d'investimento in questo volatile settore.

Disclaimer

I contenuti di CoinLabs sono forniti esclusivamente a scopo informativo ed educativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria o raccomandazioni di investimento; il mercato delle criptovalute comporta rischi significativi e si consiglia di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.