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Ripple XRP: la previsione di Garlinghouse tarda

Tempo di lettura 4 min
Malik Johnson
Di Malik Johnson
Ripple XRP: la previsione di Garlinghouse tarda

Il mercato delle criptovalute sta assistendo al ritorno prepotente di una tesi che sembrava destinata all'archivio delle previsioni azzardate: quella in cui Ripple (XRP) avrebbe potuto superare Bitcoin (BTC) come protagonista dei pagamenti digitali globali. A riaccendere il dibattito non è solo la nostalgia, ma una serie di sviluppi concreti che stanno ridefinendo il posizionamento strategico di XRP nel panorama della finanza tradizionale, dal valore di trilioni di dollari. La recente acquisizione da parte di Ripple e l'evoluzione tecnica del token stanno costringendo analisti e investitori a rivalutare scenari che fino a pochi mesi fa sembravano irrealistici.

Nel 2017, Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, definì Bitcoin "un esperimento di successo" ma sostanzialmente inadeguato per i pagamenti reali. La sua argomentazione era semplice quanto provocatoria: nessuno userebbe BTC per comprare un caffè se deve aspettare un'ora per la conferma della transazione. La critica puntava direttamente alle limitazioni strutturali della blockchain di Bitcoin in termini di velocità e costi, problemi che secondo Garlinghouse rendevano XRP tecnologicamente superiore per i casi d'uso nel mondo finanziario concreto.

Questa dichiarazione, recentemente riportata alla luce dall'analista crypto CryptoSensei, ha innescato un acceso confronto nella comunità. Una parte degli osservatori concorda sul fatto che Bitcoin rappresenti principalmente un asset speculativo e una riserva di valore, senza aver mai dimostrato utilità pratica su scala sociale o nazionale al di là della creazione di ricchezza individuale. L'assenza di scalabilità per micropagamenti e l'elevato consumo energetico del mining Proof-of-Work continuano a essere punti deboli strutturali nella narrativa dei pagamenti mainstream.

Quello che trasforma questa vecchia previsione da semplice provocazione a scenario plausibile è l'acquisizione da 1 miliardo di dollari di GTreasury da parte di Ripple. GTreasury è leader globale nella gestione della tesoreria aziendale, con una clientela che include centinaia di società Fortune 500. L'operazione inserisce direttamente XRP Ledger (XRPL) nell'infrastruttura che gestisce la liquidità e i flussi di cassa di aziende multinazionali, un mercato valutato in trilioni di dollari ancora intrappolato in sistemi legacy lenti e costosi.

Ripple ha ora accesso diretto a centinaia di Fortune 500, posizionando XRPL al centro della gestione della liquidità corporate globale

Garlinghouse ha dichiarato che questa integrazione potrebbe sbloccare "quantità straordinarie di liquidità" ferma in infrastrutture obsolete, permettendo settlement istantanei per grandi imprese. Si tratta di un caso d'uso concreto che va oltre la speculazione retail: la tokenizzazione dei flussi finanziari aziendali potrebbe rappresentare il vero banco di prova per la blockchain enterprise, territorio in cui Ethereum stesso ha faticato a penetrare efficacemente nonostante il dominio negli smart contract.

Dal punto di vista tecnico, XRP mostra segnali che alimentano l'ottimismo. Gli analisti identificano una formazione a doppio minimo intorno ai 2,30 dollari, pattern classico che precede spesso inversioni di tendenza bullish. Il livello chiave da monitorare è la resistenza a 3,40 dollari: un breakout sopra questa soglia potrebbe innescare un rally verso gli 8 dollari nel medio termine. Nel contesto di un'integrazione profonda con la finanza tradizionale tramite GTreasury e l'eventuale approvazione di ETF spot su XRP, alcuni modelli proiettano obiettivi fino a 15 dollari.

La questione però rimane complessa. Bitcoin continua a dominare come store of value e asset istituzionale, con una narrativa consolidata di "oro digitale" e una capitalizzazione di mercato che supera largamente quella di XRP. Il confronto tra i due token resta problematico: operano su paradigmi differenti, con Bitcoin sempre più posizionato come riserva di valore deflazionistica e XRP come strumento di utilità per pagamenti transfrontalieri e settlement enterprise.

Nel contesto europeo, dove la regolamentazione MiCA sta definendo i confini operativi per gli asset digitali, la chiarezza normativa che Ripple sta progressivamente ottenendo negli Stati Uniti potrebbe accelerare l'adozione istituzionale anche nel Vecchio Continente. La battaglia legale con la SEC, sebbene non ancora definitivamente conclusa, ha già chiarito che XRP non è necessariamente un titolo finanziario in tutti i contesti di vendita, aprendo spazi operativi per exchange e banche.

Resta da vedere se l'ambizione di Garlinghouse si concretizzerà effettivamente. Il superamento di Bitcoin richiederebbe un cambio di paradigma nell'industria crypto, dove la narrativa dominante premia la decentralizzazione assoluta e la resistenza alla censura piuttosto che l'efficienza transazionale. Tuttavia, l'ingresso di XRP nei circuiti della corporate treasury potrebbe garantire volumi e adozione che nessun altro progetto crypto ha mai raggiunto nel settore enterprise, ridefinendo il significato stesso di "successo" per una criptovaluta.

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