Il mondo crypto si trova al centro di un paradosso politico che solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza delle decisioni presidenziali americane. Mentre i Repubblicani alla Camera hanno martellato per mesi sull'amministrazione Biden, accusandola di concedere grazie presidenziali senza un reale coinvolgimento del presidente, Donald Trump ha ammesso di non conoscere praticamente nulla su una delle sue concessioni di grazia più controverse: quella a Changpeng Zhao (CZ), fondatore dell'exchange centralizzato Binance. La vicenda assume contorni particolarmente delicati per l'intero settore delle criptovalute, dato il ruolo cruciale che Binance gioca nell'ecosistema e i potenziali conflitti d'interesse che emergono dalla relazione tra l'exchange e gli interessi finanziari della famiglia Trump nel mercato crypto.
In un'intervista a "60 Minutes" trasmessa domenica, Trump ha dichiarato senza mezzi termini: "Non so chi sia" riferendosi a CZ, aggiungendo di non sapere "nulla a riguardo". Affermazioni che riecheggiano quelle del 23 ottobre scorso, quando il presidente sembrava non ricordare nemmeno di chi stesse parlando la giornalista Kaitlan Collins della CNN, nonostante la grazia fosse stata concessa quello stesso giorno. Una situazione che contrasta nettamente con la retorica del Partito Repubblicano contro Biden e l'uso dell'autopen per le firme presidenziali.
Il caso Zhao rappresenta un punto critico per l'industria crypto non solo per le implicazioni giuridiche, ma soprattutto per i potenziali conflitti d'interesse che coinvolgono la prima famiglia americana. Binance è infatti la piattaforma che ospita World Liberty Financial, il progetto crypto della famiglia Trump. La grazia potrebbe consentire all'exchange di operare nuovamente negli Stati Uniti dopo le restrizioni imposte durante l'amministrazione Biden. Binance è stata inoltre una piattaforma cruciale per la vendita dei token proprietari di World Liberty Financial, generando centinaia di milioni di dollari in commissioni per i Trump.
La grazia a CZ ha attirato paragoni con alcuni dei più controversi precedenti nella storia presidenziale americana, come quello concesso da Bill Clinton al miliardario latitante Marc Rich dopo che l'ex moglie di quest'ultimo aveva effettuato cospicue donazioni ai Democratici. Nel caso di Zhao, l'intreccio tra interessi commerciali e decisioni esecutive solleva interrogativi ancora più pressanti per la community crypto, che da sempre si batte per maggiore trasparenza e contro la concentrazione del potere.
Trump ha ripetutamente minimizzato il suo ruolo nella decisione, sostenendo di essere stato "troppo occupato" per approfondire la questione. "Mi è stato detto che era una vittima, proprio come me e molte altre persone, di un gruppo vizioso e orribile nell'amministrazione Biden", ha dichiarato il presidente, scaricando di fatto la responsabilità sui suoi consiglieri. Il 23 ottobre aveva aggiunto: "Non lo conosco. Non credo di averlo mai incontrato. Ma mi è stato detto che aveva molto sostegno e che quello che ha fatto non è nemmeno un crimine".
Il contrasto con le accuse mosse dai Repubblicani a Biden è stridente. Il rapporto dell'House Oversight Committee della scorsa settimana sosteneva che l'autorità di concedere grazie non può essere delegata allo staff presidenziale, soprattutto quando le competenze del presidente sono in discussione. Il documento criticava anche il fatto che Biden utilizzasse promemoria e talking points per discutere delle grazie più controverse, insinuando una mancanza di coinvolgimento diretto.
Il presidente della commissione, James Comer, aveva suggerito che la presentazione delle grazie a Biden in forma di memo indicasse un insufficiente coinvolgimento. Tuttavia, quando lunedì la CNN ha chiesto a Comer di commentare le similitudini tra quanto contestato a Biden e le dichiarazioni di Trump, il congressista ha glissato, sostenendo che Trump "a volte dice cose che dobbiamo analizzare per assicurarci che non si sia espresso male". Una giustificazione debole, considerando che Trump ha fatto affermazioni simili in due occasioni distinte, a distanza di oltre una settimana.
Per il settore crypto, questa vicenda evidenzia come le dinamiche di potere tradizionali continuino a influenzare pesantemente un'industria che aspira alla decentralizzazione. La grazia a CZ potrebbe avere ripercussioni significative sull'operatività di Binance negli USA, mercato cruciale per l'adozione mainstream delle criptovalute. Allo stesso tempo, solleva dubbi sulla reale indipendenza delle decisioni politiche che impattano l'ecosistema crypto quando sono in gioco interessi economici diretti dei decision maker.
Lo Speaker della Camera Mike Johnson ha evitato di commentare, dichiarando di non aver visto l'intervista e rimandando ogni domanda al presidente. Il silenzio imbarazzato dei vertici repubblicani contrasta con la veemenza con cui avevano attaccato Biden. A marzo, Trump stesso aveva definito "nulle e non valide" le grazie di Biden, sostenendo che il presidente non ne fosse nemmeno a conoscenza. Oggi si trova a dover rispondere di accuse quasi identiche riguardo alle proprie decisioni.
Le implicazioni per il mercato crypto vanno oltre la politica interna americana. Binance rimane uno degli exchange più utilizzati a livello globale, con volumi di trading che competono con le principali piattaforme. La possibilità di un ritorno operativo completo negli Stati Uniti potrebbe influenzare significativamente i flussi di capitale e l'adozione istituzionale. Tuttavia, la percezione di favoritismi e conflitti d'interesse rischia di alimentare ulteriore scetticismo proprio mentre l'industria cerca di guadagnare credibilità presso regolatori e investitori tradizionali, specialmente in Europa dove il regolamento MiCA sta tracciando linee guida più rigorose sulla trasparenza degli operatori crypto.