Lo scontro tra Donald Trump e la Federal Reserve americana si intensifica in un momento delicato per l'economia statunitense. L'ex presidente, ora ritornato alla Casa Bianca, ha lanciato un attacco frontale contro Jerome Powell, presidente della Fed, accusandolo di aver mancato l'occasione di abbassare i tassi d'interesse in un periodo cruciale per la ripresa economica. Il battibecco, esploso a seguito delle critiche di Powell alla politica dei dazi commerciali di Trump, evidenzia le crescenti tensioni tra politica monetaria e fiscale in un contesto di incertezza economica globale.
Il soprannome "Too Late Jerome" e la minaccia di licenziamento
Trump non ha usato mezzi termini per esprimere la sua insoddisfazione verso Powell. Attraverso il suo social network Truth Social, ha coniato il soprannome "Too Late Jerome" (Jerome il Ritardatario), sostenendo che il presidente della Fed avrebbe dovuto seguire l'esempio della Banca Centrale Europea abbassando i tassi d'interesse molto prima. "Se voglio mandarlo via, sarà fuori in un attimo, credetemi", ha dichiarato Trump ai giornalisti durante un evento alla Casa Bianca il 17 aprile, come riportato da USA Today.
La minaccia di rimuovere Powell dal suo incarico rappresenta un attacco diretto all'indipendenza della Federal Reserve, principio cardine del sistema economico americano. Questo tipo di interferenza politica è considerato tabù negli ambienti finanziari, poiché la credibilità della banca centrale si basa proprio sulla sua autonomia dalle pressioni politiche.
La questione dei dazi e il rischio stagflazione
Al centro dello scontro c'è la questione dei dazi commerciali recentemente imposti da Trump, soprattutto quelli nei confronti della Cina. Powell ha espresso preoccupazione per questi provvedimenti, avvertendo che potrebbero generare un pericoloso mix di prezzi in aumento e crescita economica in rallentamento, fenomeno noto come stagflazione.
I tassi d'interesse americani rimangono fermi al 4,5%, un livello considerato elevato che rende costoso il credito per imprese e famiglie. Nonostante le pressioni di Trump, la Fed non ha proceduto al taglio tanto atteso da molti trader, in particolare quelli del mercato delle criptovalute, che speravano in un allentamento della politica monetaria.
I mercati e le probabilità di un licenziamento
Nonostante la retorica aggressiva di Trump, i mercati delle previsioni sembrano scettici sulla possibilità che Powell venga effettivamente rimosso dal suo incarico. Secondo la piattaforma Kalshi, esiste solo un 25% di probabilità che il presidente della Fed lasci la sua posizione nel 2025. Questo scetticismo dei mercati suggerisce che le dichiarazioni di Trump potrebbero essere più una strategia comunicativa che un'effettiva intenzione.
Nel frattempo, l'inflazione americana rimane sopra l'obiettivo del 2% fissato dalla Fed, attestandosi al 2,4% secondo l'Indice dei Prezzi al Consumo. Alcuni settori specifici, come quello alimentare, mostrano tassi di inflazione ancora più elevati, secondo i dati dell'Ufficio di Statistica del Lavoro americano.
L'impatto sul mercato delle criptovalute
In questo contesto di incertezza economica e politica, il mercato delle criptovalute mostra segnali contrastanti. Trump ha accennato alla possibilità di un "ottimo accordo" con la Cina nel prossimo futuro, sebbene Pechino non abbia pubblicamente confermato l'avvio di negoziati formali. Questa narrativa sembra essere utilizzata dal presidente per rassicurare ulteriormente i mercati.
Come evidenziato dall'analista Santiment, "il sentiment degli investitori retail verso le criptovalute ha ancora molta importanza, ma molti ammetterebbero che le loro narrative rialziste o ribassiste potrebbero essere stravolte in qualsiasi momento da un rapido cambio di direzione di Trump". La capitalizzazione totale del mercato crypto è rimasta relativamente stabile intorno ai 2,75 trilioni di dollari, con Bitcoin che mantiene un valore superiore agli 83.000 dollari, pur senza riuscire a superare la resistenza degli 86.000.
Gli operatori del settore sembrano quindi in modalità di attesa, con un occhio alle dinamiche politiche che potrebbero rapidamente modificare le prospettive di mercato. L'incertezza politica e le tensioni tra Casa Bianca e Federal Reserve rappresentano variabili sempre più rilevanti anche per il futuro delle valute digitali, in un intreccio sempre più stretto tra economia tradizionale e nuove forme di investimento.