Quando il sistema tradizionale ha mostrato le sue crepe
Il 2022 rimarrà negli annali come l'anno nero delle criptovalute globali. Il collasso di Terra Luna ha cancellato mezzo trilione di dollari dal mercato, mentre la bancarotta di FTX ha dimostrato come anche le piattaforme apparentemente più solide potessero crollare da un giorno all'altro. In Nigeria, la situazione si è rivelata ancora più drammatica: Patricia, uno degli exchange più affidabili del paese, è stata vittima di un attacco informatico devastante che ha congelato i fondi di centinaia di migliaia di utenti.
Mentre la maggior parte degli investitori puntava il dito contro la tecnologia blockchain stessa, due giovani imprenditori di Lagos hanno identificato il vero colpevole: la centralizzazione. Tobi Asu-Johnson e Moore Dagogo-Hart, amici fin dall'infanzia, hanno capito che il problema non risiedeva nelle criptovalute, ma nella struttura stessa delle piattaforme che le gestivano.
L'intuizione che ha cambiato tutto
La loro storia inizia molto prima del boom crypto, quando erano due bambini di nove anni che crescevano nei quartieri di Lagos. Tobi aveva già sviluppato un fiuto per gli affari noleggiando console PSP ai compagni di classe, mentre Moore passava ore a smanettare con software musicali quando i coetanei ancora faticavano con Microsoft Word. Queste prime esperienze hanno forgiato un duo complementare: Tobi orientato verso le persone e la visione, Moore verso la logica e i sistemi.
L'approccio alle criptovalute di entrambi è stato graduale ma decisivo. Tobi si è avvicinato attraverso il trading peer-to-peer all'università, diventando rapidamente il punto di riferimento del campus per le transazioni crypto. Moore, più cauto ma altrettanto curioso, ha trovato la sua epifania leggendo "The Book of Satoshi" di Phil Champagne: "È stato allora che ho smesso di vedere le crypto come uno schema per arricchirsi velocemente e ho riconosciuto i loro veri casi d'uso".
Nascita di una rivoluzione non-custodial
Dopo i disastri del 2022, la loro risposta è stata Zap Africa, lanciata nel 2023 come la prima piattaforma non-custodial della Nigeria. Il concetto era radicale per il mercato locale: nessun deposito, nessun portafoglio condiviso, nessun "ti teniamo noi i tuoi soldi". Gli utenti mantengono il controllo completo delle proprie chiavi private, mentre Zap fornisce solo l'infrastruttura per muovere, scambiare e spendere gli asset.
La strategia operativa si basava su una divisione netta dei ruoli: "L'abbiamo chiamata 'dividi e conquista'", spiega Tobi. Lui si occupa di partnership e brand, Moore di architettura del prodotto e ingegneria. Questa complementarità si è rivelata vincente in un mercato ostile, dove la Banca Centrale nigeriana aveva già vietato alle istituzioni finanziarie di processare transazioni crypto.
Crescita e evoluzione dell'identità
I numeri parlano chiaro: da 20.000 utenti nel 2024 a oltre 50.000 oggi, con milioni di dollari di volume transazionale. Tuttavia, il successo del prodotto ha reso evidente un problema: l'identità visiva era rimasta ancorata alla fase MVP, non riflettendo più la sofisticatezza raggiunta dalla piattaforma.
La risposta è arrivata nel marzo 2025 con il lancio beta di Zap Wallet, che ha introdotto un'interfaccia completamente rinnovata, login più veloci e un linguaggio di design finalmente all'altezza della precisione tecnica del prodotto. "Quando apri l'app ora dovrebbe sembrare di entrare in una sala di controllo", descrive Moore la nuova esperienza utente.
Proprio durante questa fase di rebranding, l'azienda ha dovuto affrontare una disputa sui marchi con Paystack, che aveva lanciato un prodotto omonimo. Nonostante le complicazioni, i fondatori mantengono che l'evoluzione faceva parte della roadmap pianificata: "Ci siamo mossi perché eravamo pronti a evolvere, non per pressioni esterne", chiarisce Tobi.
La visione del futuro finanziario africano
L'ambizione di Zap va oltre il semplice exchange di criptovalute. L'obiettivo è costruire un sistema finanziario dove la fiducia non derivi da promesse o garanzie, ma sia incorporata direttamente nell'architettura tecnologica. Un sistema dove ogni transazione sia veloce, sicura e, soprattutto, sotto il controllo diretto dell'utente.
"Vogliamo essere ricordati come quelli che hanno creato i sistemi e costruito il livello del futuro per gli africani", conclude Tobi. Una visione che trova le sue radici nel white paper di nove pagine pubblicato da Satoshi Nakamoto nell'autunno del 2008, ma che oggi prende forma concreta nelle mani di una nuova generazione di innovatori determinati a trasformare il panorama finanziario del continente.