Il mercato crypto continua ad attrarre aziende in difficoltà che cercano una via d'uscita dai settori tradizionali, ma il recente caso di Kaya Holdings dimostra come il passaggio agli asset digitali non sia affatto una garanzia di successo. La società, che ha chiuso definitivamente il suo centro di psilocibina legale The Sacred Mushroom a Portland dopo appena 18 mesi di attività, ha annunciato a ottobre la trasformazione in una "digital asset treasury company", una mossa che arriva proprio mentre il mercato crypto attraversa una fase di marcata volatilità.
Le cosiddette datco – abbreviazione di digital asset treasury company – rappresentano un modello di business sempre più popolare tra le società quotate di piccole dimensioni: raccolgono capitali dagli investitori per acquistare principalmente Bitcoin (BTC) e altre criptovalute, scommettendo che il valore delle loro azioni crescerà parallelamente al prezzo degli asset digitali detenuti. Nel caso di Kaya Holdings, l'interesse si è concentrato su Solana (SOL), Ether (ETH) e Polygon (MATIC), tre blockchain layer-1 che negli ultimi sei mesi hanno registrato performance contrastanti.
I dati di mercato, tuttavia, non supportano l'ottimismo di questa strategia. Bitcoin ha perso il 15% negli ultimi sei mesi, mentre Strategy Inc., la più grande datco esistente con un tesoro di circa 650.000 BTC, ha visto le proprie azioni crollare del 53% nello stesso periodo. Tra le blockchain scelte da Kaya, Solana ha registrato un calo del 13% semestrale, mentre Ether, pur mostrando un rialzo del 24% su base semestrale, ha perso il 9% nell'ultimo mese.
Prima di tentare la fortuna con i funghi allucinogeni, Kaya Holdings operava già nel settore cannabis, seguendo un pattern tipico delle penny stock quotate sui mercati over-the-counter statunitensi. Queste società spesso nascono come shell company – gusci vuoti che possiedono poco più che l'autorizzazione regolamentare a vendere azioni al pubblico – per poi acquisire o avviare attività da integrare nella struttura esistente, promuovendo ogni cambio di direzione con comunicati stampa ottimistici.
The Sacred Mushroom, inaugurato il 5 luglio 2024, occupava 3.300 metri quadrati al settimo piano di un edificio nella Old Town di Portland, offrendo esperienze psichedeliche legali con vista sul Mount Hood. A differenza della maggior parte dei centri di servizi psilocibina, che si concentrano su percorsi terapeutici pur dovendo evitare promesse esplicite di guarigione per questioni normative, The Sacred Mushroom puntava anche sul mercato ricreativo, proponendosi come location per ritiri aziendali, feste di Halloween o persino visioni collettive del Super Bowl.
Il passaggio di Kaya Holdings verso il crypto treasury rappresenta l'ennesimo esempio di come le aziende in cerca di narrativa attraente per il mercato azionario si rivolgano agli asset digitali senza necessariamente possedere competenze specifiche nel settore blockchain. La chiusura del centro psilocibina evidenzia le difficoltà operative legate ai costi di compliance nei settori fortemente regolamentati – ironicamente, proprio la caratteristica che ha spinto Kaya verso il crypto, un'industria che sta invece affrontando una crescente pressione normativa globale.
Il CEO Craig Frank non ha risposto alle richieste di commento sulla chiusura definitiva della struttura, che non risulta più presente nel registro statale dei centri autorizzati. La rapidità con cui l'azienda ha abbandonato il progetto psilocibina – passando dalla cannabis ai funghi allucinogeni per poi virare verso gli asset digitali nel giro di pochi anni – solleva interrogativi sulla sostenibilità di questa strategia crypto-pivot, specialmente considerando che il mercato delle criptovalute sta attraversando uno dei periodi più incerti degli ultimi anni, con regolatori sempre più attivi e investitori istituzionali che richiedono maggiore trasparenza e governance.