Il panorama degli investimenti in criptovalute in Asia sta vivendo una trasformazione senza precedenti, con due giganti economici che stanno tracciando percorsi complementari verso l'integrazione delle valute digitali nei loro sistemi finanziari tradizionali. Mentre il Giappone abbraccia apertamente Bitcoin e altre criptovalute attraverso prodotti di investimento regolamentati, la Cina sta esplorando con cautela il mondo delle stablecoin attraverso Hong Kong, utilizzando il territorio come laboratorio per testare nuove soluzioni finanziarie digitali. Questa doppia strategia potrebbe ridefinire gli equilibri del mercato delle criptovalute a livello globale.
SBI rompe gli schemi con il primo ETF crypto giapponese
La SBI Holdings, colosso bancario nipponico, ha annunciato il lancio del primo fondo negoziato in borsa del paese che combinerà esposizione a Bitcoin e XRP. Il prodotto, destinato alla Tokyo Stock Exchange, rappresenta una svolta storica per gli investitori istituzionali giapponesi che finora avevano avuto accesso limitato a strumenti regolamentati per investire nelle principali criptovalute. L'iniziativa di SBI non si ferma qui: parallelamente verrà lanciato il Digital Gold Crypto ETF, un prodotto ibrido che allocherà il 51% in oro e il restante 49% in valute digitali.
La strategia di diversificazione adottata da SBI riflette un approccio pragmatico tipicamente giapponese, dove la prudenza negli investimenti si combina con l'innovazione tecnologica. Il timing dell'annuncio non è casuale: la Financial Services Agency giapponese sta infatti valutando modifiche normative che potrebbero semplificare drasticamente i processi di approvazione e tassazione per i prodotti finanziari legati alle criptovalute.
Hong Kong diventa il ponte tra Cina e crypto
Dall'altra parte del panorama asiatico, Hong Kong si sta affermando come terreno di sperimentazione per le iniziative cryptocurrency, beneficiando della sua posizione unica di territorio autonomo rispetto alle severe restrizioni imposte dalla Cina continentale. Il Financial Times riporta che il territorio ha recentemente approvato una legislazione rivoluzionaria che consente alle aziende autorizzate di emettere token garantiti da qualsiasi valuta fiat.
La Hong Kong Monetary Authority mantiene tuttavia un approccio cauto, annunciando che solo un numero limitato di licenze verrà concesso a partire dal prossimo anno. Diverse aziende statali cinesi operanti a Hong Kong si stanno preparando per richiedere le licenze per le stablecoin, anche se si prevede che solo una delle quattro maggiori banche statali cinesi otterrà l'autorizzazione in questa fase iniziale.
Pechino riconosce il potere delle stablecoin
Il cambiamento di percezione da parte dei policy maker cinesi verso le stablecoin è diventato evidente nei recenti interventi ufficiali. Pan Gongsheng, governatore della banca centrale cinese, ha dichiarato a giugno che le stablecoin hanno "fondamentalmente rimodellato il panorama dei pagamenti tradizionali", riconoscendo implicitamente il loro ruolo crescente nell'economia globale dominata dal dollaro. Questo riconoscimento ufficiale segna un'evoluzione significativa nella posizione della Cina, tradizionalmente scettica verso le criptovalute.
L'interesse crescente delle imprese statali cinesi per le soluzioni di pagamento e regolamento basate su stablecoin potrebbe aprire scenari inediti. La HKMA non ha escluso la possibilità di approvare licenze per stablecoin garantite dal renminbi offshore, una mossa che potrebbe facilitare enormemente i pagamenti transfrontalieri e rafforzare l'influenza finanziaria globale della Cina.
Il mercato reagisce tra volatilità e aspettative
Nel frattempo, Bitcoin mostra segnali di volatilità crescente, scambiando attualmente a 115.245 dollari con un recupero dell'1% nelle ultime 24 ore. La criptovaluta ha registrato un ritracciamento di oltre il 6% rispetto al recente massimo storico di 123.000 dollari, riflettendo l'incertezza del mercato in attesa di sviluppi normativi concreti. Gli investitori osservano con interesse come questi movimenti regolamentari in Asia potrebbero influenzare la stabilità e l'adozione delle criptovalute a livello internazionale.